Il palazzo degli uffici in piazza del Popolo, sede della amministrazione comunale di Avellino

Spunta un po’ di verde sul giallo della attuale amministrazione pentastellata di Avellino, ora gialloverde almeno in aula.

Messo alle strette dal voto che lo attende in Consiglio sulle linee programmatiche, il Sindaco di Avellino si ispira agli equilibri romani.

Dovendo scegliere, sfodera una prima intesa gialloverde, accogliendo un Centrodestra che non sembra resistere al richiamo della Lega di Matteo Salvini. E così facendo anticipa strategie forse utili in una prossima vicina campagna elettorale.

Sul piano politico, la mossa rende più difficile alle forze del Centrosinistra restare alla finestra come hanno fatto finora. Se in questo momento il binomio è in nuce, in prospettiva il sodalizio potrebbe rappresentare una minaccia seria alle velleità del Pd, in particolare, di riconquistare rapidamente piazza del Popolo.

Certo, oggi in aula per Vincenzo Ciampi la strada resta in salita. Centrodestra a parte, il suo programma non troverà i numeri sufficienti per raggiungere una maggioranza. Solo dodici i voti per l’amministrazione dei Pentastellati rappresenta una dotazione che non porterà lontano. Ma la desistenza di alcuni settori del Centrosinistra, quel poco che basta per mettere in incubatrice il nuovo schieramento gialloverde, potrebbe consentire anche ad Avellino quel travaso di dirigenti e di voti che altrove in Irpinia (per esempio nell’arianese) e nel Mezzogiorno stanno diluendo Forza Italia in un Centrodestra sempre più a trazione leghista.

Con l’andare dei giorni, se si consolidasse questo quadro potrebbe indebolire i fautori della alternativa, proiettati a parole già alla sfida delle europee prima e delle regionali poi, ma ora inchiodati nella zona grigia di una responsabilitá a questo punto dubbia.

Lo scenario emerso dopo la conferenza dei capigruppo, riunita ieri mattina a piazza del Popolo per decidere la convocazione del nuovo Consiglio comunale, appare contrastato.

Una settimana di polemiche roventi sembrava aver scavato un solco incolmabile tra il primo cittadino e la maggioranza delle forze rappresentate in aula. In realtà, nell’area del Centrosinistra il quadro è articolato. Se è vero che il Pd, Cipriano e Festa hanno confermato la convergenza sulla linea della opposizione, ritenendo non ricevibili le linee programmatiche presentate e inaccettabile l’atteggiamento del Sindaco nel suo rapporto con gruppi e Consiglio, su come agire subito sembrano in disaccordo.

Popolari e Pd ritengono arrivato il momento di staccare la spina. Anche Cipriano sembra aver chiuso definitivamente la porta di fronte ad ogni possibilitá di collaborazione, mentre per Festa la situazione appare più complessa.

Gianluca Festa, esponente del gruppo consiliare ‘Davvero’

A poche settimane dalle elezioni provinciali, il consigliere uscente potrebbe avere interesse a mantenersi all’opposizione ma in un Consiglio ancora nei poteri, anche in considerazione del fatto che il Presidente proviene dal suo gruppo e che le partite da giocare sul riassetto dei servizi pubblici locali e sugli altri dossier di interesse provinciale sono molteplici. L’invito alla cautela rivolto ai colleghi del gruppo Pd, del quale non fa parte al Comune, suona infatti come un invito a proseguire sulla strada dell’opposizione dura, ma non fino al punto da provocare un commissariamento.

L’invito ai colleghi Democratici a non avere fretta, salvo rischiare una seconda sconfitta alle prossime elezioni, così avrebbe consigliato, getta anche qualche ambiguità sulle sue intenzioni future. Esponente del Pd a Palazzo Caracciolo, tra i sostenitori della segreteria provinciale di via Tagliamento, in città Festa sembra orientato a giocare in autonomia la partita comunale.

Sul piano numerico il gruppo Davvero non è in grado di salvare Ciampi in questo quadro, ma la settimana è ancora lunga. Molto diipenderà dall’iniziativa politica interna al Pd ed anche dalla linea che terranno i Popolari, forze oggi determinate a lasciare andare Ciampi al suo destino.

Le prospettive di durata della attuale amministrazione restano incertissime. L’asse con il Centrodestra non garantisce il Sindaco sui numeri, ma anzi complica ulteriormente lo scenario chiarendo la sua bussola politica. A differenza di quanto fatto dagli esponenti del suo partito per il governo nazionale, Ciampi non aveva mai voluto prendere atto della insufficienza dei suoi numeri in aula, aprendo un confronto di merito con gruppi e schieramenti.

Dato l’esito elettorale, che ha visto prevalere le liste di Centrosinistra al primo turno e il candidato pentastellato nel ballottaggio per la scelta del sindaco, sarebbe stato per Ciampi plausibile e legittimo intavolare un confronto davanti alla città con il Centrosinistra. Sprecati questi due mesi trascorsi accumulando esternazioni dai toni alti e il piglio polemico e aggressivo, a questo punto sembra ormai tardi, salvo clamorosi capovolgimenti per ora difficilmente prevedibili, soprattutto nel nuovo contesto di alleanze.

La città, nel frattempo, segue con apparente distacco ma con una certa attenzione, pesando il comportamento di ciascun eletto, ad oggi non classificabile definitivamente nella maggioranza o tra gli oppositori. Con eventuali elezioni anticipate, al di là di un vento nazionale che in primavera dovrà essere verificato, ad Avellino l’esito di questo primo spicchio di consiliatura potrebbe riaprire tutti i giochi.

L’attendismo del Pd ha giovato finora solo ad un Sindaco che nel frattempo è passato da cinque a dodici voti, abbastanza per andare avanti con le desistenze.

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