Pochi ordinativi per la IIA, allarme della Fismic e della Cisl Irpinia Sannio

Riunione al Ministero dello Sviluppo Economico per fare il punto sulla situazione produttiva della Industria Italiana Autobus a Bologna e Flumeri. Il sindacato chiede l'impegno di regioni ed enti locali sulle gare: le note

Sono pochi gli ordinativi per la IIA, che sconta il calo di gare pubbliche causato dalla perdurante emergenza sanitaria. La situazione difficile della Industria Italiana Autobus è stata esaminata al Mise questa mattina. Ma dalla riunione presso il Ministero dello Sviluppo Economico non sono arrivati i segnali attesi dal sindacato. In particolare la Fismic Confsal e la Cisl Irpinia Sannio hanno diffuso comunicati che esprimono forte preoccupazione. A fronte degli investimenti realizzati dall’azienda per ammodernare gli stabilimenti di Flumeri e Bologna, al momento risultano essere pochi gli ordinativi per la IIA da parte delle regioni e degli enti locali, si sottolinea, mentre si attendono novità dalla Consip. Di seguito le note sindacali, diffuse al termine della riunione ministeriale.


Fabbrica ristrutturata ma pochi ordinativi per la IIA

Dichiarazioni di Giuseppe Zaolino | Fismic Confsal

Giuseppe Zaolino, Segretario della Fismic di Avellino

Dall’incontro del Mise sono emerse tutte le preoccupazioni della vigilia. L’azienda per bocca dell’Amministratore Delegato ing. De Filippis ha già investito 20 milioni e completerà la ristrutturazione entro fine anno. Le potenzialità produttive del gruppo parlano di 2000 autobus l’anno e nei primi 4 mesi sono stati prodotti 115 e ne servirebbero almeno 700 per raggiungere il pareggio di bilancio. Entro il prossimo anno sarà lanciato il primo “modello elettrico” che affiancherà LNG (gas liquido) e tutta la gamma sarà potenziata. Sul fronte commesse si sconta il ritardo dell’ effettuazione delle gare, praticamente ferme da un anno.
Si spera nella prossima gara CONSIP, dove l’ azienda ha presentato offerte su 4 lotti per 520 Autobus. Stiamo rivivendo la storia di 10 anni fa, che costrinse I’ Irisbus a scappare dall’Italia. Nel 2011 l’Iveco aveva appena terminato la ristrutturazione delle linee di montaggio ma il governo dell’epoca non finanziò il piano trasporti e le conseguenze le conosciamo tutti. Oggi il paradosso si ripete. Fabbrica pronta e mercato praticamente fermo. Rimbalzo di responsabilità politiche tra Regioni e Governo che sotto il tiro incrociato delle Organizzazioni Sindacali ne escono malconce. Bisogna fare arrivare questo grido d’allarme direttamente a Dragh. Nel prossimo DECRETO SEMPLIFICAZIONI, conclude Zaolino, si dovranno snellire le procedure delle gare, altrimenti tutti i buoni propositi di rilancio resteranno lettera morta.


Pochi ordinativi per la IIA, lavoratori pronti alla vertenza

Nota della Fim Cisl IrpiniaSannio

Il segretario nazionale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano

La vertenza della I.I.A., che nel novembre del 2019 con eccessivo ottimismo e superficialità era stata derubricata dal novero delle crisi industriali, ritorna alla ribalta con un potenziale carico di rischio per il prosieguo delle attività industriali e conseguente minaccia per la stabilità dell’occupazione. Convocato dal Ministero Sviluppo Economico, si è svolto in data odierna un incontro di approfondimento della situazione produttiva della Industria Italiana Autobus. All’incontro hanno preso parte Azienda, Invitalia, le Regioni Campania ed Emilia Romagna e i Sindacati Confederali e le Segreterie Nazionali e Territoriali FIM, Fiom e Uilm. Le risposte che si attendevano non sono venute nonostante l’apprezzabile azione di sollecitazione da parte delle Istituzioni Governative. Rimane irrisolto il tema dell’effettivo rilancio della attività produttiva dello stabilimento irpino il cui destino passa attraverso le azioni delle Isituzioni Regionali, in primis la Regione Campania. Gli importanti investimenti industriali operati relativi non soltanto all’ammodernamento degli impianti industriali esistenti ma soprattutto alla introduzione di nuove e competitive tecnologie; le conferme di Invitalia e Leonardo nel ruolo di azionisti e coprotagonisti del tentativo di affermare sul mercato l’azienda; queste ed altre importanti iniziative cozzano con i “mancati impegni” e “gli incomprensibili silenzi” della Regione Campania. È eloquente, a proposito del disinteresse verso le attività industriali del nostro territorio, l’affidamento della commessa da 70 autobus da 10,5 mt ad un costruttore straniero (Mercedes) mentre erano disponibili (e lo sono tutt’ora) circa 264 mezzi con le medesime caratteristiche sulla piattaforma Consip relativi ad una gara vinta dalla I.I.A. La tenuta industriale della Industria Italiana Autobus, l’impatto occupazionale sul territorio, la necessità di evitare il ricorso all’uso massivo degli ammortizzatori sociali (la cigo è già aperta per una durata di 5 settimane): questi sono gli obiettivi da perseguire; ed è essenziale che le Istituzioni Pubbliche interessate diventino, finalmente, i protagonisti del rialncio effettivo di questo importante segmento industriale della nostra Regione. Pertanto le scriventi Segreterie Territoriali ritengono doveroso evidenziare l’oggettiva difficoltà a partecipare ad incontri nei quali il soggetto chiamato a dare riscontro non solo agli impegni assunti ma, sopratutto, agli obblighi che competono in materia di sviluppo del territoio, la Regione Campania, si trincera dietro ad equivoci e pericolosi tecnicismi di sorta. Sono necessarie azioni di mobilitazione finalizzate a creare sinergie di ampio respiro: Associazione Imprenditori, Associazioni Sindacali dei lavoratori e Istituzioni della Politica. L’industria Italiana Autobus, la nuova e attrezzata per il futuro “Industria Italiana Autobus”, deve essere messa nelle condizioni di esercitare il vero ruolo che le compete vale dire: essere l’unica azienda italiana costruttrice di mezzi per il trasporto pubblico su gomma con ambizioni di affermazione sui mercati internazionali. Ruolo per il quale è attrezzata. Ruolo per il quale negli anni c’è stata una convergenza di interessi e di impegno di innegabile portata. Per assicurare questo i Sindacati dei lavoratori assumeranno, sin da questo momento , ogni azione utile e ritenuta essenziale per il raggiungimento dei suddetti obiettivi.


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