D’Amelio: attendiamo fine commissariamento Sanità. Congresso Pd: Martina e Zingaretti risorse per il partito

La presidente del consiglio regionale evidenzia i risultati raggiunti in Campania nel settore sanitario. Nella sfida per la guida del Pd ancora non ha deciso da che parte schierarsi. Il partito del futuro dovrà rilanciare il profilo riformista e recuperare i valori originari.

Rosa D'Amelio, presidente del Consiglio regionale della Campania

La Regione attende la revoca, da parte del governo, della fase commissariale nel settore della Sanità, dopo il raggiungimento degli obiettivi previsti dal piano di rientro. A parlarne è la presidente del consiglio regionale, Rosetta D’Amelio, alla quale Nuova Irpinia ha chiesto anche una valutazione sul congresso nazionale del Pd.

Il nuovo Piano ospedaliero della Campania ha ricevuto il via libera del Ministero. Quali le novità di rilievo?

«Rappresenta sicuramente un passo in avanti importante. Il Piano prevede per l’ospedale “Frangipane” di Ariano Irpino il riconoscimento di Dea, Dipartimento d’emergenza e accettazione, di I livello, per l’azienda ospedaliera “Moscati” di Avellino è stato invece confermato il II livello, struttura di rilievo nazionale e di alta specialità, come pure per il “Rummo” di Benevento. Infine, la deroga per il punto nascita di Polla, nel Cilento interno».

Anche gli indicatori dei Lea, i livelli essenziali di assistenza, in questi anni sono migliorati.

«Sì, nel 2017 siamo arrivati a quota 152 e per la fine dell’anno sicuramente avremo superato quota 160, la soglia prevista dal piano di rientro. Risultati ottenuti di pari passo con l’azione di risanamento finanziario».

Non dovrebbero esserci dubbi, quindi, sulla fine del commissariamento della Sanità?

«La richiesta è stata formalmente presentata al governo, che sta valutando l’istanza. I dati presentati sono oggettivi. Credo, quindi, che per la Sanità campana si aprirà una fase nuova. Inizialmente è probabile che vi sia una sorta di accompagnamento, ma il primo risultato importante che incasseremo è lo sblocco del turn over. Questo significa immettere personale medico ed infermieristico, per garantire nuovi servizi, una qualità migliore e condizioni di lavoro più adeguate per gli addetti».

Non tutti però sembrano lavorare per raggiungere questo obiettivo. C’è anche chi auspica che a gestire la partita sia un commissario inviato da Roma.

«Purtroppo, lo so bene. In questo modo si penalizzerebbe il territorio ed in particolare le aree interne. Già in passato abbiamo potuto constatare che l’unico obiettivo dei commissari tecnici è far quadrare i conti, anche sacrificando i servizi, senza alcuna attenzione per le esigenze delle comunità. Soltanto chi conosce da vicino i problemi può farsene carico, assicurando comunque una gestione rigorosa. Ma, al di là della demagogia, a parlare sono i fatti. Le condizioni per chiudere la fase commissariale ci sono tutte».

Restano ovviamente altre criticità da affrontare per raggiungere livelli ottimali. Da dove bisognerebbe partire?

«Sì, naturalmente. Occorre intervenire sulle liste di attesa per le visite specialistiche e gli accertamenti diagnostici, per ridurre ulteriormente i tempi, servono poi uno screening complessivo della situazione ed un potenziamento delle cure domiciliari. Ma dal deserto dal quale siamo partiti ad oggi sono stati compiuti progressi evidenti».

Negli scorsi anni sull’Irpinia si sono abbattuti tagli consistenti, che hanno praticamente smantellato la rete ospedaliera. Adesso qual è la situazione?

«L’ospedale di Bisaccia era stato chiuso e ora ha riaperto. Stesso destino per l’ospedale di Sant’Angelo dei Lombardi, che è diventato una struttura di punta con la Cardiologia ed il centro di Primo soccorso».

Cambiamo completamente argomento. Parliamo di politica ed in particolare dell’appuntamento congressuale del Pd. Che clima percepisce nel partito?

«Le numerose candidature per la segreteria nazionale sono un segnale preoccupante di divisione. In questo momento, invece, c’è bisogno della massima coesione, pur nel rispetto delle differenti sensibilità, che esistono nel Pd. Le due mozioni che, anche in base alle adesioni registrate, si prevede giungeranno alla fase finale, quelle di Zingaretti e di Martina, sono entrambe apprezzabili. Personalmente sto ancora riflettendo sulla scelta da compiere. Zingaretti si è dimostrato un ottimo governatore ed è in grado di parlare a pezzi significativi del mondo sociale. Martina è un giovane dirigente, che ha guidato il partito con equilibrio. Chiunque vinca, dunque, spero possa trovare anche il sostegno dell’altro, nel prosieguo del cammino».

Il profilo futuro del Pd che auspica?

«Il Pd è l’unico vero partito che esista in Italia. Credo che vadano recuperati i valori del progetto iniziale e rafforzato il profilo riformista, mettendo al centro dell’attenzione i problemi delle fasce sociali più deboli, contrastando l’intolleranza e la demagogia. Anziché impaludarci negli scontri interni, dobbiamo concentrarci sulle risposte da dare ai cittadini, con la collaborazione dei tanti amministratori pubblici che abbiamo eletto, anche in Irpinia. Il flop del governo nazionale sarà presto visibile, non appena si comprenderà che non riusciranno a mantenere le promesse elettorali, e che stanno portando il Paese sull’orlo del fallimento».

Ritiene che già dalle prossime scadenze elettorali ci potrà essere un’inversione di tendenza nei consensi?

«Le dinamiche politiche sono sempre più veloci. Il vento cambierà di nuovo. Ciò che conta è che anche quando si esce sconfitti da una competizione elettorale, si tenga sempre la barra dritta».

 

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