L’Irpinia si mobilita contro il biodigestore, D’Amelio apre al confronto. “#Nessuno tocchi l’Irpinia” è l’emblematico slogan della manifestazione, indetta per questa mattina, per dire no all’impianto di trattamento dei rifiuti che la Regione intende realizzare a Chianche.

Un corteo di mezzi agricoli, autoveicoli, biciclette e persone in partenza alle 9 dall’area industriale di Arcella, a Montefredane, nei pressi della Novolegno, con destinazione Ponte dei Santi ad Altavilla Irpina

L’iniziativa è stata organizzata dal Comitato “No al biodigestore, sì al Greco di Tufo” e dal “Consorzio Tutela dei Vini d’Irpinia” ed ha raccolto, in queste settimane di preparazione, numerose adesioni di amministratori locali, a cominciare dai sindaci di Altavilla, Torrioni, Tufo, Petruro e Santa Paolina, aziende agricole e vitivinicole (Consorzio degli Otto Comuni delle Terre del Greco di Tufo, Consorzio Terre di Tufo), associazioni (Legambiente, Slow Food), sindacati e associazioni di categoria (Cgil, Coldiretti) e cittadini.

La vicenda ha inizio nel 2012, quando il sindaco di Chianche, Carlo Grillo, in scadenza di mandato (successivamente riconfermato), ha offerto la disponibilità ad ospitare sul territorio il biodigestore, rispondendo ad un bando di Palazzo Santa Lucia.

Nonostante il parere contrario delle altre amministrazioni locali della zona, però, l’iter è andato avanti e la scelta è stata difesa dalla Regione.

Il fronte del No, dunque, chiede che la decisione venga revocata, tenendo conto dell’impatto che l’impianto avrebbe sull’ambiente e dei danni che potrebbe provocare alle coltivazioni (leggi l’articolo), al turismo enogastronomico (leggi l’articolo), anche in termini di immagine, in un’area vocata alla coltivazione del rinomato docg irpino.

D’altra parte, la provincia di Avellino in questi anni ha già pagato un prezzo molto alto a causa dell’emergenza rifiuti ed ha consentito l’installazione di impianti sul proprio territorio, a servizio anche degli altri comprensori.

Ma finora le preoccupazioni delle comunità locali non hanno trovato ascolto nei vertici della giunta regionale. A lanciare un segnale di apertura, invece, ci ha pensato la presidente del consiglio, Rosetta D’Amelio, invitando le parti ad un confronto responsabile: «La Regione farebbe bene a fermarsi per riflettere e, se necessario, faccia anche un passo indietro, purché si ragioni di scelte alternative».

L’esponente del Pd ha quindi ricordato il quadro entro il quale si sono consumate le decisioni: «La Regione ha sempre sostenuto che ci vogliono i biodigestori. Non possiamo pensare che non si costruiscano gli impianti a casa nostra e che i nostri rifiuti vadano altrove. Gli impianti se fatti bene sono un’opportunità. La Regione ha scelto Chianche perché il Comune aveva offerto la disponibilità. Anche l’amministrazione di Conza della Campania aveva mostrato interesse, ma quando è venuto meno, non se ne è fatto più nulla».

D’Amelio ha perciò proposto la convocazione di un tavolo istituzionale per approfondire la situazione e decidere il da farsi.

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