Il progetto del Partito Popolare riparte dalla Campania ma guarda all’Italia. A Napoli, dove nel gennaio ’62 un famoso congresso Dc gettò con Aldo Moro le basi per trent’anni di Centrosinistra (coi Socialisti senza Pci), Ciriaco De Mita ha rimesso in campo con il simbolo, i valori e il progetto del Partito Popolare Italiano che nel 1994 tentò di sbarrare la strada alla Destra in doppiopetto del Cavaliere di Arcore. Unendo associazioni e movimenti che condividono la necessità di rilanciare i valori del popolarismo nella politica e nella responsabilità di governo, il laboratorio presentato ieri dall’ex segretario Dc appare ben più ambizioso di una lista per elezioni regionali, seppur rilevanti nel Paese come quelle della Campania.

I Popolari

Il ragionamento svolto e la prospettiva indicata, i riferimenti al quadro politico e la critica rigorosa a precisi leadership e partiti, l’ancoraggio del progetto una delle due grandi culture politiche affermatesi nel Paese dopo la guerra, quella del popolarismo, dicono che l’approdo vero non è locale. «Il senso e le priorità concrete che questa identità intende rappresentare» proiettano la sfida a Roma. Ieri al Renaissance Hotel Mediterraneo di Napoli Ciriaco De Mita ha scelto Vincenzo De Luca quale suo candidato governatore, ma ha fissato paletti politici precisi nel rapporto che resterà dialettico con i gruppi consiliari e i partiti. Demolendo le ambizioni da premier e da statista del leghista Matteo Salvini e ridimensionando il dibattito nel Pd di Nicola Zingaretti, descritto come una mera lotta interna di potere il congresso del 2019, De Mita apre quello che considera uno spazio politico ampio, mettendolo a disposizione.

Giuseppe De Mita

«IL FALSO BIPOLARISMO DEL ’94». Presentando la lista, Giuseppe De Mita ha delineato l’orizzonte di Prospettiva Popolare, un movimento politico, che recupera un simbolo storico dell’Italia repubblicana dopo la caduta del Muro di Berlino. Nelle intenzioni i Popolari si pongono come un catalizzatore nella società italiana «di tutti quelli che, a vario modo, si riferiscono a questa esperienza politica e culturale». Quel simbolo richiama l’esperienza dei Popolari, cioè il nucleo cattolico democratico che negli ultimi 19 anni ha proseguito il proprio percorso ne La Margherita e ne L’Ulivo, prima di entrare nel Pd, partito nel quale tanti Popolari sono oggi. Il progetto, come ha chiaramente detto Giuseppe De Mita, è ripartire dal Ppi degli anni ’90, per ripensare «il momento in cui si è affermata quella forma distorta di bipolarismo e di finta rappresentazione della realtà che vediamo ancora oggi», ha spiegato. In questo quadro, i nuovi Popolari tornano sul campo per gettare ponti, non per disarticolare. Ponti tra istituzioni e cittadini, ponti tra il mondo cattolico e un Pd che viene inquadrato come una forza della sinistra, quindi, non più la casa delle grandi culture politiche democratiche italiane del ‘900, capace di parlare a più ampi strati della società italia. Il disegno politico di Prospettiva Popolare riguarda l’Italia, dunque, benchè parta dalla Campania. La disponibilità «degli amici piemontesi», che hanno dato la possibilità di utilizzare il simbolo per la prima volta in una competizione elettorale sotto i riflettori del Paese, lo dimostra. Intervenendo alla presenza di Gennaro Salzano, componente dell’Associazione «I Popolari da cui proviene il simbolo, Giuseppe De Mita ha concluso sottolineando che le elezioni regionali rappresentano per il progetto una tappa importante di un percorso ben più lungo e complesso.

Ciriaco De Mita (a sinistra) con Pierluigi Castagnetti, ultimo segretario del Ppi (fino al 24 marzo 2002)

UNA CAMPAGNA ELETTORALE COSTITUENTE (PER UN NUOVO PARTITO POPOLARE). Ciriaco De Mita, tirando le conclusioni politiche, ha indicato la direzione: «Facciamo campagna elettorale per riscoprire la cultura popolare nella coscienza popolare», rimarcando che «le persone disposte a organizzarsi intorno a questo pensiero sono molte di più di quelle che si possono immaginare».


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