«Il passo indietro del subcommissario Agostino Anatriello era un atto dovuto visto il clima di incertezza che si è creato, che ci aveva indotto a predisporre un’interrogazione parlamentare. Adesso però c’è bisogno di riferimenti sicuri». Livio Petitto, consigliere uscente al Comune di Avellino, non nasconde la propria preoccupazione per quanto sta succedendo a Piazza del Popolo, durante questa fase commissariale. Ma non mancano nemmeno i problemi interni al Pd.

Le dimissioni di due subcommissari, maturate nel giro di pochi giorni, pur se in condizioni differenti, le polemiche sempre presenti e la delicata questione del risanamento finanziario da affrontare. Una situazione piuttosto insolita e poco rassicurante per l’ente e la comunità locale. Non trova?

«Sicuramente troppe anomalie. Le dimissioni improvvise di Mario Tommasino ci hanno lasciato assolutamente perplessi. Il dirigente prefettizio si era già occupato del Consuntivo 2017 e, quindi, aveva contezza delle condizioni finanziarie del Comune. Il suo contributo sarebbe stato utile per trovare una via d’uscita appropriata. Poi tutto il resto. Spero si ritrovi, senza ulteriori indugi, la necessaria serenità».

In che modo si potrano superare le tensioni e lavorare ad una affidabile strategia di gestione delle criticità?

«Propongo al commissario Giuseppe Priolo di rivolgersi all’esterno, affidando l’incarico ad un professionista esperto in finanza pubblica e di chiara fama, che possa compiere un’analisi lucida ed al di sopra di ogni possibile sospetto. La situazione contabile dell’ente è certamente delicata ed occorrono risposte efficaci. La Ragioneria comunale si è espressa a favore di un piano di riequilibrio. La giunta, senza il supporto del dirigente e seguendo una procedura tutt’altro che ortodossa, ha approvato una delibera con la quale si proponeva il dissesto. Ora abbiamo bisogno di porre fine a questa diatriba».

Lei che idea si è fatto?

«Se c’è una sola possibilità per evitare il dissesto, credo che il commissario dovrebbe perseguirla. Ma per una maggiore tranquillità di tutti sarebbe opportuno commissionare un parere autorevole e terzo. Nonostante le limitate disponibilità finanziarie del Comune, comunque, non mancano i soldi per un incarico, anche perché l’inoperosità dell’amministrazione Ciampi ha evitato spese, anche quelle per i servizi essenziali».

Pensa che vi sia il tentativo di qualcuno di interferire nelle scelte che si dovranno compiere, per far pendere la bilancia a favore del dissesto?

«Mi auguro proprio di no. Non sono tra quelli che abitualmente credono nei complotti. I nervosismi e le diversità di vedute però non aiutano. E alla fine c’è il rischio che si pensi a male».

Proviamo a guardare avanti. Su quale progetto politico punterà il Pd per le prossime elezioni amministrative?

«Quale Pd? Fino a quando il partito sarà nelle mani di un segretario che rappresenta soltanto una minoranza degli iscritti non vedo prospettive, né possibilità di dialogo. Non si è mai parlato dei problemi della città. Al di là di qualche comunicato che la segreteria ha inviato autonomamente, ricalcando le posizioni di alcuni consiglieri, non s’è visto nulla».

Anche lei, dunque, è favorevole ad una proposta civica?

«Abbiamo bisogno di un ricambio di classe dirigente. Mi sto quindi confrontando con diversi professionisti di Avellino per convincerli a scendere in campo».

Ha deciso di non sostenere il Pd?

«Il mio contributo lo darò lo stesso, ma non in prima persona. Almeno, non in queste condizioni. Sono curioso di verificare l’insediamento sul territorio e le capacità organizzative dei vertici di Via Tagliamento. Nella fase attuale mi dedicherò al congresso».

Anche in questo caso si prevede un confronto non facile tra le diverse componenti. Lei sosterrà Martina?

«Sì, sono un sostenitore della prima ora di Martina. Immagino proprio che il confronto non sarà semplice».


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