In queste ore messaggi di cordoglio giungono dalle istituzioni di Avellino e dell’Irpinia per la scomparsa del Questore Luigi Botte. Sannita di San Lorenzello, dove era nato il 21 marzo 1958, aveva 63 anni. La notizia della morte di Luigi Botte ha sconvolto ad Avellino gli ambienti della Polizia di Stato e della Questura, che aveva guidato dal 2016 al dicembre 2019. Per le sue doti professionali, associate ad un garbo e ad una cultura non comuni, era stato apprezzato e stimato da rappresentanti delle istituzioni, ma anche dalla gente.
IN PRIMA LINEA NELLA SQUADRA MOBILE A NAPOLI E CASERTA DURANTE GLI ANNI PIÙ CRUENTI DELLA LOTTA ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA. Ad Avellino era arrivato da Crotone nel luglio del 2016. Amante della lettura, del teatro e della recitazione, ha scritto anche diversi libri. Dopo la laurea in Giurisprudenza, la scelta di entrare in Polizia, poi l’approdo nella questura di Napoli, al reparto Mobile di Secondigliano e, successivamente, alla squadra mobile di Napoli. Originario di San Lorenzello, in provincia di Benevento, Luigi Botte divenne dirigente della “dinamica” sezione Falchi e della sezione criminalità organizzata, proprio negli anni in cui si stanno consumando gli ultimi fuochi della guerra di camorra tra la Nco di Cutolo e la Nuova Famiglia di Alfieri. A Caserta per 9 anni ha diretto la Squadra Mobile, proprio durante la fase più cruenta della guerra di camorra che vide protagonista il clan dei Casalesi. Sono gli anni in cui maturò l’omicidio di don Peppe Diana, nella zona dell’Agro Aversano. Sono gli anni dell’operazione Spartacus che portò all’arresto di numerosi e pericolosi latitanti. Botte con la Mobile di Caserta partecipò in particolare alla cattura di Domenico Bidognetti, di Francesco Schiavone junior e di Walter Schiavone. Poi per un breve periodo venne trasferito a Roma e in altre città, prima di tornare a Caserta con il ruolo di vice questore vicario. Quindi, ecco la promozione a questore e la nomina alla guida della polizia di Crotone nel 2013. Tre anni dopo il ritorno in Campania, ad Avellino, prima dell’ultimo incarico presso il Ministero dell’Interno.
IL CORDOGLIO DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI AVELLINO. “Addolora non poco la notizia della dipartita del questore Luigi Botte”, scrive in una nota il Presidente della Provincia, Domenico Biancardi. “Ha svolto la sua attività in Irpinia con passione e determinazione. Un’azione proficua che ha portato a importanti risultati nella lotta alla criminalità e che, allo stesso tempo, è stata preziosa nell’ottica della sensibilizzazione dei cittadini, soprattutto dei più giovani”, prosegue Biancardi. “La comunità della provincia di Avellino lo ricorda con stima e affetto, anche perché ha saputo stringere un legame forte con la nostra terra e la sua gente. A nome personale e dell’Amministrazione Provinciale di Avellino esprimo il cordoglio e la vicinanza ai familiari del questore Luigi Botte, autentico servitore dello Stato”.
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