«Artigianato irpino in ginocchio», Cgil: 1.000 aziende a rischio

Appello del sindacato al Prefetto di Avellino: «Rappresenti la drammatica situazione al Governo, Ministro del Lavoro, Ministro dell’Economia per un sollecito intervento con lo sblocco delle risorse»

Ci sono 1.000 aziende a rischio in provincia di Avellino, dove l’artigianato irpino è in ginocchio. È l’allarme lanciato dalla Cgil, che rivolge un appello al Prefetto, perché intervenga. Occorre «rappresentare la drammatica situazione al Governo, attraverso i Ministri del Lavoro e dell’Economia, per un sollecito intervento con lo sblocco delle risorse», scrivono i rappresentanti Cgil delle segreterie generale e di categoria.

La Prefettura di Avellino

«Da mesi i lavoratori del comparto artigianale sono in attesa dell’assegno di integrazione salariale dall’ente bilaterale FSBA», riferiscono in una nota i segretari generali irpini di Filctem Cgil Carmine De Maio, e della Cgil Franco Fiordellisi. «In Irpinia sono coinvolte oltre 1000 aziende, con più di 3.000 lavoratrici e lavoratori, in molti casi ‘Maestri di Mestieri’, in queste aree dove la figura dell’Artigiano è centrale sia nella cultura, essendo espressione sociale ed economica vera dei territori, come per l’Italia», si legge. «Le lavoratrici ed i lavoratori sono i custodi di saperi e di antiche tecniche, competenze, tramandate da generazioni e meritano, soprattutto in questo momento così difficile e complicato, la massima attenzione e rispetto perché tutelando i lavoratori dell’artigiano stiamo tutelando il cuore stesso miglior made in Italy». Pertanto, «non è quindi accettabile né sopportabile che le lavoratrici ed i lavoratori non ricevano l’assegno dell’ammortizzatore sociale previsto dal fondo bilaterale Artigiano da 5 lunghi mesi, precisamente dal mese di giugno 2020». Ribadendo che l’artigianato irpino è in ginocchio, chiedono di evitare l’aggravio di ritardi burocratici incomprensibili, che lasciano senza reddito migliaia di lavoratrici e lavoratori unitamente alle loro famiglie, peggiorando già il disastroso impatto sociale sull’Irpinia». Nell’appello al Prefetto di Avellino, la Cgil ricorda che «da mesi siamo contattati, per informazioni e tempi sui pagamenti», sottolineando che «ci manifestano tutta la frustrazione e fragilità, per non riuscire a sostenere i bisogni delle famiglie». La Cgil rappresenta la difficoltà di questi lavoratori, che «si sentono di serie C rispetto agli addetti dell’industria». In questo scenario, «il paradosso è che le risorse per la copertura economica fino al mese di settembre 2020 sono già state stanziate, ma per lungaggini burocratiche assurde, non arrivano all’ente bilaterale FSBA in modo da procedere all’erogazione delle prestazioni spettanti ai lavoratori».


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