Campus per l’agricoltura a Sant’Andrea di Conza, sfida dell’Istituto Agrario di Calitri

Abbandonato da anni, il sito cattura l'interesse non solo della scuola ma anche di privati pronti ad investire. Il Maffucci di Calitri e Calabritto in Regione Campania per ottenere la concessione d'uso e avviare la produzione e sperimentazione di nuove colture, senza trascurare la trasformazione dei prodotti

Sant'Andrea di Conza

Il Centro Sperimentale dell’Agricoltura di Sant’Andrea di Conza passerà all’Istituto Agrario di Calitri e Calabritto.  Si tratta di un campo di 10 ettari che nelle intenzioni della scuola diventerebbe laboratorio di sperimentazione agricola. Una volta assegnato in via definitiva all’istituto scolastico, gli studenti avrebbero la possibilità di dedicarsi alla produzione e alla trasformazione dei prodotti della filiera agricola, e le due realtà scolastiche di Calitri e Calabritto avrebbero un punto d’incontro geografico su cui costruire una salda alleanza territoriale e produttiva.

Il dirigente scolastico Gerardo Vespucci

Ma la scuola non è il solo interlocutore della Regione Campania, interessata a cedere il bene in concessione. Il Centro pare catturare anche l’interesse di privati, pronti ad investire e a riqualificare un terreno mai veramente valutato in passato. Il Centro è nato nella seconda metà degli anni ’50, con fondi pubblici, per consentire la sperimentazione di alcune colture, a partire dal granturco. Nel tempo sono stati piantati anche alberi da frutto, e sono state portate avanti diverse attività, in concessione ad alcuni contadini della zona. La capacità reale del sito non è mai stata realmente testata, nè raggiunta, e l’ultimo tentativo è stato fatto con una piantagione di pomodori. Il Centro è stato chiuso intorno ai primi anni ’90, in concomitanza con la chiusura della Cassa per il Mezzogiorno. La proprietà dell’area è stata allora attribuita alla Regione Campania, affidata all’Ispettorato forestale di competenza del circondario di Sant’Angelo dei Lombardi, che ne aveva fatto un vivaio. Nel 1995 invece, un privato ha presentato la richiesta di accordo con la Regione stessa per avere in uso una parte del Centro da destinare all’allevamento di struzzi.

Sant’Andrea di Conza

Fra il 2009 e il 2010 c’è traccia della stipula di una convenzione fra l’amministrazione comunale dell’epoca e l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania per l’utilizzo produttivo dei terreni incolti dell’ex-campo sperimentale e per la sperimentazione di coltivazioni biologiche e coltivazioni tipiche locali, in attesa della stipula di un protocollo d’intesa con il C.N.R. di Avellino per l’inizio della sperimentazione. Al di là dell’esito delle attività annunciate in passato, il Centro Sperimentale resta una realtà non sfruttata e, ad oggi, l’istituto scolastico è pronto a farsi carico di offrire al sito una nuova possibilità di slancio produttivo, e a consentire alla scuola di implementare quella politica di crescita nel settore primario, ma soprattutto di diventare speculare alla realtà produttiva enologica dell’istituto agrario De Sanctis di Avellino. Il dirigente scolastico dell’Istituto Gerardo Vespucci ha già mosso i primi passi verso questa direzione: i terreni in dotazione della scuola per la produzione, trasformazione e sperimentazione vanno messi a disposizione della ricerca applicata, è la linea della scuola.

CAMPUS SCOLASTICO PER L’AGRICOLTURA A SANT’ANDREA DI CONZA, IL PROGETTO. Il progetto è quello di un campus sperimentale. C’è già infatti chi immagina un ostello dello gioventù da affiancare al sito, l’apertura di laboratori di ricerca e una valorizzazione reale dei prodotti dell’alto Sele, dagli ulivi alle castagne, nocciole, e ortaggi. Si pensa addirittura alle piante officinali. Dovrebbe garantire lavoro, sviluppo complessivo del territorio, e mitigare il rischio di abbandono. In sintesi, la scuola ambisce a cambiare il corso della storia di questo lembo estremo delle Aree Interne, tra Campania e Basilicata.


LEGGI ANCHE:

Nasce l’Istituto Omnicomprensivo a Calitri, Vespucci: “Scelta scellerata, penalizza l’Alta irpinia”

Calitri, Vespucci: “Nel granaio del Sud non si investe nella formazione tecnica”

ARTICOLI CORRELATI