«Servizi sociali da rifare ad Avellino», Rosato: coinvolgere terzo settore

Il candidato di Fare Democratico - Popolari: «Occorre una programmazione mirata con riferimento soprattutto all'assistenza per la terza e quarta età»

«Servizi sociali da rifare ad Avellino, coinvolgendo il Terso settore, con politiche specifiche per terza e quarta età». Il cardiologo Pino Rosato, capolista di “Fare Democratico – Popolari” annuncia l’impegno per un riassetto dell’assistenza alle famiglie, con riferimento agli utenti anziani.  «I servizi sociali non possono più essere la cenerentola delle politiche territoriali o il tema da sventolare, come una bandiera, soltanto in campagna elettorale, ma occorrono una programmazione mirata, anche attraverso il confronto con il Terzo settore, e stanziamenti adeguati» afferma il cardiologo Pino Rosato, capolista di “Fare Democratico – Popolari”.

Giuseppe Rosato

«Sul territorio ci sono tante realtà, che vanno messe in rete, valorizzate ed inserite in un piano strategico complessivo», prosegue Rosato. «Non occorrono soltanto risposte ai bisogni primari per le fasce più fragili, ma servizi avanzati per le famiglie e per i cittadini. Il welfare locale deve essere una priorità sulla quale investire. Servizi di mediazione familiare e sociale, centri per l’infanzia e a sostegno della genitorialità, strutture per le persone diversamente abili. Ma anche asili nido e micro-nidi aziendali. Le parole chiave a cui ispirarsi sono solidarietà, cittadinanza e qualità della vita». Per questo,  sottolinea, «c’è poi bisogno di una politica specifica per la terza e la quarta età. La nostra società sta andando verso una generale senilizzazione, anche se in condizioni di vita differenti rispetto al passato, grazie ai progressi della medicina e al contributo delle tecnologie. Bisogna però adeguare la rete sociale ai nuovi bisogni e alle trasformazioni in atto. Servono più servizi domiciliari e più opportunità per coinvolgere chi è pensionato nelle dinamiche della comunità. Va poi contrastata la solitudine in cui sono costretti a vivere tanti anziani, sia in città che nei piccoli centri rurali».


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