Arriva la rivoluzione della Sanità territoriale in Campania, con l’Irpinia già pronta ad attuarla da marzo. Si concretizza il piano per la medicina di famiglia, frutto dell’accordo integrativo regionale, che permette di realizzare le Aft, di implementantare il personale negli studi medici e di introdurre la diagnostica di primo livello negli studi dei medici di famiglia.

SANITÀ TERRITORIALE AL VIA CON LE AFT, NASCE LA RETE DEI MEDICI DI BASE. Con le Aft i cittadini avranno a disposizione ambulatori h12, dodici ore al giorno sul proprio territorio. Si assicureranno la diagnostica di primo livello e la condivisione in rete della cartella clinica tra 20 medici di riferimento. La medicina territoriale supera il metodo delle Unità Complesse di Cure Primarie. Il poliambulatorio unico comprensoriale, mette in rete sul territorio i medici di base, che condividerannl le cartelle cliniche dei pazienti e offriranno per 12 ore al giorno la possibilità di rispondere alle richieste del paziente, che avrà un interlocutore a cui rivolgersi prima di arrivare alla struttura sanitaria ospedaliera.
A MARZO IL VIA ALLA SPERIMENTAZIONE DEL NUOVO MODELLO DI SANITÀ TERRITORIALE. La nuova organizzazione delle Aft- Aggregazioni Funzionali Territoriali- degli studi medici di famiglia partirà a marzo, spiega Francesco Sellitto, presidente del Consiglio dell’Ordine dei Medici di Avellino, che annuncia l’adesione alla rete territoriale degli studi nel comprensirio compreso tra Candida a Venticano. La novità introdotta dal Sistema Sanitario Regionale, già pubblicata sul Bollettino Ufficiale regionale, è stata illustrata nell’ambito di una conferenza stampa della Finmmg a Palazzo Alabardieri a Napoli lo scorso 30 gennaio. “La medicina territoriale nasce dall’esigenza di garantire una maggiore continuità assistenziale alla popolazione”, spiega Franco Sellitto.

IL NUOVO SISTEMA. Le Aggregazioni Funzionali Territoriali uniscono 20 medici di famiglia, garantiscono la continuità dell’assistenza alla famiglia, che avrà a disposizione un medico per ogni esigenza, aggiornato sulla storia medica del paziente avendo accesso alla cartella clinica. “L’utente avrà sempre il suo medico di famiglia, ma potrà interpellare altri professionisti qualora ne abbia bisogno” ha spiegato Sellitto. “Il tentativo di trasferire tutti i medici di base nelle UCCP è fallito, perchè imponeva ai pazienti di arrivare all’ambulatorio. Nel caso delle Aggregazioni Funzionali, invece, ogni medico mantiene il suo ambulatorio, e il cittadino che non incrocia gli orari di studio, potrà invece rivolgersi ad altro medico della rete, che sarà disponibile nell’arco della giornata”, spiega. La novità rilevante introdotta da questa misura, è la condivisione in rete della cartella clinica, accessibile anche per i medici di guardia medica, in servizio nel fine settimana e in orario notturno. “Grazie ai software e alla condivisione delle cartelle, saremo in grado di accedere all’anamesi del paziente e conoscere il quadro clinico”.

TRA GLI OBIETTIVI: RIDUZIONE DEGLI ACCESSI IMPROPRI AL PRONTO SOCCORSO. La Aft, in ultima analisi, si caratterizza come un deterrente funzionale al freno degli ingressi nei pronto soccorso, e alla presa in carico dei cosiddetti “codici bianchi”. “Intendiamo fare la nostra parte per superare l’abitudine alla corsa in ospedale come soluzione obbligata nel caso di una domanda di assistenza. L’elemento innovativo è il lavoro di squadra che mettono in campo i medici, chiamati a confrontarsi sui casi clinici rilevati. L’assistenza migliorerà complessivamente” aggiunge il presidente Sellitto. A circa un mese dall’implementazione della nuova strategia, l’Asl di Avellino dovrà attivare una campagna di informazione alla cittadinanza, con l’illustrazione delle reti in ogni comprensorio, e dovrà dotare l’utenza del ventaglio dei medici che andranno a comporre la rete, con le specifiche del caso.

“MEDICI DI BASE CERCANSI: NEL 2025 SI DIMEZZERÀ IL NUMERO DEI PROFESSIONISTI”. La riorganizzazione della medicina territoriale in Irpinia è ormai definita, ma non tutti i problemi possono dirsi risolti. All’orizzonte, entro i prossimi cinque anni, c’è da affrontare la questione del dimezzamento dei medici di base. “Abbiamo ancora qualche anno di tranquillità: la graduatoria della Regione Campania si compone di 5mila medici che aspirano ad avere la continuità assistenziale e la medicina di base. Di quella graduatoria sono circa 1000 gli aventi diritto, ma entro il 2025 circa il 60 per cento dei medici di famiglia andrà in pensione e qualche problema ci sarà se non si corre fin da subito ai ripari e non si adottano le contromisure. Basterebbe introdurre un anno di affiancamento al medico generale per l’inserimento in graduatoria” conclude Sellitto. Il problema sarà al centro del confronto istiruzionale nei prossimi mesi.
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