‘Salvare le casette asismiche di Aquilonia’, il caso alla Regione Campania

Costituiscono l'unica traccia rimasta della ricostruzione del paese dopo il Terremoto del Vulture datato 1930. Il Comitato civico Palazzine Bene Comune ha ottenuto dal Delegato regionale Francesco Todisco la trasmissione degli atti all'Assessorato regionale all'Urbanistica per programmare un possibile recupero

‘Salvare le casette asismiche di Aquilonia perché rappresentano la traccia fisica dell’originario impianto cittadino ricostruito dopo il terremoto del 1930. Il ‘Comitato Palazzine Bene Comune’ si batte da anni perché questo lembo del passato possa essere rigenerato e tramandato ai posteri. Il caso ora approda presso la Regione Campania, dopo che alcuni giorni fa della questione si è fatto carico il Delegato per le Aree Interne, Francesco Todisco. Con un comunicato stampa il Comitato Palazzine Bene Comune rende note le conclusioni cui si è giunti dopo l’incontro avvenuto il 28 dicembre con il consigliere regionale delegato per le aree interne Francesco Todisco.

‘Salvare le casette asismiche di Aquilonia’, il caso alla Regione Campania. Nella foto: veduta dell’impianto urbano del 1930 – primo nucleo di fondazione di Aquilonia Nuova

«La finalità dell’incontro richiesto dal comitato al delegato regionale in visita presso la comunità altirpina, è fare il punto della vertenza apertasi ad Aquilonia due anni or sono, a seguito della deliberazione di demolizione, emessa dall’amministrazione di Giancarlo De Vito, dell’ultima testimonianza del tessuto urbano storico di Aquilonia, rappresentato dalle 6 “casette” asismiche e per cui lo stesso Todisco aveva già da subito espresso solidarietà sottoscrivendo l’appello del comitato», si legge nella nota, con cui i cittadini ricostruiscono brevemente le tappe della vicenda. Il comitato, «appresa notizia della deliberazione di demolizione del 2017, infatti, produsse immediatamente segnalazione rivolta alla locale Soprintendenza, (per cui ricevette immediato positivo riscontro), ed una Appello a cui cittadini, rappresentanti della cultura e della politica diedero ampio riscontro». Ora, con questa iniziativa, «ci si predispone con questo incontro a fare un ulteriore passo in avanti nel confronto cittadini- pubblica amministrazione, portando la questione all’attenzione della politica regionale, proponendo l’attivazione di un percorso partecipato di rigenerazione urbana, supportato dagli stessi uffici regionali e dai referenti politici competenti».

IL CASO APPRODA ALL’ESAME DELL’ASSESSORATO REGIONALE ALL’URBANISTICA. A conclusione dell’incontro, il Delegato Francesco Todisco ha suggerito di approfondire la vertenza negli uffici regionali preposti, con l’Interlocuzione dell’assessore all’urbanistica architetto Bruno Discepolo, per valutare assieme come incardinare le questioni del riuso e della rigenerazione con lo stato normativo vigente (Piano regolatore generale del 1983, Piano di recupero decaduto nel 2000, Piano Urbanistico Comunale adottato nel 2013 e mai approvato in consiglio comunale». L’obiettivo indicato da Todisco è integrare con le attività promosse dallo stesso Todisco questa esigenza, calandola in contesti di «rigenerazione sostenibili, condivisi, proattivi per le attività artigianali, per i servizi alla cittadinanza, per la tutela del patrimonio storico architettonico».

Casette Asismiche Aquilonia sul corso principale del paese dopo il terremoto del 1930. La foto originale è custodita nel Museo Etnografico di Aquilonia ‘Beniamino Tartaglia’

IL PRIMO INSEDIAMENTO DOPO IL TERREMOTO DEL VULTURE. Per i cittadini del Comitato Palazzine Bene Comune va salvaguardato «l’ultimo lotto ancora esistente del primo insediamento di ‘casette’ costruite per ospitare in via temporanea gli sfollati del cosiddetto ‘terremoto del Vulture’ nel 1930 ad Aquilonia». L’insediamento è costituito da «un nucleo di 6 palazzine e si distingue per il fatto di rappresentare l’ultimo luogo di Aquilonia che conserva la struttura, il tessuto, l’atmosfera stessa di un piccolo quartiere caratteristico dell’impianto urbanistico che il paese aveva alla sua fondazione», hanno scritto recentemente, rispondendo ad un intervento del Sindaco Giancarlo De Vito sull’argomento. Di fatto, «l’Ambito B è il centro storico della nuova Aquilonia ricostruita dopo la distruzione del 1930. La storia di Aquilonia che quel luogo testimonia, sia pure drammatica, è cara a tanti dei suoi abitanti e l’Ambito B è tra le cose che fanno di Aquilonia, e solo di Aquilonia, quello che è». Per il Comitato «non si abbatte la memoria».


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