Pd, resa dei conti tra le aree De Caro e D’Amelio. Per ora vano l’appello del Pd nazionale

L'ex Sottosegretario alle Infrastrutture punta a imporre il proprio candidato alla guida di Palazzo Caracciolo, mettendo nell'angolo la Presidente del Consiglio Regionale assente alla riunione del Nazareno sulle elezioni in Irpinia. Ma cresce tra gli amministratori locali la linea della responsabilità. Alla finestra i Popolari che chiedono una candidatura terza, aprendo ad un nome espressione di una delle realtà urbane maggiori

Per ora è caduto nel vuoto l’appello lanciato dal Partito Democratico nazionale, che domenica ha chiesto un accordo unitario su candidatura, lista e coalizione a via Tagliamento alle prossime elezioni provinciali.

In queste ore i capi corrente avrebbero promosso riunioni interne proponendo candidati di bandiera, in particolare nelle aree riconducibili a Umberto Del Basso De Caro e a Rosa D’Amelio, mentre continuano gli appelli alla ragionevolezza e alla responsabilità di Enzo De Luca e di numerosi sindaci, a cominciare da Michele Vignola primo cittadino di Solofra.

La riunione di domenica al Nazareno, promossa dal Responsabile Enti Locali Matteo Ricci con la partecipazione di Umberto Del Basso De Caro, Luigi Famiglietti ed Enzo De Luca, ha visto assenti Rosa D’Amelio, Valentina Paris e il segretario provinciale Giuseppe Di Guglielmo. Una circostanza che ha rappresentato plasticamente a Roma la situazione di profonda spaccatura in cui i Democratici avellinesi si ritrovano. La stessa che inizialmente aveva diviso in due il partito sulle mozioni congressuali Di Guglielmo e Ciarcia, con le liste di quest’ultimo poi ritirate dai giochi in aperta contestazione dell’anagrafe degli iscritti e dei regolamenti imposti dalla allora struttura commissariale.

Enzo De Luca, già senatore, componente della segreteria regionale del Partito Democratico

Ma lo scenario è mutato rispetto ad allora. Una parte crescente degli iscritti e degli amministratori locali riconducibili alle posizioni di Enzo De Luca si sono tirati fuori dalla contesa, ritenendo esaurita quella fase, nell’imminenza di un congresso nazionale che ridisegnerà tutti gli equilibri anche a livello locale. Per questa parte devono prevalere le ragioni unitarie, in nome di un interesse superiore, quella della ripartenza del Pd in Irpinia nel contesto più generale campano e nazionale.

Nonostante questo, la radicalizzazione dello scontro tra il sannita ex Sottosegretario alle Infrastrutture e la Presidente del Consiglio Regionale ha vissuto lunedì la sua giornata cruciale, con il primo deciso alla resa dei conti. Approfittando della mancata partecipazione alla riunione di Roma di D’Amelio e Di Guglielmo, De Caro sembra puntare ad ottenere dal partito nazionale il riconoscimento della leadership territoriale, imponendo il proprio candidato.

Come è noto, l’uso del simbolo non è nella disponibilità dei dirigenti irpini, ma esclusivamente del partito nazionale. Lo scontro sta avvenendo strumentalmente proprio sul nome da candidare alla guida di Palazzo Caracciolo con l’obiettivo di porre in rotta di collisione il partito nazionale con la segreteria provinciale avellinese.

Il deputato Umberto Del Basso De Caro e Luigi Famiglietti

Del Basso De Caro sostiene per questo la candidatura di Beniamino Palmieri, sindaco di Montemarano dal 2012, apprezzato per le sue doti di amministratore e di professionista, mirando ad assorbire anche il sostegno dell’ex deputato Luigi Famiglietti, da sempre vicino a Palmieri. Rosa D’Amelio, dal canto suo, pur disponibile a convergere su una figura in grado di unire il partito, in assenza di una prospettiva unitaria non accetterà l’imposizione di Palmieri e resterà schierata a sostegno del sindaco di Teora Stefano Farina, altro nome che raccoglie consenso dentro e fuori al partito per il suo percorso amministrativo anche nel consiglio provinciale attuale.

Matteo Ricci, sindaco di Pesaro Urbino e responsabile Enti Locali nella segreteria Pd guidata da Maurizio Martina

Ma questo risoluto assalto al fortino della segreteria provinciale potrebbe ritorcersi contro il deputato sannita e i suoi. Dallo scenario descritto potenzialmente emerge la possibilità di una larga convergenza su un terzo nome tra la componente responsabile centrista e la maggioranza di via Tagliamento, qualora ogni appello alla ragionevolezza dovesse cadere nel vuoto. Questa prospettiva potrebbe vedere favorevole anche l’area Popolare di Ciriaco De Mita, che ha già fatto sapere da tempo di essere pronta ad appoggiare un candidato Democratico a patto che sia espressione di uno dei centri maggiori, superando le opzioni di Palmieri e Farina in favore di un terzo nome.

Nella foto la sede della amministrazione provinciale di Avellino nello storico Palazzo Caracciolo di piazza Libertà

AVELLINO NELLA PARTITA NAZIONALE. Anche agli occhi del segretario nazionale Maurizio Martina, impegnato sui territori a favorire azioni unitarie in vista di elezioni provinciali ritenute fondamentali per le sorti del partito, il conflitto tra Del Basso De Caro e D’Amelio è un fatto. La responsabilità a cui sono chiamati i rappresentanti istituzionali e politici locali del Pd si riverbera pertanto nello scenario nazionale. Tutti ricordano l’eco che ha avuto la sconfitta del candidato di Centrosinistra alle elezioni comunali del Capoluogo nel giugno scorso, dove le divisioni interne e i tatticismi tra i candidati hanno consentito ai Cinque Stelle di risalire al ballottaggio dalle retrovie in cui l’elettorato li aveva messi al primo turno. Un eventuale sconfitta anche a Palazzo Caracciolo, alla vigilia di elezioni nei Comuni che in primavera porteranno i Cinque Stelle all’assalto delle posizioni tradizionali di quello che erano Centrosinistra e Centrodestra, potrebbe rappresentare l’atto finale di una resa iniziata già nel ballottaggio di Avellino. Da Roma si fa notare che il livello dello scontro con la maggioranza gialloverde di governo, mentre in Europa stanno precipitando le quotazioni politiche e finanziarie italiane, richiede una coesione assoluta a partire dal Pd ben oltre il perimetro dei Democratici, ha chiarito lo stesso Martina intervenuto alla manifestazione nazionale di domenica nella affollata cornice di piazza del Popolo a Roma.

Servono risultati positivi nelle roccaforti tradizionali, tra le quali rientra la provincia di Avellino, per dieci anni tra quelle con il più alto consenso in percentuale a favore dei Democratici in Italia tra il 2007 e il 2017.

Per ora al Nazareno si sta valutando la situazione, in attesa che siano i dirigenti territoriali a recuperare compattezza e senso di responsabilità. Poi si interverrà con l’obiettivo di vincere le elezioni irpine.

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