Grandinata nella Valle del Calore e del Sabato: «Stato di calamità»

Confagricoltura, Cia e Confcooperative concludono il monitoraggio delle aziende nel territorio coinvolto e depositano la richiesta alla Regione Campania. Caputo: "Olio, vino, nocciole e ortaggi i più colpiti. L'agricoltura è in ginocchio anche a causa dell'invasione dei cinghiali"

Un vigneto

Confagricoltura, Cia e Confcooperative hanno chiesto alla Regione Campania lo stato di calamità naturale dopo la grandinata nella Valle del Calore e del Sabato. I tecnici mobilitati sul campo hanno già effettuato una prima stima dei danni, valutando un’alta percentuale delle aziende agricole presenti in zona. Colpiti dalla grandinata nella Valle del Calore e del Sabato in modo particolare gli oliveti, i vigneti, noccioleti e ortaggi, con una perdita del 40 per cento della produzione. Con il maltempo sono andate distrutte la maggior parte delle colture, in particolar modo nei comuni di Gesualdo, Venticano, Taurasi e Sturno, aggravando una condizione di difficoltà già registrata per le aziende vinicole a causa del Covid- “Ad oggi non sappiamo se la percentuale di produzione che è stata danneggiata aumenterà ancora: bisogna attendere ancora qualche giorno per avere contezza certa del danno prodotto” ha spiegato Antonio Caputo rappresentante di Confagricoltura Avellino. “Sono state interessate dall’indagine la maggior parte delle aziende che operano in zona e si procede alla richiesta di riconoscimento della stato di calamità naturale attraverso gli ispettorati territoriali. L’agricoltura intanto è in ginocchio: prima la pandemia, poi le avversità meteorologiche e l’invasione dei cinghiali che hanno distrutto i raccolti e causato danni ingenti agli imprenditori agricoli” chiarisce. Appena poche settimane fa, erano i produttori vinicoli a chiedere un supporto esterno per far ripartire la vendita dei vini, congelata a causa della pandemia. Le vendite on line infatti non hanno coperto il 100 per cento delle vendite delle cantine irpine, che sono solite destinare una quota della produzione ai ristoranti.

Ciro Picariello, presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali di Avellino

Sulla grave difficoltà che sta vivendo il comparto è intervenuto anche l’Ordine degli Agronomi Forestali della Provincia di Avellino, che aveva sollecitato per primo il riconoscimento dello stato di calamità naturale, già all’indomani del forte maltempo che si è abbattuto in provincia, sottolineando le gravi perdite in termini di qualità e quantità del raccolto nelle principali produzioni a carattere territoriale, come il vino, l’olio e le nocciole. In molti casi infatti, la grandinata ha bruciato il potenziale raccolto, e gli agricoltori sono stati costretti ad arginare il più possibile il rischio di perdere tutto l’investimento.


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