“E’ stata una vertigine” di Maurizio Maggiani

Ilde Rampino recensisce per Nuova Irpinia il romanzo dello scrittore ligure del 2002, che attraverso tredici brani racconta l'amore e a cui l'autore stesso dedica parole e poesie, con riferimento alle persone che ha incontrato nella sua vita

“E’ stata una vertigine” di Maurizio Maggiani. E’ il tuffarsi nei ricordi, raccontare qualcosa, da cui riprende vita un’immagine, un punto distante che risuona nel cuore come un’eco lontana e figure diverse si stagliano nella memoria con le loro parole e soprattutto attraverso gesti che attraversano il silenzio e ritornano avanti e indietro. Racconti, stralci di vita, che narrano emozioni, che risuonano, mentre un uomo ha nel cuore una canzone d’amore e sembra andare alla ricerca di una felicità misteriosa attraverso inesplicabili vicende. Il protagonista si lascia cullare da queste figure che hanno lasciato una traccia nella sua vita : frammenti di ricordi risalgono alla superficie del tempo, come alcuni oggetti “avanzati dalla nostra relazione” che rappresentano i momenti del passato, che assumono un nuovo significato, di distacco e di rifiuto, considerati dalla vicina di casa invadente alla stregua di simboli di un matrimonio finito, di cui ella cerca di carpire i segreti. La voce accorata del protagonista cerca di rivivere i momenti, emotivamente pregnanti, del loro rapporto matrimoniale, in cui si prendevano la mano e cercavano di sanare le fratture dei loro silenzi. Attraverso le pagine dei vari racconti troviamo immagini molto suggestive, come quella della bambina che “lavava le mani con il sole” o la sensazione di “bere le proprie lacrime perché nessuno fosse rattristato dalla sua tristezza”. L’elemento peculiare che costituisce il “trait d’union” dei racconti è il profondo senso di inadeguatezza, perché ”non è il cuore che mi manca, è lo slancio”, il tentativo, spesso vano, di riempire un vuoto che si è fatto infinito, perché l’amore è qualcosa di improvviso, “certamente non invitato”. Particolarmente struggente è il rapporto con i bambini, con l’infanzia perduta e mai ritrovata, “un bambino in mezzo alla campagna, solo, che poi sparirà nel buio”, la consapevolezza di avere la certezza di essere nel cuore della bellezza del mondo nel guardare un bambino e ricambiare il sorriso di sua madre. Le parole che intercorrevano tra di loro servivano per costruire un regno, il loro, in quella ”notte di battesimo adulto” in cui c’erano loro due e il bambino, che egli considera “figlio del cuore” , libero e innocente. Egli prova vergogna e paura, perché li ha abbandonati, se n’è andato via per troppo amore, si rendeva conto di aver venduto il suo amore per il successo, per i progressi che aveva ottenuto in ciò che sapeva fare. Significativo è il senso di un ritorno alle origini, velato di nostalgia, come quando l’autore descrive il piccolo paesino, in cui essi si rifugiavano durante l’inverno e il rito dell’ accensione della “Stufa madre” da parte del protagonista che attende in silenzio la donna che ama – “era bellissimo sentirla e vederla arrivare con il suo scialle” – e il senso di tenerezza verso quel bambino non suo, ma che ama come se lo fosse, mentre ricorda l’emozione di “prenderti ancora nel sonno e avvolgerti nella coperta”, mentre rivolgeva uno “sguardo a te e a tua madre”. Gli anni trascorsi hanno tuttavia creato una sorta di voragine nel loro rapporto, una frattura profonda ed egli ha paura di ciò che avrebbe potuto dirgli, per la sofferenza di averlo visto andar via. La vita li ha divisi, egli era rimasto ai margini della politica e delle manifestazioni, pur conservando l’idea di ribellione, aveva visto picchiare la gente e aveva visto versare il sangue, mentre quel bambino era diventato poliziotto , viveva dall’altra parte della barricata e ha paura di rivederlo, perché aveva paura che egli potesse riconoscerlo. E’ il concetto di amore, come sentimento intimo e pacato, nonostante le tempeste del cuore, come nell’incontro di un uomo e di una donna che stanno in silenzio, guardandosi negli occhi: entrambi hanno in sè un grande bisogno di affetto, che si estrinseca nella ricerca di un amore da dare e di un amore da ricevere nel proprio cuore.

A cura di Ilde Rampino


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