Progetto Pilota, all’Alta Irpinia 26 milioni, 15 per le strade

INTERVISTA AL SINDACO DI CAIRANO SUL CRONOPROGRAMMA DELL'ACCORDO DI PROGRAMMA QUADRO. Nel 2018 sono stati spesi circa 4 milioni di euro, con interventi canalizzati in particolare sulla sanità. "L'azienda Forestale non è compromessa" spiega, e intanto, gli amministratori firmano un documento per chiedere la formalizzazione del comitato esecutivo, composto dagli amministratori di Lioni, Lacedonia, Bagnoli Irpino, Torella Dei Lombardi e Calitri

L'interno della Abbazia del Goleto

Il Progetto Pilota dell’Alta Irpinia è tutt’altro che sfumato. I venticinque amministratori che compongono il tavolo di sperimentazione della ‘Strategia Nazionale per le Aree Interne’ conoscono il cronoprogramma delle schede approvate dall’Accordo di Programma Quadro del 2017, tanto gli investimenti appostati nelle singole misure d’intervento. Ad oggi, la sperimentazione della riqualificazione dei servizi- sanità, mobilità e scuola- così come l’associazione di funzioni tesi alla costruenda Città dell’Alta Irpinia si avvale di un fondo già finanziato di 26 milioni di euro, che attendono di essere spesi e rendicontati. Per superare contrasti e polemiche in seno all’assemblea, i sindaci chiedono la nomina di un comitato esecutivo che possa lavorare in affiancamento al presidente Ciriaco De Mita. L’esecutivo viene considerato utile per superare le frizioni interne e supportare l’ufficio di presidenza. Il documento firmato (e consegnato dagli amministratori a Ciriaco De Mita) chiede l’approvazione di una giunta esecutiva composta dalle rappresentanze di Lioni, Calitri, Lacedonia, Bagnoli Irpino e Torella dei Lombardi. Facciamo il punto con il sindaco di Cairano Luigi D’Angelis.

Luigi d’Angelis, sindaco di Cairano

Sindaco d’Angelis, negli ultimi mesi l’attenzione del tavolo si è concentrata sulla definizione della progettazione dell’Azienda Forestale dell’Alta Irpinia, che dopo tre proroghe concesse, è sfumata. Cosa è successo?

«Il caso della misura 16.7 e della progettazione dell’Azienda Forestale è oggetto di una novità: per la realizzazione del maxi progetto non faremo riferimento a quella misura del Psr ma ad altre risorse, quindi il progetto non è compromesso. Nelle difficoltà delle azioni complesse che stiamo mettendo in campo, possiamo affermar che nulla è perduto. Anche perché stiamo lavorando a tanti altri progetti, come da crono-programma».

Quali?

«Lavoriamo ad esempio alla rete museale all’interno del Distretto Turistico, che è già stato ufficializzato. Sarà realizzato con fondi da attingere dalle misure predisposte».

Cosa prevede?

«I Comuni sono impegnati nella stesura del progetto che prenderà in considerazione i grandi attrattori, come l’Abbazia del Goleto di Sant’Angelo, il Museo Diocesano di Nusco, il Castello Ducale di Bisaccia e il parco archeologico di Conza. Poi c’è il Laceno, con il progetto turistico da candidare a valere sui fondi per i beni culturali, ma segue un capitolo a parte. Nella rete museale intanto, sarà previsto uno spazio per altri interventi».

Anche in questo caso, attingerete alla dotazione finanziaria prevista dall’Accordo.

«La dotazione finanziaria non è ancora stata definita, ma l’Accordo prevede una disponibilità di 7 milioni di euro, di cui 1 milione derivante dal Poc, e il resto dalle misure del Fondo Sociale Europeo e dal Psr. Il distretto turistico intanto, incrocia anche altre misure che riguardano la valorizzazione ambientale e quindi l’Azienda Forestale, nell’ottica della valorizzazione della montagna, incluse le aree Sic, le oasi naturalistiche e i laghi».

Poi c’è il progetto della rete digitale, con capofila il Comune di Torella.

«Lavoriamo alla rete digitale, con Torella, che ha già sviluppato il progetto come previsto dall’Apq ma siamo in attesa che la Regione possa stanziare le risorse per rendere esecutivo il progetto e andare a gara per realizzare l’opera. I Comuni non hanno risorse a sufficienza per anticipare la spesa».

Il cronoprogramma dell’Apq è partito nel 2018. La tabella di marcia è stata rispettata?

«Nel 2018 abbiamo speso circa 4 milioni di euro, di cui 3 sugli interventi nella sanità e altri in corso di completamento che devono essere rendicontati. Registriamo un lieve ritardo, ma che riteniamo fisiologico al decollo del progetto, e che recupereremo in tempi brevi».

In Alta Irpinia è particolarmente atteso un intervento sulla viabilità. A che punto siete?

«L’Accordo di Programma Quadro prevede un investimento di 15 milioni di euro sulla viabilità, ma c’è un difetto di programmazione. Su questo tema dovremmo aprire un tavolo di confronto con la Regione e la Provincia per pianificare il sistema della viabilità sui 25 comuni, tenendo conto che la realtà urbanistica negli anni è molto cambiata».

Continui.

«Alcune strade che precedentemente si consideravano secondarie sono diventate strategiche, magari a servizio di ospedali e industrie. Dovremmo immaginare una rete intelligente di collegamenti, un sistema che permetta l’uscita dall’isolamento di alcune realtà, come quelle dell’Irpinia orientale, a partire da Monteverde».

Anche la Provincia e la stessa Regione hanno finanziato delle opere sulla viabilità che consentirebbero ai comuni di sperimentare modelli innovativi di aggregazione e comunicazione.

«Abbiamo già immaginato di incrociare i bandi regionali della primavera scorsa con la programmazione 2019 della Provincia. Sono stati già finanziati progetti sulla viabilità a Sant’Andrea di Conza, a Lacedonia, a Guardia Lombardi, ma molto resta ancora da fare, come il completamento della strada che collega Andretta a Calitri, una eterna incompiuta, che era addirittura andata in frana. Il Progetto Pilota dovrebbe fungere da ufficio di piano per mettere in relazione i comuni e pianificare i servizi da mettere in campo”.

La facciata di Palazzo Caracciolo, sede della della Provincia

Nel corso dell’ultima assemblea, i sindaci hanno depositato un documento all’ufficio di presidenza, con la richiesta di ottenere un comitato esecutivo, con le indicazioni sulle rappresentanze. Una manovra che era stata incoraggiata dallo stesso presidente De Mita al suo insediamento alla presidenza e che poi ha trovato frizioni politiche. Oggi cosa è cambiato?

“Abbiamo chiesto di adottare un metodo di lavoro inclusivo, trasparente e partecipato, sia per i sindaci che partecipano alle assemblee quanto per l’opinione pubblica, che guarda al Progetto Pilota con speranza per la rinascita di un territorio. Per questo è stato avanzato il documento che propone un direttivo che dovrà accompagnare la presidenza nei prossimi atti e in una fase decisiva della programmazione, per mettere a frutto la strategia. Tutti i sindaci hanno avvertito la necessità di ufficializzare uno strumento che era già previsto, e vorrei sottolineare che le disponibilità che sono arrivate da parte degli amministratori non rivelano quote di partito, ma solo la massima rappresentanza territoriale”.

La platea istituzionale del Progetto Pilota dell’Alta Irpinia in una assemblea tenuta presso la sede della Comunità Montana a Calitri durante la fase preliminare istruttoria iniziata nel 2015

Le ultime assemblee si sono rivelate piuttosto animate e non sono mancati scontri e rivendicazioni fra il presidente De Mita e alcuni sindaci.

“Nell’assemblea ci sono posizioni radicali e anche polemiche, come quelle di Cassano, Monteverde e Calitri, ma ognuno ha la sua forma espressiva. Anche io ho manifestato le mie perplessità rispetto ad alcune tematiche, e ho avanzato delle proposte per arrivare a soluzioni, non per sancire un contrasto. Ho sempre avvertito che noi sindaci siamo i portavoce dell’attesa e della speranza e dobbiamo stare nel vivo delle questioni per operare in efficacia e trasparenza. A noi si chiede di sperimentare un nuovo metodo, e dobbiamo avere la capacità e la forza di pensare insieme un progetto da spalmare sul territorio”.

C’è una strumentalizzazione politica?

“Molti sono rimasti spesso in silenzio, e oggi sbraitano perché hanno la necessità di essere presenti sulla scena, per fatti nuovi che prendono le distanze dal passato. Dalla protesta articolata in quel modo io prendo le distanze: il mio obiettivo è quello di operare in positivo, per arricchire il percorso e completarlo nel migliore dei modi. La Regione ha iniziato da poco a stendere la programmazione 2021-2017 e vorrei che ragionassimo anche in questa prospettiva”.

La popolazione nutre ancora forti speranza nella strategia per le aree interne e attende segnali di forti cambiamenti dell’Alta Irpinia, che ha ironicamente conquistato la leadeship come area interna maggiormente depressa della Campania. Avverte il peso della responsabilità rispetto alla riuscita del progetto?

“Se non riusciamo a dare risposte dal punto di vista della trasparenza, dell’eticità e del rigore ai cittadini, allora avremo fallito. La popolazione si attende un risultato materiale ed è il metodo nell’amministrare il progetto che deve sdoganare il vecchio modo di governare i campanili”.


La bandiera dell’Unione Europea

I CANALI DI RIFERIMENTO. L’Accordo di Partenariato definisce la strategia Aree Interne come la combinazione di azioni per lo sviluppo locale e di rafforzamento dei servizi essenziali di cittadinanza (sanità, trasporti ed istruzione) da attuarsi attraverso risorse ordinarie e risorse a valere sul Fondo Sociale Europeo (FSE), sul Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR), sul Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR). Il Programma Operativo Regionale 2014-2020 a valere sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (POR FESR), adottato dalla Commissione europea con Decisione n. C(2015)8578 del 1 dicembre 2015, destina un finanziamento di più di 53 milioni di euro per interventi di sviluppo territoriale nelle Aree Interne.

Lo splendido complesso monumentale dell’Abbazia del Goleto a Sant’Angelo dei Lombardi

LE CIFRE. Il Programma Operativo Regionale 2014-2020 a valere sul Fondo Sociale Europeo (POR FSE), adottato dalla Commissione europea con Decisione n. C(2015)5085/F1 del 20 luglio 2015, che destina un finanziamento di oltre 13 milioni di euro per interventi di sviluppo territoriale nelle Aree Interne; e infine il Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 (PSR) adottato dalla Commissione Europea con Decisione C(2015) 8315 del 20 novembre 2015 che prevede una misura specifica per la strategia delle aree interne, la 16.7, con una dotazione finanziaria complessiva di 15 milioni di euro. La copertura finanziaria degli interventi di cui al presente Accordo ammonta a 26 milioni di euro circa, ed è assicurata dalle seguenti risorse: dalla Legge 147/2013: euro 3milioni e 740mila; POR FESR: euro 8milioni e 879 mila circa; dal POR FSE:1milione e 707mila euro; dal PSR FEASR: per 400mila euro (e fino ad ulteriori 10 milioni e 300mila all’esito della prima fase progettuale); e infine, dal POC Campania per 1milione di euro.


LEGGI ANCHE:

Strategia Aree Interne, De Mita: speranza per Alta Irpinia e Paese

 

 

 

ARTICOLI CORRELATI