Giunta Ciampi, il Pd sta decidendo
Ambrosone: staccare la spina

Questa mattina riunione delle rappresentanze consiliari nella sede del partito in via Tagliamento per decidere la linea da tenere nella crisi al Comune

Il gruppo consiliare del Partito Democratico è ancora riunito per decidere la linea unitaria da tenere sulla Giunta Ciampi e sul voto da esprimere lunedì sulle linee programmatiche proposte da sindaco ed esecutivo. Saranno presenti ai lavori tutte le rappresentanze ascrivibili al Pd, a partire dai sei consiglieri della compagine, guidata dalla capogruppo.

Da quanto filtra, la scelta di far cadere l’Amministrazione Ciampi, trova unanimi consensi. Si stanno approfondendo i tempi. Per il capogruppo martedì dovrebbe essere la giornata decisiva.

Enza Ambrosone si dice decisa a chiudere subito l’esperienza del Sindaco pentastellato, che ritiene già inadeguato agli occhi dei cittadini. “Hanno avuto modo di misurarlo alla prova dei fatti”, dice. Soprattutto, evidenzia “il dovere delle forze di opposizione di agire per farlo decadere, qualora di fronte ad un chiaro voto contrario del Consiglio comunale, Ciampi decidesse di violare ogni logica e regola, arroccandosi nel Palazzo”. Allora, afferma, “quelle stesse forze di opposizione dovrebbero chiudere l’esperienza, recandosi dal notaio”.


LO SCENARIO. Giornata di consultazioni

LE POSIZIONI | Cipriano e Festa | Petitto

Delegati dei territori nella sede nazionale del Pd al Nazareno

IL CONFRONTO NEL PD. Ambrosone sottolinea il valore di una azione unitaria dei Dem a difesa dei principi democratici: “Quello che avremo nelle prossime ore al partito sarà un incontro chiarificatore della nostra posizione globale in Consiglio comunale, a partire dal convinto voto di sfiducia sulle linee programmatiche del Sindaco, proseguendo con l’approfondimento di tutti gli scenari possibili”.

Il capogruppo Pd rimarca che tutto dipenderà dal voto sulle linee programnatiche. In sostanza, “incassata la netta bocciatura del suo programma in aula, dove sarà certificata la mancanza di una maggioranza a sostegno anche della Giunta e della piattaforma amministrativa, il Primo Cittadino avrà il dovere morale e politico di dimettersi e, con lui, gli assessori, impegnando noi a supplire alla sua eventuale mancanza”.

Se Ciampi non si dimettesse, quindi,  “l’azione del Pd e degli altri gruppi di opposizione sarebbe obbligata dalle regole democratiche”.

Per il numero di voti che hanno raccolto le forze dell’area di Centrosinistra e gli altri gruppi di opposizione, è la tesi della capigruppo Pd, lo stop sul programma non consentirebbe la prosecuzione di una amministrazione a quel punto effettivamente minoritaria nella città, prima ancora che nell’aula consiliare.

“Dopo averlo bocciato agli atti, chi si assumerebbe la responsabilità di lasciarglielo attuare come se niente fosse il suo programma? Ne andrebbe della stessa autorevolezza e del prestigio del Consiglio comunale”.

A quel punto, “dovremo assumere noi l’iniziativa come Opposizioni, perchè avendo votato giustamente contro una piattaforma incompatibile con la nostra, non potremmo come opposizione legittimare l’operato di qualcuno sfiduciato politicamente agli atti proprio da noi…”.

Proprio per questo, “non si può lasciar passare nemmeno un giorno”, sottolinea con forza. “Occorrerebbe protocollare dimissioni di massa per far sciogliere il Consiglio. I tempi di una eventuale mozione di sfiducia, pure accettabile in linea di principio, in aula lascerebbero la città in balia dell’incertezza ingiustificatamente da parte nostra”.

Il messaggio è chiaro: “Nessun capo di una amministrazione potrebbe restare al suo posto di fronte ad una sfiducia votata con le proporzioni di quella che si profila, rappresentativa di decine di migliaia di voti, pari alla abbondante maggioranza assoluta di cittadini. A quel punto sarebbe nostro dovere chiudere l’esperienza, non potendo assumere la responsabilità politica di sostenere di fronte alla città una amministrazione priva di numeri”.

Il Sindaco di Avellino Vincenzo Ciampi

Sul piano politico, per l’ex Vicesindaco Ambrosone il Pd non ha altra scelta se non quella di lavorare responsabilmente alla costruzione di una alternativa nell’interesse della citta. “Anzichè restare a farci logorare in un’aula paralizzata, costretti ad assistere inermi alla macchina della propaganda dei Cinque Stelle, dobbiamo impegnarci da subito per offrire ai cittadini una compagine credibile, in grado di proporre una piattaforma programmatica per Avellino e per gli avellinesi, che attendono da una amministrazione soluzioni, assunzione di responsabilità e azioni, in luogo degli psicodrammi cui abbiamo assistito e stiamo assistendo”.

“IL CONSENSO DA RECUPERARE CON SERIETÁ”. Enza Ambrosone ritiene fondamentale “cogliere l’opportunitá delle elezioni anticipate per recuperare quella rilevante fetta di elettorato,  che si è sottratto al ballottaggio, consolidando la fiducia nei tanti che comunque hanno confermato anche al secondo turno la fiducia al Pd”. Lo ritiene imperativo “nel momento in cui i Cinque Stelle lavorano ormai chiaramente ad un asse gialloverde con una Lega arrembante, pronta ad aggredire e fare suo il Centrodestra attualmente preda della campagna mediatica di Matteo Salvini”.

Questa la posizione che Ambrosone porterà nella discussione all’interno del partito, al netto di altre due considerazioni aggiuntive. La prima riguarda “la pazienza dimostrata anche dagli altri gruppi, che con pazienza hanno tentato di agevolare i primi passi del nuovo sindaco, risultato indisponibile ad ogni ragionevolezza”.

La seconda, è diretta ai colleghi di partito. “Nel tempo attuale, che ridusegba stravolgendoli i concetti di rappresentanza e comunicazione, i tatticismi non servono”.

A questo proposito ciò che avviene nel quadro politico nazionale è emblematico: “Aver lasciato strada aspettando l’inciampo ha portato il partito nell’angolo”.

E conclude: “Se siamo vecchi nel modo di fare politica, interpretiamo la nostra responsabilitá alla vecchia maniera, onorando il simbolo sotto il quale siamo stati eletti o di cui ci fregiamo nelle circostanze favorevoli. Possiamo anche perdere, ma con coraggio sfidiamo l’inadeguatezza con la capacità di una visione autentica nell’interesse della città”.

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