Il riscatto delle Aree Interne in quattro punti: il documento dei Vescovi campani

I rappresentanti delle diocesi condividono il percorso di riscatto delle aree marginali con istituzioni e comunità. I PUNTI CARDINE: La lotta alla disuguaglianza passa attraverso un cambio di passo culturale, con un nuovo paradigma sulla distribuzione dei fondi dalle periferie al centro, la meritocrazia, l'abolizione del clientelismo e, la salvaguardia dell'ambiente

Il riscatto delle Aree Interne in quattro punti: il documento dei Vescovi campani. Al termine della due giorni presso la Metropolia di Benevento, i Vescovi per le Aree Interne licenziano il documento in quattro punti “Sentinella, quanto resta della notte?”. Il progetto di riscatto a cui hanno lavorato i rappresentanti delle diocesi campane trae le mosse da un sentimento di carità- come ha indicato Papa Francesco nella lettera inviata a Monsignor Accrocca- e dalla necessità di sconfiggere le disuguaglianze- citando Don Lorenzo Milani. Alla vigilia dell’attuazione del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, i Vescovi si rivolgono alla politica e quindi alle istituzioni locali, regionali e nazionali, “auspicando” quattro presupposti necessari a ribaltare la condizione di spopolamento e abbandono delle aree marginali.

Il riscatto delle Aree Interne in quattro punti: presentato il documento dei Vescovi campani

“Che le risorse finanziarie contribuiscano alla realizzazione di opere fondamentali, facendo in modo che partano dalle zone più remote e raggiungano il centro; che la diligenza dei fondi europei in arrivo non venga assaltata scompostamente, ma possa arrivare a destinazione con una distribuzione equa e trasparente; che la cultura delle competenze prevalga sulla prassi del ricatto elettorale e del clientelismo; che la tutela dell’ambiente, spesso lasciato a se stesso nelle aree meno antropizzate, contribuisca a ridurre i rischi di calamità naturali e a produrre uno sviluppo sostenibile” si legge nel documento.

MONITO ALLE COMUNITÀ CRISTIANE. Il riscatto delle Aree Interne passa attraverso le comunità cristiane. “In questo recuperato slancio missionario ci impegniamo a costruire un volto di Chiesa battesimale, partecipativa, coinvolgente e coraggiosa, in cui il contributo dei laici, e delle donne in particolare, venga adeguatamente valorizzato; costruire ponti con le istituzioni nazionali e periferiche; collaborare con gli attori istituzionali nella Sperimentazione nazionale delle aree interne (SNAI) e nella applicazione delle Zone economiche speciali (ZES); adottare soluzioni pastorali capaci di formare le coscienze a vivere questo tempo di semina nella prospettiva di una solidarietà circolare; questo è particolarmente vero per la drammatica pandemia in atto”.

Il riscatto delle Aree Interne in quattro punti: il documento dei Vescovi campani

Traendo spunto dal messaggio di Papa Francesco che esorta i Vescovi ad attingere sempre nuovo entusiasmo nella fede, e a non lasciarsi paralizzare dalle difficoltà, i Vescovi lanciano un messaggio alle istituzioni e alle comunità di riferimento. “Riuniti a Benevento, sul monte delle Guardie, posti da Dio quali sentinelle del suo popolo, abbiamo anche noi udito il grido da Seir: “Sentinella, quanto resta della notte?” (Is 21,11). Già, quanto ancora dovremo attendere? Come pastori delle diocesi in cui ricadono alcune aree più marginalizzate del Paese, che appartengono a dieci regioni, abbiamo ascoltato la sofferenza e le attese del nostro popolo dovuta al progressivo spopolamento di molti centri e all’assenza dei servizi fondamentali. In uno stile sinodale abbiamo condiviso il senso di frustrazione delle nostre popolazioni e l’abbandono da parte delle istituzioni. I problemi maggiormente evidenziati sono diritti progressivamente negati, quali la salute, l’istruzione, il lavoro, la viabilità, l’ambiente salubre, le interconnessioni. Le comunità cristiane, spesso unico presidio e riferimento dei territori marginalizzati, sentono l’urgenza di contribuire al riscatto umano e sociale delle popolazioni di queste aree, declinando il Vangelo in modi sempre adeguati alla concretezza della realtà.

Il riscatto delle Aree Interne in quattro punti: il documento dei Vescovi campani

A voi fratelli e sorelle, che abitate nelle aree interne, manifestiamo tutta la nostra prossimità, l’incoraggiamento a rendervi protagonisti di una nuova stagione di sviluppo, che non può realizzarsi senza un impegno comune. Vi invitiamo a fare rete, uscendo dalla logica dei campanili, vivendo la fraternità e la solidarietà. Alle nostre Chiese locali chiediamo di vivere il prossimo cammino sinodale come una opportunità preziosa per ascoltare i nostri fratelli afflitti da storiche e incalzanti difficoltà, avviando così processi che portino a una pastorale specifica con uno sguardo attento alle realtà rurali. Alle istituzioni nazionali, regionali e locali, alla vigilia dell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, chiediamo di disegnare un nuovo modello di sviluppo, equo e condiviso, in cui le aree interne possono diventare concretamente “il polmone del Paese” (Mons. Stefano Russo, segretario generale CEI), offrendo risorse e disponibilità a costruire intorno alle loro potenzialità di carattere naturale, paesaggistico, storico, religioso e culturale una vera prospettiva di riscatto. Nella consapevolezza che “non c’è nulla che sia più ingiusto quanto fare parti eguali tra diseguali” (don Lorenzo Milani), affidiamo queste riflessioni alle nostre Chiese, a quanti hanno a cuore e a quanti hanno in mano le sorti del Paese, nella fiducia che non resteranno lettera morta. “La carità, animata dalla speranza, sa guardare con tenerezza l’oggi e, con umiltà, rendere nuove tutte le cose” (Messaggio di papa Francesco ai Vescovi riuniti a Benevento)” cita testualmente il documento.


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