Giovanni Acocella (foto de Il Giornale dell'Irpinia)

«Giovanni Acocella: un uomo di scienze al servizio delle Istituzioni»: è il titolo del convegno organizzato dall’Arec, l’associazione degli ex consiglieri regionali, per ricordare la figura di Giovanni Acocella, docente di matematica e fisica ed esponente socialista, che ha rivestito incarichi di vertice nell’amministrazione provinciale e in Regione. (Leggi l’articolo)

Molto nutrito il parterre degli intervenuti, che hanno testimoniato l’impegno culturale, politico e civile, oltre che il profilo umano, del professore calitrano, vissuto ad Avellino. Un’occasione per rimettere al centro del dibattito temi come il ruolo della politica, il rilancio del Mezzogiorno, gli effetti negativi della globalizzazione, l’incertezza delle prospettive per i giovani e la necessità di restituire dignità e spessore alle istituzioni e a chi le rappresenta.

Ma anche l’opportunità per far emergere uno spaccato dei processi democratici del Paese, della temperie delle stagioni politiche del passato, delle conquiste sociali determinate dai movimenti di lotta popolari e di sinistra, delle spinte emancipatrici che la cultura meridionalistica ha attivato e di un pezzo pregevole di storia del territorio irpino.

L’ex presidente del Senato, Nicola Mancino, ha messo a fuoco alcuni aspetti dell’impegno di Acocella: «Ha rappresentato l’idea di una politica utile, che si poneva come obiettivo il cambiamento della società. Oggi mancano uomini di questa tempra, che possono alimentare concretamente una speranza. In passato, abbiamo vissuto stagioni di grande dialogo tra culture differenti, che lavoravano per l’avanzamento sociale. E’ importante che i giovani conoscano la storia del Paese».

Ancora di attualità il divario tra Nord e Sud dell’Italia: «Il rilancio del Mezzogiorno resta uno dei problemi centrali del Paese, ma purtroppo non è più presente nell’agenda politica italiana. La politica non sta svolgendo il suo compito: dare risposte. La globalizzazione ha creato frammentazione e precarizzazione sociale».

L’ex senatore, Modestino Acone, ha portato avanti una riflessione critica sulle difficoltà del presente e sulla inadeguatezza dell’attuale rappresentanza politica: «La vecchia classe dirigente non si è chiesta perché oggi viviamo una condizione di forte precarietà, di disgregazione della comunità e di delegittimazione della politica. Nulla avviene per caso. Le conquiste di anni di lotta, sul fronte del lavoro e dei diritti, di cui Acocella è stato protagonista, che sembravano incontestabili, hanno subìto un colpo d’arresto. L’economia è ormai al servizio della Finanza».

L’ex deputato, già assessore regionale Marco Di Lello, ha voluto rendere noto il suo ricordo personale di Acocella: «Per i giovani del Psi come me era un riferimento alto. Un socialista galantuomo, la cui preparazione e dirittura morale non erano in discussione. Avere guide così, ci ha consentito in momenti difficili di fare la traversata nel deserto, senza perdere la rotta. Cosa penserebbe della politica di oggi, dove si assiste alla sublimazione dell’ignoranza, che non tollera il sapere?».

E dell’impegno scientifico e didattico di Acocella ha parlato Carmine Iodice: «Credeva nel ruolo importante che la scuola svolge nella formazione della coscienza critica dei cittadini. In lui l’impegno politico socialista e l’attività culturale erano un tutt’uno coerente».

Significativo il contributo dato alla ricostruzione storica della figura del chimico irpino Oscar D’Agostino e dei ragazzi di via Panisperna, il gruppo di giovani scienziati dell’Istituto di fisica diretto dal premio Nobel, Enrico Fermi.

«Approfondendo i documenti ed i carteggi – ha affermato Iodice – del fondo librario di D’Agostino, riuscì a scovare degli appunti di Fermi, soltanto grazie alla sua conoscenza approfondita della materia, con risultati che ebbero grande risonanza, sul piano nazionale ed internazionale».

 

 

 

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