Nuova zona rossa a San Martino, gli sfollati tornano a casa

RIPERIMETRATA LA ZONA DEL RISCHIO, SENSORI INTELLIGENTI SEGNALERANNO L'EVENTUALE RISCHIO. RESTANO FUORI CASA 20 PERSONE SU 300. Oggi, 31 dicembre, riunione con le rappresentanze della Prefettura, del Commissariato straordinario e della Protezione Civile. Trasmesse a Roma le risultanze con le richieste finanziarie necessarie alla messa in sicurezza

La nuova zona rossa a San Martino Valle Caudina riduce il perimetro del rischio. Per quasi tutti gli sfollati questo significato tornare a casa per festeggiare a mezzanotte l’arrivo del nuovo anno. Saranno costrette a restare fuori una ventina di residenti nella zona alta del paese, ritenuti troppo vicini al costone dal quale si è staccata la frana quasi due settimane fa. Per loro si dovranno attendere interventi di messa in sicurezza, per ora delineati, ma non ancora in cantiere. Questo è l’esito del briefing istituzionale con il Prefetto di Avellino, Paola Spena, col Commissario per l’Emergenza, Italia Giulivo e le rappresentanze regionali della Protezione Civile. La riunione è servita a stabilire il protocollo d’evacuazione in caso di nuove piogge. L’area inserita nella nuova zona rossa a San Martino Valle Caudina sarà dotata di sensori intelligenti in grado di segnale, misurandola, la quantità di pioggia realmente pericolosa. Sono state stabilite tre fasce di rischio, con le prime due considerate di allerta, la terza di emergenza con automatico sgombero delle case ritenute esposte al rischio alluvionale. In questo modo, i residenti potranno ritrovare quella serenità che in questi lunghissimi giorni di emergenza è stata loro negata perfino nei giorni di Natale. Nel corso del briefing si è fatto il punto sulla attività di ispezione e controllo effettuata in questi giorni sia lungo la condotta del fiume intubato, che a monte, nella zona della frana. La riunione di oggi è servita a stabilire la nuova mappa del rischio idrogeologico a monte della cittadina caudina. Un verbale dettagliato della riunione è stato trasmesso al Governo, con riferimento enti al Ministero dell’Economia, che dopo Capodanno dovrà valutare la richiesta inviata dalla Regione Campania per la dichiarazione dello stato di calamità. Il verbale tiene conto del lavoro realizzato dalla Protezione Civile e dagli speleologi del Soccorso Alpino regionale, che hanno ispezionato il tratto tombato del fiume Caudino, intasato una settimana fa dai materiali portati a valle dalla frana sul soprastante monte Mafariello, in località Vallicelle, la stessa zona interessata dall’alluvione che venti anni fa interessò la Valle Caudina, insieme a Sarno e Quindici. I caschi verdi sono risaliti fino al fronte della frana che ha causato l’esondazione torrentizia, da cui è scaturita l’esplosione della condotta sotto piazza XX settembre.

San Martino Valle Caudina, martedì si riperimetra la zona rossa. Nella foto: il Soccorso Alpino in azione per un’ìspezione nel fiume tombato, sotto la piazza

SI ATTENDONO I FONDI PER LA MESSA IN SICUREZZA E IL RISANAMENTO IDROGEOLOGICO. La nuova perimetrazione della zona rossa a San Martino Valle Caudina ha consentito di rivedere ed aggiornare il fabbisogno finanziario finora stabilito dalla Giunta comunale per affrontare le conseguenze dell’alluvione. Probabilmente serviranno fondi aggiuntivi rispetto ai 4 milioni e 800mila euro della stima consegnata alla Regione Campania, che l’ha inoltrata per competenza al Governo. La Campania attende impegni concreti sulla emergenza maltempo in Campania, ha affermato nei giorni scorsi il Vicepresidente della Giunta Regionale, Fulvio Bonavitacola, che ha polemizzato con la visita del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa nel Cilento per parlare di fiscalità di vantaggio, mentre coste e aree interne della Campania scontano danni ingenti al patrimonio urbano e rurale per l’alluvione. La Regione Campania ha deliberato un primo stanziamento di 8 milioni di euro per interventi urgenti: movimenti franosi, esondazioni, mareggiate, ristoro attività economiche, inoltrando la richiesta al Governo di dichiarare lo stato di calamità.

La sala del Consiglio dei Ministri a Roma, all’interno di Palazzo Chigi

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