Giornata Nazionale della Prematurità, festa al Moscati: tra i 50 neonati c’è Vadim

Il piccolo ora in dimissione è figlio di una donna fuggita durante la sua gravidanza dalla guerra in Ucraina. Il primario di Neonatologia e Tin Sabino Moschella: «Esempio incredibile della voglia di vivere»

Più di 50 neonati, con i rispettivi genitori, si sono ritrovati questo pomeriggio presso l’Azienda ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino per festeggiare la “Giornata Nazionale della Prematurità”.

Azienda Ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino, reparti

Sono tutti bambini nati prematuri alla Città ospedaliera e presi in carico dagli specialisti dell’Unità operativa di Neonatologia e Tin, guidati dal responsabile Sabino Moschella. Un piccolo esercito di combattenti venuti al mondo prima del tempo e che rappresentano la grande forza della vita. L’incontro, che si è svolto nell’aula multimediale, ha visto la partecipazione della Direzione Strategica dell’Azienda Moscati e dei neonatologi che ogni giorno si prendono cura dei nuovi nati.

VADIM, UN SIMBOLO DELLA GIORNATA NAZIONALE DELLA PREMATURITÀ. Tra i piccoli in culla anche Vadim, il bimbo nato prematuro alla fine di settembre e in dimissione dopodomani: la sua storia è il simbolo della Giornata che si celebra oggi. «Vadim è un sopravvissuto – racconta Moschella -. La madre è fuggita, in stato di gravidanza, dall’Ucraina a causa della guerra per raggiungere i familiari che vivono in Irpinia da qualche anno. Ha partorito, molto prima della scadenza dei termini, due gemelli. Uno non ce l’ha fatta». Lo stesso Vadim ha rischiato di non superare un periodo molto critico, durante il quale ha avuto anche un arresto cardiaco. «Il piccolo è un esempio – aggiunge Moschella – di coraggio e di incredibile voglia di vivere. L’ennesimo insegnamento a non perdere mai la speranza e a continuare a credere nel miracolo della vita».


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