Sturchio confermato vicesindaco a Caposele, il tribunale rigetta il ricorso

Il tribunale di Avellino si pronuncia sul ricorso di incompatibilità presentato da due consiglieri di minoranza e pubblica una ordinanza che fa giurisprudenza. Dopo due anni di battaglie, si chiude una tormentata vicenda giudiziaria: "Andrò finalmente in consiglio comunale ad esercitare il mio incarico a pieno titolo e sono pronto a fare del mio meglio"

Armando Sturchio viene confermato vice sindaco a Caposele. Lo ha stabilito l’ordinanza  del Tribunale di Avellino- prima sezione civile- l’11 giugno scorso, a seguito del ricorso presentato dai consiglieri di minoranza Luigi Casale ed Eliseo Damiano già all’indomani dell’esito di voto delle elezioni amministrative 2018. I consiglieri sollevavano l’incompatibilità di Armando Sturchio come componente della giunta comunale- quindi come assessore e vicesindaco- per vincoli di affinità con il sindaco Lorenzo Melillo, essendo l’ex marito della sorella di quest’ultimo. Con l’ordinanza di rigetto, il numero due dell’esecutivo Melillo si prepara ad intervenire in consiglio comunale per argomentare sulla sua posizione e annunciare l’apertura di una nuova stagione politica e amministrativa.

A due anni dalla battaglia giudiziaria che ha impegnato due sedute di consiglio comunale, e che è stata sollevata anche in Prefettura e presso il Ministero dell’Interno, Sturchio tira un sospiro di sollievo e conferma la sua piena soddisfazione per il pronunciamento del Tribunale, che ha messo fine ad una vicenda che ha inficiato l’intera attività amministrativa della compagine di governo. “Sono molto soddisfatto: sono state accolte le tesi che da sempre ho sostenuto e oggi posso riaffermare il mio diritto di fare politica. Finalmente esco da una condizione di precarietà ed entro a pieno titolo nel mio ruolo di vice sindaco e assessore, per svolgere al meglio le mie funzioni e fare ancora meglio” commenta Sturchio. “Mi sono trovato spesso in difficoltà e preda di una sensazione di indebolimento che mi ha affranto e tormentato. Questa vicenda è stata un vero e proprio cavallo di battaglia della minoranza consiliare; basti pensare che è arrivato il ricorso della Prefettura quando c’era la festa per l’insediamento. Alla soddisfazione di avere incassato il consenso del Tribunale, si aggiunge quella di avere fatto giurisprudenza e di avere ripristinato la logica del buon senso, ma questo merito è attribuibile ai miei avvocati Alfonso Sturchio, Antonio Corona e all’avvocato del Comune di Caposele Giuseppe Palmieri. Un ringraziamento va anche all’avvocatessa Lorenza Di Lauro, responsabile dell’Ufficio legale del Comune, che ha fatto la prima relazione alla Prefettura” spiega il vicesindaco.

Consiglio comunale straordinario- intervento del vice sindaco Armando Sturchio

Il collegio ha accolto la tesi formulata in prima battuta dal legale Alfonso Sturchio destinata a fare giurisprudenza, “dando una interpretazione estensiva della norma orientata verso i principi cardini della Costituzione quali art. 3 e 52, nel rispetto della gerarchia delle fonti. “All’epoca della redazione della norma in parola l’istituto del divorzio non esisteva affatto nell’ordinamento, sicché è di tutta evidenza che esso non potesse essere preso in considerazione” si legge nella narrativa. L’ordinanza cita le argomentazioni prodotte dai legali del resistente, quanto del Comune di Caposele che si è dichiarato parte civile. “In altre parole, non sembra potersi validamente sostenere che il legislatore volesse espressamente escludere che l’affinità potesse cessare con il divorzio, poiché, al momento della elaborazione della norma, esso non esisteva e la norma stessa è rimasta poi immutata nella sua formulazione come inserita nell’impianto originario del Codice civile, di cui al R.D. 16 marzo 1942 n. 262”.

“Sono molto soddisfatto” conferma l’avvocato Palmieri. “La linea difensiva adottata ha inciso sulla giurisprudenza per un caso mai verificato prima. E’ stata citata una sentenza del tribunale di Milano del 2017 perchè faceva proprio un orientamento della Cassazione in materia di divorzio, consentiva il matrimonio fra affini in linea collaterale e, trasponendo questa interpretazione in questa vicenda di incompatibilità, era ovvio che il Tribunale dovesse concludere sulla inesistenza. All’epoca dell’emanazione del codice non si prevedeva che con la cessazione degli effetti civili del matrimonio cessa anche il rapporto di affinità che impediva la nomina del vice sindaco e assessore. Cessati gli effetti civili insomma, non c’era più incompatibilità. La soddisfazione è duplice: era illogico non consentire la partecipazione alla vita democratica di una persona non legata ad alcun vincolo, e fa giustizia alle vicende locali che si sono protratte per tempo. Le vicende giudiziarie anche quando si concludono positivamente sono sempre dannose” ha argomentato l’avvocato.


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