Ato Rifiuti, Tropeano: gli impianti di trattamento priorità in Consiglio

Il consiglio dell’Ente d'ambito si riunirà domani mattina per approvare lo statuto e per definire le linee di intervento del ciclo integrato. Per il biodigestore previsto a Chianche è allo studio una nuova localizzazione. L'implementazione e l'ammodernamento delle strutture restano i nodi da sciogliere.

Il consiglio dell’Ato rifiuti di Avellino si riunirà domani mattina per approvare lo statuto del nuovo ente d’ambito e per definire le linee di intervento del ciclo integrato. Con il presidente Valentino Tropeano, sindaco di Montefredane, abbiamo affrontato le principali questioni sul tappeto.

Il Presidente dell’Ato Rifiuti di Avellino, Valentino Tropeano

Il percorso dell’Ato rifiuti dalla sua costituzione procede con lentezza. Come mai?

«Finora mancavano completamente mezzi e strumenti ed abbiamo dovuto assolvere a diverse incombenze burocratiche preliminari. Con la nomina del direttore generale, potremo procedere più speditamente. Mi auguro che quanto prima riusciremo anche a dotarci di un vero e proprio ufficio, con personale distaccato dalla Regione, e di una sede ufficiale, che probabilmente potrà essere allocata nell’ex Caserma Litto di Avellino, con la disponibilità della Provincia. L’approvazione dello Statuto dell’Ato e delle prime indicazioni operative per il Piano d’Ambito, che approfondiremo con i sindaci, è un importante passo avanti».

Quali saranno le priorità d’intervento?

«La priorità resta l’impiantistica sul territorio. Servono strutture adeguate e moderne per il trattamento dei rifiuti, in modo da garantire il completamento del ciclo direttamente in loco. Così sarà possibile una gestione efficiente ed economica, consentendo un abbassamento delle tariffe. Presto entreremo nel merito della discussione con i sindaci, attraverso una serie di incontri che svolgeremo nei vari comprensori della provincia».

Per il biodigestore previsto a Chianche si sta studiando un nuovo sito dove realizzarlo. La Regione ha passato la palla all’Ato. In quale direzione si intende procedere?

«Sulla questione si è fatta un po’ di confusione. Con la nuova norma la competenza sulla materia è dei Comuni. Stiamo valutando insieme ai sindaci altre opzioni. Si era prospettata l’implementazione dell’impianto già esistente a Teora, ma probabilmente non risponde ai requisiti richiesti. Di sicuro c’è che l’Irpinia ha bisogno di un ulteriore impianto».

Quando bisogna decidere sulla realizzazione e sulla localizzazione di nuovi impianti si ripresentano i problemi di sempre con l’opinione pubblica, ma anche con le amministrazioni locali. Non è così?

«Sì, purtroppo. Anche se mi sembra che la situazione stia cambiando. Gli amministratori pubblici stanno acquisendo una nuova consapevolezza. Il nostro compito non è sollevare problemi, ma risolverli. Il punto è che produciamo rifiuti e siamo tenuti a gestirli. E’ una questione che riguarda direttamente il nostro territorio. Non sciogliere i nodi, significa soltanto procrastinare le decisioni, con il rischio che si aggravino i problemi».

Tra i cittadini c’è però una giusta preoccupazione, per evitare che in alcune aree si concentri la presenza di impianti, con eventuali conseguenze negative per l’ambiente e per la salute delle persone. Senza contare la necessità di tutelare risorse agricole e paesaggistiche.

«E’ vero. Ma non bisogna esasperare i toni e creare inutili allarmismi. Fortunatamente abbiamo uno splendido territorio ed è nostro dovere salvaguardarlo. Va tenuto conto però che non stiamo parlando di interventi massicci ed invasivi, che andranno realizzati attenendosi a tutte le prescrizioni del caso. Le leggi prevedono già una serie di misure a garanzia dell’ambiente. La scelta più ecologica che possiamo compiere è spingere sulla differenziata, ma questo comporta necessariamente il potenziamento degli impianti di trattamento».

Qual è la dotazione di cui dispone attualmente la provincia di Avellino?

«Abbiamo impianti per il riciclaggio dei diversi materiali, quelli per gli ingombranti e per il compostaggio. La filiera è quasi completa. Effettueremo un monitoraggio dettagliato per comprendere precisamente le nostre esigenze. Nei 118 Comuni irpini vengono prodotte da 130 a 150 mila tonnellate di rifiuti. Un quantitativo che possiamo gestire senza difficoltà. I risultati sono già molto positivi. Dobbiamo perfezionare il sistema».

Andrà poi avviata la procedura per definire il nuovo gestore dei servizi.

«E’ l’ultimo dei problemi. Stabiliti i criteri e la tariffa, qualunque gestore dovrà attenersi alle indicazioni contrattuali. Vedremo quali saranno i termini dell’affidamento e poi se si tratterà di una società pubblica, mista o privata».

In passato non è stata una scelta così semplice e non è del tutto indifferente l’esito finale.   

«Avendo chiari gli obiettivi, la scelta verrà compiuta agevolmente. Sono fiducioso. Facciamo un passo alla volta».

 

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