I Vescovi delle Aree Interne a lavoro per una Pastorale

Il 30 e 31 agosto presso la Metropolia di Benevento convocati da Monsignor Felice Accrocca, i vescovi si accingono a produrre un documento per ribaltare l'abbandono e il crollo demografico dei territori. Aprono i lavori con una lettera di Papa Francesco

I Vescovi delle Aree Interne a lavoro per una Pastorale. Oggi e domani i Vescovi delle Aree Interne si riuniscono a Benevento per una riflessione complessiva sulle cosiddette aree marginali del Paese, per proporre una “idea di pastorale” che possa interfacciarsi con la politica e mettere azioni in campo in grado di promuovere una nuova vivibilità e frenare lo spopolamento. La due giorni fa seguito ad un ciclo di incontri, avvenuti tutti da remoto, in cui sono stati affrontati i temi portanti su cui edificare una “rinascita”. Dalla coesione sociale alle infrastrutture, dall’autoimprenditorialità alla formazione, e fino ai servizi essenziali.

Il confronto è stato partecipato indirettamente anche da Papa Francesco, che ha inviato una lettera ai vescovi, così come già accadde per il Forum degli Amministratori nel 2019. Il testo papale, che ha rinnovato l’apprezzamento per l’iniziativa, sottolinea la necessità per la Chiesa di testimoniare “che le parrocchie e tutte le realtà ecclesiali diventino sempre più palestre di vita cristiana, scuole di servizio al prossimo, specialmente ai bisognosi, che attendono concreti gesti di solidarietà” scrive Papa Francesco rivolgendosi a Monsignor Accrocca. “Non lasciatevi paralizzare dalle difficoltà, ma mettetevi sempre in cammino, in movimento, sempre aperti e disponibili agli altri. Il nostro tempo è caratterizzato da individualismo e indifferenza che determinano solitudini e lo scarto di tante esistenze. La risposta cristiana non sta nella rassegnata constatazione della povertà valoriale di oggi o nel nostalgico rimpianto del passato, ma nella carità che, animata dalla speranza, sa guardare con tenerezza l’”oggi” e, con umiltà, rendere nuove tutte le cose”.

I Vescovi delle Aree Interne a Benevento

Il 30 e 31 agosto nella Metropolia di Benevento i vescovi delle Aree Interne convocati da Monsignor Felice Accrocca si preparano ad abbozzare un’idea di pastorale capace di rispondere alle esigenze poste dai territori stessi. Come preannunciato in apertura dei lavori, si tratta di un incontro di natura prettamente pastorale, “che segnala però anche un problema di natura politica, poiché la questione non può continuare a rimanere marginalizzata nell’agenda del Governo” si legge nella lettera di apertura.

A sancire la metrica del dibattito, il contributo del segretario generale, Monsignor Stefano Russo, che ha introdotto i lavori traendo spunto dalla Prima Lettera ai Corinzi, e il riferimento al corpo umano che Paolo utilizza per spiegare la sua idea di Chiesa. “Il corpo pur essendo uno, è dotato di molte membra” cita Monsignor Russo, “Ciascuna di esse assolve ad un compito specifico e insostituibile. La riflessione di Paolo non doveva essere stata elaborata a tavolino, ma verosimilmente era maturata in lui durante le sue numerose visite alle neonate comunità cristiane: ogni comunità porta con sé le tracce della propria storia, della geografia, dell’economia, della politica, etc. Ma come all’interno di ogni comunità ci sono persone dotate di carismi diversi (cfr. 1Cor 13), così anche le varie comunità con le proprie caratteristiche possono dirsi parte di una Chiesa universale” si legge nella lettera.

L’attenzione alla tematica da parte delle comunità cristiane non è estemporanea, nè strumentale, e nelle parole del segretario generale, la Chiesa è il primo riferimento a livello sociale. Il radicamento nei territori unitamente all’esigenza di coniugare una dimensione locale con una visione globale, spingono la Chiesa a cercare risposte al problema dello spopolamento, quindi soluzioni. La solidarietà è il sentimento alla base del funzionamento “del corpo”.

I vescovi delle aree interne a Benevento

“È dal 2012 che si è cominciato a costruire a livello governativo quella che è stata poi definita Strategia nazionale per le Aree interne a partire dall’impiego dei fondi strutturali europei, con l’obiettivo di sostenere una competitività territoriale sostenibile e contrastare il declino demografico. La Strategia nazionale prevede a livello locale gli “accordi di programma quadro”, per un totale di circa un miliardo e 200mila euro di stanziamenti: a fine luglio ne risultavano sottoscritti 62 su 72 con la prospettiva di completare il processo entro l’anno in corso, anche in virtù di una semplificazione delle procedure. È un percorso significativo, ma complesso e non privo di contraddizioni ai vari livelli. Molte speranze sono ora legate al Piano nazionale di ripresa e resilienza e ai provvedimenti a esso connessi. D’altronde non si può immaginare una duratura ed equilibrata ripresa del Paese se oltre 13 milioni di abitanti si ritrovano in una condizione di marginalità territoriale che talvolta incide sullo stesso godimento dei diritti di cittadinanza. Ancora una volta appare in tutta chiarezza che il Paese non crescerà se non insieme. E la questione delle “Aree interne” – come la stessa pandemia ha fatto emergere soprattutto in alcuni frangenti – può rappresentare uno stimolo a ripensare i modelli del nostro vivere associato e comunitario non soltanto nelle zone direttamente interessate ma anche su un piano più generale”.


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