Didattica a distanza nella città di Avellino da 7 mesi, Pallini (M5s) intervenga il Ministro

Dopo sette mesi di stop alle lezioni in presenza «si chiede di sapere quali iniziative si intendano intraprendere, per garantire il diritto all'istruzione di studenti e studentesse»

Il deputato del Movimento Cinque Stelle, Maria Pallini, ha presentato una interrogazione al Ministro, a proposito della prolungata forzosa fase di didattica a distanza nella città di Avellino. «Con questa interrogazione intendiamo portare all’attenzione del Ministro dell’Istruzione il caso della chiusura delle scuole superiori di Avellino, chiedendo di mettere in campo eventuali iniziative finalizzate alla tutela del diritto allo studio dei giovani irpini, al recupero del gap formativo creatosi in questi mesi e alla ripresa della didattica in presenza soprattutto in vista del prossimo anno scolastico», si legge in una nota. «L’atto di sindacato ispettivo, presentato dal deputato del M5S Marco Bella, è stato co-firmato, tra gli altri, dalla portavoce avellinese Maria Pallini e mira ad avere delucidazioni in merito al protrarsi della chiusura delle scuole superiori nel capoluogo irpino disposta dal sindaco Festa».

Maria Pallini, deputato del Movimento 5 Stelle

«DIDATTICA A DISTANZA NELLA CITTÀ DI AVELLINO DA 7 MESI». Nel merito della interrogazione a risposta in Commissione indirizzata al Ministro dell’Istruzione, circa il ricorso prolungato della didattica a distanza nella città di Avellino, si cita come fonte uno studio condotto dall’organizzazione ‘Save the Children’, basato sui dati del Ministero dell’istruzione relativi all’anno scolastico in corso, aggiornati al 25 aprile 2021: «Le scuole secondarie di secondo grado ad Avellino sarebbero rimaste chiuse da ben sette mesi e i giorni effettivi di didattica in presenza da ottobre ad oggi sarebbero solo 21, posizionando Avellino come ultima città in Europa per giorni di didattica in presenza in questo ciclo di studi». I firmatari della interrogazione ricordano che «il ritorno alla didattica in presenza sarebbe stato bloccato per ben 8 volte attraverso le ordinanze del sindaco Gianluca Festa del 30 gennaio, del 6 febbraio, del 13 febbraio, del 20 febbraio, 17 aprile, del 25 aprile, del 1° maggio e del 9 maggio 2021. Le ordinanze sono state emesse in un breve lasso di tempo e con un valore di breve durata in modo da rendere complesso, a giudizio degli interroganti, per ogni cittadino, di poter ricorrere al Tar per vedere riconosciuti i propri diritti». In questo scenario, «al momento, la provincia di Avellino è penultima in Campania per numero di contagi rispetto alla popolazione, mentre in Italia è all’86° posto su 108 province. La curva dei contagi provinciali ha un andamento simile a quello nazionale e, paradossalmente, i picchi di aumento dei contagi sarebbero stati raggiunti nel periodo di chiusura delle scuole». Secondo i rappresentanti penta stellati «in sette mesi, nessuna azione concreta sembra essere stata intrapresa per favorire la riapertura delle scuole superiori ad Avellino; nessuna proposta di introdurre i test salivari molecolari, non invasivi e molto efficaci per il tracciamento; nessun differenziamento degli orari di uffici pubblici e negozi; nessuna ipotesi di potenziamento del trasporto urbano, da controlli anti-assembramento all’uscita degli istituti, modifiche al piano traffico, disponibilità di locali extra». Ciò premesso, si chiede di sapere «quali iniziative si intendano intraprendere, per quanto di competenza, al fine di garantire il diritto all’istruzione di studenti e studentesse della città di Avellino, di sostenere un loro celere e adeguato recupero dei gap formativi e di favorire il ritorno alla didattica in presenza il prima possibile e per la ripresa dell’anno scolastico a settembre 2021».


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