Il Laceno non è terra di conquista, Architetti contro Università e Confindustria

Il presidente dell'ordine professionale di Avellino Erminio Petecca punta l'indice contro lo studio accademico illustrato nei giorni scorsi a Nusco nel corso di un convegno: affidare progettazioni a partire da indirizzi precisi deliberati dagli enti locali, basta con le suggestioni dei master di specializzazione

Dalla ricostruzione alla rigenerazione, Petecca: ora un nuovo modello di sviluppo

Il Laceno non è terra di conquista, avverte l’Ordine degli Architetti, che si schiera contro una apparente iniziativa accademica promossa da Università e Confindustria sul futuri dell’Altopiano. “Le esercitazioni scolastiche universitarie non sono i progetti dei professionisti da considerare come studi di fattibilità da candidare a finanziamenti”. Con questo monito, il presidente dell’ordine degli architetti di Avellino Erminio Petecca richiama l’attenzione della politica e degli amministratori locali a non indebolire il tessuto delle professionalità e l’autorevolezza degli studi professionali, “dediti alla crescita e al miglioramento del territorio” tuona Petecca. Con una nota pubblicata nella giornata di ieri, l’ordine degli architetti di Avellino rappresentati da Erminio Petecca contesta la “fuga in avanti” di Confindustria Avellino e dell’Università Federico II di Napoli sulla presentazione del progetto esecutivo sulla riqualificazione del Laceno. L’architetto lamenta la scarsa considerazione delle professionalità territoriali che sul Laceno hanno investito studio e sacrifici, a vantaggio di convenzioni “a basso costo con le università” si legge. “Siamo alle solite: spacciare un’esercitazione didattica per progetto esecutivo solo per fare clamore” scrive riferendosi alla riunione convocata a Nusco dal presidente dell’area pilota Ciriaco De Mita e dagli accademici di Napoli, per presentare il maxi progetto di riqualificazione dell’altopiano. “Purtroppo si continua con questa storia, a danno di una categoria di lavoratori, quella dei professionisti, che su queste tematiche ha investito tutta la vita, studi, sacrifici e famiglia. Non possiamo continuare ad assistere alla scandalosa e indegna sceneggiata, con la presentazione in pompa magna di progetti fantasiosi, senza nessun supporto tecnico- scientifico, convenzioni con l’università per la redazione di strumenti urbanistici a basso costo, richieste di membri di commissioni e consulenze tecniche a titolo gratuito ed altri. Tutto a spregio delle leggi e del Codice degli Appalti” continua. A destare il disappunto del presidente del consiglio dell’ordine di Avellino, i titoli dei giornali all’indomani dell’incontro di Nusco, che avrebbero “osannato” l’opera di architetti di Napoli pronti a scendere in campo per il Laceno. Come se gli studi professionali della provincia non ne avessero cura. “A Nusco è stata presentata una ricerca condotta da studenti universitari, che è una cosa ben diversa da uno studio di fattibilità candidato ad essere esecutivo” ribatte Petecca. “Il master di cui in oggetto è stato finanziato anche dall’Ordine di Avellino il primo anno, poi soltanto da Confindustria, ma il progetto illustrato a Ciriaco De Mita non può essere considerato uno studio di fattibilità per la sistemazione del Laceno. Noi continuiamo a svolgere una professione e siamo stati esclusi dalla condivisione di un progetto unitario, tant’è che potremmo addirittura contestare i materiali previsti, che noi riteniamo impattanti”.

Erminio Petecca, Presidente dell’Ordine provinciale avellinese degli Architetti, interviene durante la Conferenza sull’Altopiano del Laceno (Bagnoli Irpino, sede dell’Acca Software – 14 giugno 2019)

“IL LACENO NON È TERRA DI CONQUISTA, DIFENDIAMO I DIRITTI DEL TERRITORIO”. Il mancato coinvolgimento dell’Ordine professionale di Avellino è stato sottolineato già in altri casi. “L’attivismo dal basso è necessario, ma non con queste esternazioni fantasiose: prima col borgo ferrovia ad Avellino, poi con il rendering del Castello con ipotesi di ricostruzione del maniero, e adesso è la volta del Laceno. Bisogna cambiare marcia se vogliamo bene a questo territorio. Se le amministrazioni non hanno soldi per finanziare gli studi di fattibilità, allora apriamo i concorsi di idee e facciamo partecipare i migliori architetti del mondo. Apriamoci alle proposte di professionisti veri, non accontentiamoci di fantasiose ipotesi di studi didattici dei ragazzi” sottolinea Petecca. Infine, la spallata alla politica. “La responsabilità è della politica: basta fomentare la confusione sui progetti e anteporre l’interesse sui fondi a discapito di quello che accade sul territorio. I finanziamenti sono un fatto serio, e alla lunga l’improvvisazione viene fuori. Con Confindustria ci siamo chiariti: se un’azienda italiana avesse sponsorizzato i prodotti taroccati delle aziende cinesi, quelle italiane cosa avrebbero detto? Il nodo della questione è la necessità di un chiarimento con le università, che stanno proponendo ai Comuni le redazioni sui Puc a basso costo, azzerando di fatto le attività degli studi professionali” conclude.


LEGGI ANCHE:

Patto per il Laceno. Confindustria, Architetti e Università: priorità per l’Irpinia

“Il Laceno polo turistico invernale del Sud”, asse università istituzioni

Laceno, Confindustria presenta il progetto: ecco il primo polo turistico invernale del sud

ARTICOLI CORRELATI