Via ai ricoveri alla Rsa di Bisaccia, dove la struttura dell’Asl di Avellino è ora attiva. Dopo l’inaugurazione dei nuovi reparti nello scorso mese di giugno, dal 23 luglio la Residenza Sanitaria Assistenziale ha iniziato ad utilizzare i 20 posti letto per disabili a medio carico assistenziale previsti nella sua dotazione. Rappresenta la prima Rsa pubblica della provincia di Avellino, dove in questo settore operano eccellenze del comparto accreditato.


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Gli uffici della direzione generale dell’Asl

La Residenza Sanitaria Assistenziale si occupa della cura, del recupero e del mantenimento delle abilità. Le attività di ricovero riguardano persone affette da disabilità fisiche o psichiche e sensoriali in condizioni non compatibili con cure e assistenza domiciliari. Le prestazioni offerte dalla Rsa di Bisaccia, nell’ambito della Struttura Polifunzionale della Salute che nel 2012 ha sostituito l’allora presidio ospedaliero, sono di tipo sanitario, infermieristico, riabilitativo, ma anche di carattere psicologico.

L’obiettivo della Rsa era stato già fissato nel precedente Piano Ospedaliero Morlacco-Caldoro del 2012, prima di essere confermato nel nuovo elaborato da Joseph Polimeni e in fase di attuazione con il Commissario della Sanità in Campania Vincenzo De Luca. Ma la Direzione Generale di Avellino tiene a sottolineare la presenza del pubblico in un settore che in Campania, in particolare in provincia di Avellino, è affidato agli operatori accreditati e privati. In questo senso, ha parlato nei giorni scorsi con soddisfazione della rete riabilitativa avellinese come di un significativo esempio di progetto sociosanitario calibrato sulle effettive esigenze del paziente. In una nota, ha chiarito la portata della iniziativa per l’Azienda di Avellino.

“Per l’ASL di Avellino l’attivazione della RSA di Bisaccia rappresenta un passo importante, con l’obiettivo di offrire una risposta organizzata e tecnicamente innovativa ai bisogni socio assistenziali e clinici delle persone con disabilità, non assistibili presso la propria abitazione”, si legge nel testo elaborato dal Direttore Generale dell’ASL di Avellino, Maria Morgante. “La sua organizzazione si ispira ai principi di centralità della persona e appropriatezza dell’assistenza, attraverso l’accoglienza, la cura e il recupero funzionale delle persone portatrici di disabilità per periodi programmati e temporalmente limitati, favorendo il rientro a domicilio dell’utente”.

SUAP e Ospedale di Comunità, sono iniziati i lavori. Entro fine anno saranno attivati i 9 posti letto della Unità Speciale di Accoglienza Permanente

AL VIA I CANTIERI PER L’UNITA’ SPECIALE PER «L’ACCOGLIENZA PERMANENTE». Intanto la Regione Campania ha annunciato per la fine dell’anno l’attivazione di nuovi servizi a Bisaccia. «Verranno attivati entro la fine del 2018 nove posti letto della Speciale Unità per l’Accoglienza Permanente (SUAP) dei Pazienti in Stato Vegetativo (SV) e di Minima Coscienza (SMC)», si legge in una nota. «È stato consegnato infatti nei giorni scorsi il cantiere per l’avvio dei lavori di ristrutturazione e riqualificazione degli ambienti che ospiteranno la SUAP, all’ultimo piano dello stabile dell’ex presidio ospedaliero di Bisaccia».
L’Unità Accoglienza Permanente si svilupperà su «un’area di circa 600 metri quadrati, che confina con quella in cui nei prossimi mesi verrà realizzato l’Ospedale di Comunità». Entrambi gli interventi, si legge ancora, «sono finanziati dalla legge di Stabilità nell’ambito della Strategia Nazionale Aree Interne, che vede nel territorio dell’Alta Irpinia l’esperienza pilota per la Regione Campania».

Quanto all’investimento previsto per la realizzazione della SUAP, sono stati resi disponibili 1,035 milioni di euro. «L’intervento è strategico perché risponde alla necessità di adeguamento dell’offerta di servizi residenziali previsto dai documento di programmazione regionale, contribuendo a coprire con una struttura
pubblica metà del fabbisogno provinciale di posti letto per pazienti in Stato Vegetativo e di Minima Coscienza». Si tratta di quei soggetti che hanno raggiunto la stabilità clinica.  «Sono portatori di “gravissima” disabilità, che al pari di altri con importanti patologie croniche, necessitano di terapie di prevenzione, mantenimento e cura presso strutture pubbliche o private accreditate di carattere sociosanitario».

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