Santaniello: “Piano assunzioni, una grande opportunità per la Campania”

TUTTI I DETTAGLI SUL CORSO-CONCORSO. La dirigente dell'Ufficio di gabinetto della Regione e presidente dell'assemblea del Pd irpino illustra gli obiettivi dell'operazione di Palazzo Santa Lucia. Per le elezioni provinciali pieno sostegno al candidato del centrosinistra, Michele Vignola.

Con 10mila assunzioni negli uffici pubblici prende il via il Piano per il Lavoro nelle pubbliche amministrazioni della Campania. L’obiettivo del progetto di Palazzo Santa Lucia è selezionare, formare e qualificare, con le modalità del corso-concorso, 10 mila potenziali dipendenti pubblici (personale di area D e C), da immettere negli organici della Regione e delle amministrazioni locali della Campania, che aderiranno all’iniziativa, a copertura delle posizioni già vacanti e di quelle che si libereranno a seguito dei pensionamenti previsti nel prossimo triennio.

Si intende così non solo fornire personale agli enti locali, che ne hanno necessità, senza costi aggiuntivi per l’espletamento di bandi ed istruttorie, accedendo alla graduatoria unica che verrà stilata, ma anche preparare figure professionali con profili specifici.

La previsione di spesa complessiva è di 104 milioni di euro. Le risorse verranno attinte dal Fondo sociale europeo e dal Fondo per lo sviluppo e la coesione.

Dopo la fase di ricognizione dei fabbisogni assunzionali, appena partita con la pubblicazione della manifestazione di interesse rivolta alle amministrazioni pubbliche locali, si procederà con il bando del corso-concorso, che prevede una preselezione con prova attitudinale ed una successiva selezione dei candidati, con due prove scritte, con la quale si determineranno gli ammessi alle attività di formazione a distanza e di tirocinio, presso gli enti locali, retribuite. Il percorso avrà una durata di 10 mesi, al termine dei quali si svolgerà una prova orale finale, per la definizione delle graduatorie per le assunzioni. I concorsi saranno rivolti a diplomati e laureati, probabilmente senza limiti d’età. L’operazione sarà gestita in collaborazione con il Formez.

Nuova Irpinia ha chiesto a Roberta Santaniello, dirigente dell’Ufficio di gabinetto della presidenza della giunta regionale e presidente dell’assemblea provinciale del Pd, di illustrare i termini del Piano ed una valutazione sulla campagna elettorale per il rinnovo del consiglio provinciale di Avellino.

Santaniello, in questi giorni è partita un’operazione che alimenterà la speranza di molti cittadini della Campania.

«Sì, qualche settimana fa, in giunta è stata approvata la delibera per le procedure concorsuali del Piano per le assunzioni nella pubblica amministrazione. E’ un primo importante atto per la creazione di posti di lavoro, ma anche di efficientamento delle strutture degli enti locali. L’iniziativa, infatti, oltre a garantire un turn over efficace ed efficiente, contribuirà ad innalzare la qualità dei dipendenti pubblici, attraverso la progressiva immissione in ruolo di risorse capaci, specificamente selezionate e formate sulle competenze necessarie a supportare processi di sviluppo locale sostenibile, coerenti con gli obiettivi comunitari e nazionali».

Così si da seguito, almeno in parte, alla proposta lanciata dal governatore Enzo De Luca, tra polemiche e scetticismi, di varare un piano che portasse all’assunzione in tutto il Paese di 200 mila persone.

«Nei prossimi cinque anni andranno in pensione nel nostro Paese circa 450 mila persone. Occorre quindi accelerare fortemente i tempi di reintegro. Da qui l’impegno sottoscritto dai governatori del Mezzogiorno ad attivarsi per agevolare un percorso che potrebbe portare, con lo sblocco del turn-over nella pubblica amministrazione, all’assunzione di circa 80 mila lavoratori. Per il Sud è una grande occasione per abbassare l’età media dei lavoratori e aumentare il numero dei laureati. La Campania è la prima regione ad aver avviato questo percorso».

Ma il lavoro va creato anche in altri settori e con interventi di sostegno alle attività produttive. Non crede?

«Sì, certamente. Premesso che non può esserci un’industria 4.0 senza una pubblica amministrazione moderna ed efficiente, la Regione sta mettendo in campo forme di sostegno alle attività produttive del territorio. Soltanto attraverso una sinergia tra pubblico e privato sarà possibile uscire dalla crisi, rilanciare l’economia e creare occupazione. E’ l’unica strada per arrestare la desertificazione e lo spopolamento in atto al Sud ed in particolare nelle aree interne. E’ necessario garantire un futuro ai giovani e alle comunità. I risultati degli interventi non si vedranno immediatamente, ma bisogna invertire il processo, anche contrastando gli effetti deleterei della globalizzazione spinta».

I territori e le istituzioni che li rappresentano chiedono ascolto. In che modo è possibile rimettere al centro della politica e delle azioni di governo le esigenze delle comunità locali?

«Se non si conoscono i reali fabbisogni della società e delle comunità locali non è possibile risolvere i problemi. Proprio per questa ragione ho spesso mosso una critica al mio partito, il Pd, perché non è stato sufficientemente in grado di cogliere le istanze della cittadinanza, dilaniato com’è da sterili scontri interni e condizionato da vecchie logiche. Serve un lavoro capillare sul territorio, di interlocuzione con le soggettività sociali e con le istituzioni».

I Comuni lamentano anche una difficoltà di dialogo istituzionale con i livelli di rappresentanza superiore. La Provincia, se rilanciata, può rappresentare l’anello di congiunzione tra gli enti locali e la Regione?

«La Regione è un ente di programmazione che ha sempre cercato di aprire un canale di comunicazione diretta con i territori, ma certamente la Provincia può rappresentare un luogo di raccordo istituzionale, rivedendone le competenze, oggi limitate. E’ necessario anche mutare atteggiamenti, superando fazioni e campanilismi».

Tra qualche giorno si terranno le elezioni provinciali. Non senza difficoltà, il Pd ed il centrosinistra hanno trovato un’intesa sulla candidatura per la presidenza di Palazzo Caracciolo, puntando sul nome di Michele Vignola.

«C’è stato un processo molto articolato, che ha visto anche forti contrapposizioni, ma alla fine siamo riusciti a trovare la quadra. Adesso c’è un candidato unitario, dobbiamo guardare in avanti ed impegnarci per raggiungere il risultato. Al vertice della Provincia dobbiamo riportare una rappresentanza ed una visione politica di centrosinistra, determinando una discontinuità con il passato».

Non considera soddisfacente l’esperienza Gambacorta, a cui hanno contribuito anche rappresentanti del Pd e del centrosinistra?

«In questi anni mi è capitato di raccogliere lamentele di amministratori, in merito alla ripartizione dei fondi per gli interventi per scuole e viabilità. I criteri adottati non sarebbero sempre stati oggettivi».

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