L’area industriale del Calaggio ha ottenuto la denominazione di Zona Economica Speciale, e imprenditori e portatori di interesse restano alla finestra in attesa della diffusione dei decreti attuativi per avere contezza delle misure che saranno adottate nell’area. Il Calaggio gode di una posizione geografica strategica dirimente per gli scambi commerciali e la logistica, tale da rappresentare la porta d’ingresso in Irpinia dalla Puglia. Le attività industriali presenti nell’area riguardano diversi settori e nonostante i gravi disagi registrati sulla viabilità, negli ultimi anni ha catturato un numero sempre crescente di investimenti, tali da rendere disponibile un solo capannone: l’ex Mulat. Il settore prevalente è il metalmeccanico, con la O.M.I., ma primeggia la Italpack con 100 dipendenti. Senza trascurare le aziende che si occupano di zincatura a caldo di prodotti siderurgici e sabbiatura-verniciatura, il tessile, l’alimentare. L’impegno di Asi e Comune però, è totalmente concentrato sull’assegnazione della ex Mulat, prima di chiudere tutte le 13 caselle e appendere il cartello “completo”. Ma secondo le stime pubblicate dall’Asi, la superficie disponibile per nuovi insediamenti è superiore ai 34mila metri quadrati: così le misure sulla Zes e gli investimenti sulla viabilità mirano ad ampliare il potenziale d’investimento dell’area e a costruire il polo industriale dell’Irpinia d’oriente. Ne parliamo con il sindaco di Lacedonia Antonio Di Conza.

Sindaco Di Conza, il decreto di assegnazione della Zes al Calaggio rende l’area particolarmente appetibile per generare nuove economie. Qual è il ruolo dell’amministrazione in questa partita?

“In realtà l’assegnazione del ruolo di Zona Economica Speciale non ha comportato grandi novità sull’area, e attendiamo un pronunciamento della giunta regionale sul piano strategico previsto e sulle agevolazioni che ci saranno. L’amministrazione in questa partita non ha competenze, se non quella di interfacciarsi con l’Asi. Da parte nostra in realtà registriamo già una intensa crescita dell’area, per la sua posizione strategica, ma anche perchè rappresenta uno snodo determinante per la mobilità e la logistica”.

Antonio Di Conza, Sindaco di Lacedonia

Quali sono i dati che emergono dal suo osservatorio?

“Abbiamo fatto uno screening, in attesa del provvedimento attuativo della Regione che dovrebbe agevolare gli investimenti. Di comune accordo con il Presidente Asi Vincenzo Sirignano abbiamo messo a bando gli ultimi opifici industriali disponibili, e resta da assegnare soltanto l’ex Mulat, su cui è già scaduto un bando e siamo in attesa della pubblicazione del secondo”.

Il primo bando è andato deserto?

“Non ha partecipato nessuno, nonostante fosse stato pubblicato sull’albo del Comune di Lacedonia e sull’albo dell’Asi. Ora prevediamo un nuovo bando più snello e più appetibile per catturare investitori pronti a rilevare la struttura. Si tratta di 20mila metri quadrati, ed è lo stabile più grande dell’area. Risponderebbe alle caratteristiche di una grande industria manifatturiera, ma non poniamo limiti: la base d’asta è fissata a 800mila euro, e il costo è stato già ridotto”.

L’area industriale del Calaggio

Quale sarebbe l’identikit dell’imprenditore ideale che dovrebbe farsi avanti?

“Nessun requisito in particolare se non l’attendibilità di chi vorrebbe fare l’investimento. Purtroppo nel passato abbiamo maturato anche esperienze negative, con aziende che si sono aggiudicate le strutture e poi invece a tutto si sono dedicati tranne che ad attività produttive”.

Lacedonia in questo momento storico ‘subisce’ una vocazione all’eolico. Ha mai immaginato di sostenere la nascita di un’azienda impegnata nella produzione delle turbine che possa inserirsi nel contesto dell’economia locale?

“Nell’area industriale è già presente un opificio di una società impegnata nell’eolico, in cui nascerà una succursale della sede della Fiel, che si occuperà anche di costruire un impianto di videosorveglianza sulle turbine”.

Ci sono dei settori particolari su cui sarebbe preferibile spingere?

“Su tutte le attività produttive in generale: per l’altezza dei capannoni e la struttura a disposizione si attende la chiamata di una multinazionale. Ma abbiamo svariati segmenti di produzione, anche nel campo della cosmetica, con un’azienda impegnata nella lavorazione delle cipolle da cui ricavano prodotti. Tutto ovviamente nel pieno rispetto dell’ambiente. Noi chiediamo l’affidabilità degli imprenditori e la possibilità di spalmare nuova occupazione”.

L’ingresso ai vecchi uffici avellinesi del Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale di Avellino, l’Asi

Lei si confronta spesso con l’Asi di Avellino?

“L’attenzione da parte dell’Asi è molto alta sulle politiche di attrazione. Collaboriamo non solo in vista dell’ufficializzazione della Zes, ma anche su un progetto di videosorveglianza, sulla viabilità del Calaggio”.

Gli interventi annunciati sulla viabilità supportano la strategia di sviluppo industriale messa in campo dalla Regione Campania.

“Gli interventi di finanziamento sulla viabilità erano particolarmente attesi, non solo per l’area industriale e il collegamento al casello autostradale, ma anche per il comune di Lacedonia. In particolare sulla strada Grondelle è una strada comunale e collega la zona industriale al paese: si tratta di un intervento che aggiunge un nuovo tassello alla progettazione dell’area di servizio”.

L’apertura di una stazione di servizio al Calaggio è stata annunciata già diversi anni fa, ma il progetto stenta a decollare. 

“Costruire una stazione di servizio nell’area non è più rinviabile: al Calaggio si fermano ogni giorno circa 50 pullman, per un totale di mille passeggeri al giorno. Tutte le compagnie di pullman sostano nel parcheggio dell’area, dove sono previste fermate e snodi, in partenza e arrivo dal Nord Europa e fino alla Sicilia. La nostra scommessa è quella aprire un punto ristoro, in quanto il sito è una naturale porta d’ingresso in Irpinia dalla Puglia. Si tratta di un progetto che trova la sua completezza con la dotazione della videosorveglianza, la viabilità che consente a tutti i paesi di raggiungere il casello autostradale, e gli interventi derivanti dalla Zes”.

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