Smog ad Avellino, ‘Salviamo la valle del Sabato’ diserta il tavolo

INQUINAMENTO ATMOSFERICO NELLA BASSA IRPINIA. La nota dell'Associazione anticipa la decisione: «Diamo il segnale di un evidente disagio che si riscontra nel non vedere imboccare una strada risolutiva del problema»

L’Associazione ‘Salviamo la valle del Sabato’ diserterà il tavolo in Prefettura convocato per il prossimo 4 febbraio per fare il punto sullo sullo smog ad Avellino. Lo annuncia con una nota Ranieri Popoli, riferendo la volontà del Presidente Franco Mazza di non partecipare. La scelta ha un obiettivo preciso, spiega Popoli: dare «il segnale di un evidente disagio che si riscontra nel non vedere imboccare una strada risolutiva del problema» relativo allo smog ad Avellino. Di seguito il testo integrale.

Il Palazzo di Governo al corso Vittorio Emanuele II ad Avellino

Le ragioni di non partecipare all’incontro in Prefettura sull’emergenza smog ad Avellino

Nota di Ranieri Popoli | Movimenti locali Tufo – Associazione “Salviamo la valle del Sabato”

Franco Mazza, medico e referente dell’Associazione “Salviamo la Valle del Sabato”

La decisione di non partecipare all’incontro in Prefettura, previsto per il 4 febbraio p.v., per discutere dell’emergenza smog, da parte del Presidente dell’Associazione “Salviamo la Valle del Sabato”, dott.Franco Mazza, è il segnale di un evidente disagio che si riscontra nel non vedere imboccare una strada risolutiva del problema. Agli inizi dello scorso novembre, nel prendere spunto della commemorazione delle tante vittime innocenti dovute all’inquinamento, si fece appello al Prefetto di Avellino perché valutasse l’opportunità di coordinare le diverse istituzioni locali in quanto, nonostante le nostre ripetute sollecitazioni, non si riusciva a ottenere una loro azione unitaria. Il 12 novembre scorso in occasione di una riunione svoltasi presso la Prefettura di Avellino, una delegazione in rappresentanza di ben 22 Associazioni impegnate sul versante della tutela ambientale e dei territori, avanzava un decalogo di proposte di merito e di metodo per sottoporlo alla valutazione delle Istituzioni preposte, Prefettura, ASL, ARPAC , Comuni. Al di là dell’auspicio di accoglimento delle istanze lo scopo principale dell’iniziativa era quello di segnalare la necessità, non più rinviabile, di passare dalla convocazione di incontri provinciali occasionali, o comunque legati alla ridondanza delle emergenze, a un “Tavolo permanente” al quale potessero sedere anche autorevoli sigle della ricerca e del mondo scientifico regionale e nazionale. Questa proposta, nonostante la rappresentanza delle associazioni fosse relegata in un ruolo marginale nella discussione, che fu monopolizzata da una kafkiana disquisizione sull’attendibilità dei dati provenienti dalle centraline di monitoraggio, fu poi rappresentata in modo circostanziato attraverso un documento trasmesso alla Prefettura di Avellino. L’intento principale era quello di porre l’attenzione sulla strutturazione di un Piano strategico decennale operativo che prevedesse un intervento organico in modo da rimuovere in progress le cause del fenomeno di inquinamento. o quanto meno a ricondurle a livelli di non nocività. Tale stato di preoccupazione fu rappresentato formalmente anche al Presidente ARPAC provinciale, dott. Stefano Sorvino, manifestando la profonda delusione per lo svolgimento e gli esiti di quell’incontro e, comunque, l’auspicio che ci potessero essere ancora dei margini di recupero in un successivo appuntamento. La nuova convocazione contempla, invece, ancora indicazioni che prefigurano l’ennesima riunione che si basa su una non ben definita contingenza che può produrre solo discussioni sui provvedimenti tampone a farsi e non una riflessione compiuta che vada nella direzione che non solo le Associazioni ma anche i cittadini auspicano da tempo. Questo modo di procedere , a nostro avviso, porta solo a realizzare da parte delle Autorità preposte provvedimenti parziali e inefficaci che penalizzano socialmente le categorie maggiormente esposte socialmente e a ingenerare in modo indiscriminato la ricerca di colpevolezze seriali spostando ingiustamente le responsabilità dall’ambito Istituzionale a quello sciale. E noi a questo gioco non ci stiamo!


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