Il Gambero Rosso premia il broccolo aprilatico di Paternopoli

Prestigioso riconoscimento alla chef Valentina Martone del ristorante Megaron: "La cucina irpina conquista l'Italia con genuinità e qualità delle sue materie prime"

Il Gambero Rosso premia il broccolo aprilatico di Paternopoli. Da ben 19 anni sulla guida del Gambero Rosso, la chef di Megaron Valentina Martone conquista per l’ottavo anno consecutivo le due forchette. Un riconoscimento incassato non solo dal suo tempio del broccolo aprilatico ma da tutto l’areale di Paternopoli. Con il suo lavoro decennale di valorizzazione e promozione di un prodotto ormai celebrato a livello nazionale e protagonista del presidio Slow Food, Megaron costruisce la cifra gastronomica del territorio. Infatti l’areale paternese porta avanti una politica di promozione che negli ultimi anni ha dato vita al percorso Vitae, un progetto di collaborazione fra le attività del posto. Albergatori, ristoratori e cantine vinicole fanno quadrato per amplificare la qualità dei prodotti e catturare un nuovo target di visitatori. In questa cornice il broccolo aprilatico diventa il prodotto di punta di un ventaglio ampio e variegato, che si predispone a rivalutare gli ingredienti necessari a caratterizzare la qualità della vita. “Oggi il broccolo aprilatico è una verdura che ha conquistato un meritato apprezzamento, perchè viene lavorata in modo diverso, ma anche perchè è stato valorizzato dagli chef” spiega Valentina. “La presenza sulla Guida è un riconoscimento fondamentale, che ci consente di essere riconosciuti all’esterno, per attrarre qui turisti, viaggiatori e curiosi. Ma il vero lavoro che sostiene la nostra attività viene realizzato da chi questo territorio lo racconta tutti i giorni e ne accresce il valore”. L’influenza sui consumi e sull’orientamento dei gusti, deriva anche dal trend del momento e dalla scia emozionale che si produce. E’ per questa ragione che la narrazione diventa determinante in un contesto che lavora per emergere. “Lavoriamo per promuovere tutti i nostri prodotti, dall’olio al vino, e l’impegno non si esaurisce alla conquista delle forchette. Spesso accade che la menzione nelle guide specializzate si riduca ad una pagella di fine anno per gli addetti ai lavori. Con la pubblicazione del rapporto, noi chef valutando il posizionamento, traiamo lo stimolo a fare meglio, a confrontarci con altre realtà” continua.

 

Il Gambero Rosso premia il broccolo aprilatico di Paternopoli con il ristorante Megaron di Valentina Martone. È tra i ristoranti valutati con “Due forchette” dal Gambero Rosso in Campania

“L’arrivo degli esperti al ristorante è sempre una sorpresa: non sappiamo quando arrivano e per noi sono clienti come tutti gli altri a cui offriamo il massimo ogni giorno. La loro presenza è sempre anonima e il giudizio è sempre una sorpresa” argomenta la chef. L’autorevolezza delle guide gastronomiche nazionali e internazionali nel tempo è stata affievolita dai sistemi offerti dalla rete. “Fino a qualche anno fa le persone arrivavano a tavola muniti di guida, ma oggi non è più così. Il trasferimento della comunicazione sui social e gli strumenti offerti dalla rete consentono agli chef di raccontarsi al meglio. In Irpinia le eccellenze ci sono e sono stati compiuti diversi passi in avanti nella conoscenza delle tipicità e delle produzioni ma c’è ancora tanto da fare. Abbiamo bisogno di portare qui persone e di farci conoscere per quello che sappiamo fare”. Il percorso per la costruzione di un brand riconosciuto è partito, ma la spinta dal basso dovrà coinvolgere altri portatori d’interesse. “Non abbiamo posti letto per dormire, una guida qualificata e un manifesto culturale e geografico che ci consenta di uscire fuori dai confini provinciali. Abbiamo lavorato molto alla carta dell’accoglienza, con cui il territorio si esprime in tavola, ma il Taurasi o la Ravece non hanno ancora raggiunto la notorietà che meritano. Le nostre aspettative in questo momento guardano alla nostra capacità di proporre cibo sano e aria buona, soprattutto alla luce di quanto hanno vissuto le persone in città con il Covid. L’entroterra ha un’ottima possibilità da giocare: offre distanziamento, ma anche ottima qualità della vita” sottolinea. L’alimentazione intesa come nutrizione, non solo come piacere del gusto, trova qui un’oasi della salubrità, pronta ad assecondare la nuova frontiera della gastronomia. Celiachie, obesità e intolleranze alimentari, così come tanti altri disturbi, possono trovare nell’adozione di un corretto stile di vita e una sana alimentazione, un naturale palcoscenico in Irpinia. “E’ arrivato il momento di recuperare i metodi e le ricette delle nostre nonne, eredi della civiltà contadina, per prendere le distanze dalla produzione industriale e dall’utilizzo di additivi e conservanti. Questa pandemia ci ha insegnato fra le altre cose, che l’ecosistema è al collasso e che abbiamo il dovere di ripristinare i ritmi della natura e di guardare allo sviluppo sostenibile. A differenza di quanto è accaduto nel dopoterremoto con l’abbandono delle terre e la corsa all’industria, oggi assistiamo ad un ritorno. Si stanno rivalutando le opportunità offerte dalla terra e si guarda finalmente con occhi diversi a questo territorio, che ha tante potenzialità ancora tutte inesplorate” conclude.


LEGGI ANCHE:

Piano in 5 punti per la Campania post-Covid. De Luca: lavoro, innovazione e competitività

Decreto Ristori Quater, rinvio tasse di dicembre. Contributi a fondo perduto e bonus ai precari. Le misure

Positivi al coronavirus in Irpinia 91 (660 in 5 giorni): l’elenco. Oggi 2 morti al Moscati. In Campania: +1.626 con 42 decessi

ARTICOLI CORRELATI