Sanità campana, stop al commissariamento da gennaio: il Ministero tratta, ma De Luca avverte

È ripreso un dialogo costante tra il governo e la Regione sul ritorno ai poteri ordinari con l'uscita dal piano di rientro dopo 12 anni. Il Ministro Roberto Speranza ha aperto spiragli ad una soluzione in tempi rapidi con decorrenza 2020

Roberto Speranza, Ministro della Salute

Sanità campana verso lo stop al commissariamento da gennaio: il Ministero della Salute attende la conclusione dell’istruttoria ai tavoli, in particolare quelli dei Lea. Ma pende il possibile ricorso al Tar confermato radiofonicamente dal Governatore, che già lo scorso mese ne aveva parlato in una intervista. A Roma il Ministero sembra orientato comunque a restituire i poteri alla Campania. Nei giorni scorsi lo stesso Ministro Roberto Speranza aveva ammesso che “ci sono stati grandi passi in avanti”, intervenendo alla Festa della Cgil di Napoli. In queste ore, con il passaggio della nota di aggiornamento del Def, Documento di Economia e Finanza, prende corpo la proposta di ridisegnare l’assetto finanziario della Sanità. Non solo si annuncia un collegato alla legge finanziaria, un disegno di legge per il riordino della materia del ticket e la modalità di compartecipazione alla spesa sanitaria, ma con il nuovo Patto della Salute aumenta di due miliardi la dotazione nazionale, si supereranno i commissariamenti per come si sono imposti nell’ultimo decennio e in alcuni casi, con il Lazio c’è la Campania, saranno restituiti i poteri. Il Ministero potrebbe chiudere la partita entro la fine di ottobre, sbloccando a novembre i poteri ordinari dopo dodici anni con decorrenza primo gennaio 2020. Questo consentirebbe al Governatore, Vincenzo De Luca, di portare per la prima volta dal 2007 una legge di stabilità regionale completa e di nominare un assessore alla Sanità. Il Ministro si è detto fiducioso sull’esito di una trattativa che è entrata nello snodo decisivo. In Campania non è solo il Governatore ad attendere, ci sono le associazioni di categoria delle imprese accreditate, i sindacati, gli ordini professionali, ma soprattutto i pazienti e i cittadini, costretti da oltre un decennio a sostenere l’onere di un servizio pubblico sottoposto alle regole del piano di rientro che ha compresso la spesa sanitaria ben al di sotto dei livelli concessi alle regioni con poteri ordinari.

Vincenzo De Luca durante la conferenza stampa convocata per illustrare i contenuti del Piano di Edilizia Sanitaria in Campania

CONTI E LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA, LA SANITÀ CAMPANA: “SIAMO IN REGOLA”. Il Governatore della Campania rivendica dal luglio scorso il diritto alla restituzione dei poteri ordinari in materia di Sanità ricordando i numeri e i parametri certificati a Roma in sede di verifica. «Conti in ordine e Lea oltre la soglia della sufficienza», aveva sintetizzato l’esito dell’incontro tenuto lo scorso 25 luglio nella Capitale così come sintetizzato da fonti della Giunta di Palazzo Santa Lucia. Nella nota l’ufficio stampa della Regione Campania aveva fatto il resoconto sintetico della riunione sugli adempimenti in Sanità al ministero dell’Economia. «Il tavolo tecnico ha verificato che la Campania ha ottenuto per il sesto anno consecutivo di pareggio di bilancio e di aver raggiunto quota 167 nella griglia Lea (Livelli essenziali assistenza), dato relativo al 2018, e tendenzialmente un ulteriore  crescita anche nel 2019», si legge. «Il dato ora sarà portato, come previsto per legge, al Comitato Lea per la certificazione formale». La sottolineatura della Regione Campania è eloquente: «Si ricorda che, ai conti in equilibrio, la soglia considerata sufficiente per l’uscita dal commissariamento è 160». Per questo, «al termine della riunione la Regione Campania ha sollecitato una tempestiva riunione del Comitato Lea». In queste ore il Governatore ha ricordato al Ministro che la Campania resta in attesa del riconoscimento formale di un risultato che sotto il profilo sostanziale risulta già acquisito dalle strutture tecniche dei ministeri vigilanti. Della situazione Vincenzo De Luca ha avuto modo di riferire allo stesso Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nel corso di un colloquio a Palazzo Chigi lo scorso 15 luglio.


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