Settimana scientifica al Liceo Mancini di Avellino: focus su energia & clima

Professori universitari, ricercatori ed esperti di importanti società nazionali, si sono alternati declinando il concetto di transizione ecologica nei rispettivi campi di specializzazione delle varie discipline STEM. Le conclusioni

Venerdì 25 febbraio 2022 si è conclusa la sesta edizione della Settimana scientifica al Liceo Mancini di Avellino, dal titolo “Energia & Clima: quali strategie per la transizione ecologica?”. L’iniziativa, organizzata dai Dipartimenti di Matematica, Fisica, Informatica e di Scienze del Liceo Scientifico “P.S. Mancini” di Avellino, «è stata una manifestazione culturale intensa e coinvolgente, che ha visto l’attenta partecipazione di corsisti che hanno seguito attivamente e con interesse le varie sessioni pomeridiane, con i docenti in presenza e gli alunni in modalità on-line», riferisce il gruppo operativo della Settimana scientifica al Liceo Scientifico Statale “P.S. Mancini” di Avellino. Di seguito la sintesi della manifestazione fornita dai docenti del Gruppo operativo scolastico.


Energia & Clima: quali strategie per la transizione ecologica? Le risposte della Settimana scientifica al Liceo Mancini di Avellino

Il gruppo operativo della Settimana scientifica al Liceo Scientifico Statale “P.S. Mancini” di Avellino, proff. Bellucci, Cannavale, Carullo, Figliolia, Lombardi, Penon, Pugliese, Roberto, Santucci, Tucci

La targa all’ingresso della sede storica del Liceo Scientifico PS Mancini di Avellino

Dopo la puntuale introduzione della D.S. del Liceo Scientifico “P.S. Mancini”, la prof.ssa Paola Anna Gianfelice, sempre attenta a temi di interesse socio-ambientale, si è partiti con un intervento intenso, preciso e diretto, sulle sfide della transizione ecologica da parte della vicepresidentessa di Legambiente di Avellino, Mariapia Olivieri, perché “Another world is possible”, seguito subito dopo dal seminario in programma dal titolo “Fermi e l’energia nucleare: la pila e la bomba” del Prof. Feoli dell’Università degli Studi del Sannio. In questo secondo intervento il professore ha offerto con magistrale limpidezza uno spaccato della storia della fisica con la nascita dell’energia nucleare a partire dalle ricerche del gruppo di Fermi a via Panisperna, portando così il pubblico a riflettere, più in generale, sul ruolo della scienza in tempo di guerra e in tempo di pace e, in particolare, sui rischi e le opportunità derivanti dall’utilizzo di questo tipo di tecnologia per produrre energia. Con la seconda giornata si è passati a comprendere con chiarezza grazie al Prof. Mariano Parente, afferente al Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse dell’Università di Napoli Federico II, come l’aumento della concentrazione di CO2 nell’atmosfera, trainato dal largo uso di combustibili fossili, sia la causa principale del riscaldamento globale, esaminando alcune delle tecnologie più promettenti per limitare il fenomeno a dimensioni sostenibili. Nel successivo intervento, altrettanto interessante ed attuale, ad opera dell’Ing. Alfonso De Cesare, responsabile di Piani operativi di Area Nord Est e Centro Sud di Terna SPA, si è invece posto l’accento sul ruolo del sistema elettrico in questa sfida epocale che è la transizione ecologica ed energetica. La terza giornata è stata l’occasione per andare alla scoperta delle Cause naturali e antropiche nei cambiamenti climatici e Il duplice ruolo dei vulcani nella produzione dei gas serra ed energia pulita sotto la guida esperta e coinvolgente della Prof.ssa Mariarosaria Falanga, docente di Fisica per il Sistema Terra e per Il Mezzo Circumterrestre all’Università degli Studi di Salerno, nonché per compiere una riflessione matura e consapevole in tema di esposizione alla radioattività ambientale, corredata di utili indicazioni per una convivenza più bio-sostenibile e rispettosa della salute pubblica, grazie all’altrettanto pregevole contributo del Prof. Michele Guida, responsabile Scientifico Laboratorio di Radioattività Ambientale “Ambienti e Radiazioni (Amb.Ra.)” e docente di Fisica Applicata all’Università degli Studi di Salerno. È stata poi la volta, il quarto giorno, della meteorologia con L’importanza delle lunghe serie di dati meteorologici nello studio dei cambiamenti climatici, descritta con puntualità e rigore dal Prof. Vincenzo Capozzi, assegnista di Ricerca presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope” e Meteorologo presso RAI, per merito del quale si è visto come il nostro Paese sia particolarmente vulnerabile al cambiamento climatico, specialmente in relazione all’aumento delle ondate di calore e dei periodi siccitosi, mettendo altresì in guardia contro allarmismi e semplificazioni che inquinano il dibattito. A seguire, il prof. Giacomo Viccione, docente presso il Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università degli studi di Salerno, ha mostrato con espressività ed efficacia come l’evoluzione del clima, causa ormai incontestata di eventi meteorologici avversi sempre più intensi e frequenti, richieda una crescente propensione verso politiche di gestione resiliente del territorio, le quali, attraverso interventi strutturali e non, permettano di conseguire una mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico. Per finire nell’ultima giornata il Prof. Piermarco Cannarsa dell’Università degli Studi di Roma 2 – Tor Vergata e presidente dell’UMI, con competenza e chiarezza, ha chiarito nel suo intervento “I modelli di bilancio energetico in climatologia visti da un matematico” che è necessario avere un modello climatologico ben formulato, non eccessivamente complesso perché possa essere studiato teoricamente, ma sufficientemente rappresentativo per cogliere le tendenze principali dell’evoluzione climatica. L’ultimo contributo a chiusura della manifestazione è stato quello del Prof. Giovanni De Feo docente di Ecologia Industriale presso il Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Chimica e Ingegneria gestionale della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Salerno. Il professore nel suo intervento dal titolo “Transizione ecopedagogica” ha offerto ai presenti una prospettiva originale e coinvolgente secondo la quale solo con l’educazione si può operare una vera transizione, ovvero passare da un modo di essere o di vita a un altro, da una condizione o situazione a una nuova e diversa, verso un’umanità più ecologica, inquadrando così la questione soprattutto come un problema pedagogico, poiché essa ha a che fare con i problemi relativi all’educazione e alla formazione dell’uomo per quanto attiene ai suoi rapporti con la casa in cui egli vive. Tutti i relatori hanno avuto la capacità di entusiasmare e affascinare i corsisti, i quali hanno tratto da questi seminari occasione di riflessione e arricchimento culturale, e hanno partecipato con domande spontanee e pertinenti, evidenziando interesse e coinvolgimento al tema della transizione ecologica. Ringraziando organizzatori e relatori, che hanno lavorato in sinergia e armonia, si dà appuntamento alla prossima edizione.


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