Dossier Alto Calore per il Ministro De Micheli. Ciarcia: senza di me sarebbe fallita

CONFERENZA STAMPA DELL'AMMINISTRATORE UNICO ACS: «IL COMUNE DI AVELLINO PARLA SENZA SAPERE: NESSUNO HA VOLUTO ASCOLTARMI» . In occasione della sua giornata irpina tra Avellino e Grottaminarda il 29 novembre previsto l'incontro tra l'amministratore dell'Acs Michelangelo Ciarcia e il titolare del dicastero Infrastrutture nel Governo. Nel frattempo, ha varato il riassetto aziendale e prepara la relazione sul bilancio

Cassa Deposito e Prestiti -Cdp

Dossier Alto Calore per il Ministro Paola De Micheli il 29 novembre prossimo tra Avellino e Grottaminarda. L’amministratore unico Michelangelo Ciarca incontrera il Ministro sostanzialmente per verificare la praticabilità di un mutuo con Cassa Depositi e Prestiti, per il quale occorre in ogni caso l’avallo dei Comuni. Michelangelo Ciarcia, lo aveva già anticipato intervenendo alla assemblea partecipatissima promossa dal “Comitato Acqua Bene Comune Aspettando Godot” presso l’ex carcere borbonico di Avellino lunedì 28 ottobre. L’iniziativa non si lega alla posizione assunta dal Comune di Avellino, che recentemente ha deliberato in consiglio per l’azzeramento della gestione e del piano di risanamento, ma viene fuori dal confronto maturato al tavolo istituzionale nell’arco del 2018 e all’inizio di quest’anno, quando l’opzione di un coinvolgimento di Cdp è stata suggerita da più parti e accolta dall’Alto Calore.

La sede dell’Alto Calore Servizi in corso Europa ad Avellino. Il particolare degli uffici di presidenza

IL DOSSIER ALTO CALORE PER IL MINISTRO: CONTI IN ORDINE, ORA OCCORRE ABBATTERE IL DEBITO RISTRUTTURANDOLO. Nel corso dell’incontro con i rappresentanti delle testate locali, questa mattina nella sede di corso Europa, l’amministratore Michelangelo Ciarcia ha rivendicato il merito della sua gestione, che quest’anno ha consentito di recuperare 5 milioni di debito, invertendo la tendenza del passato. Tuttavia, la situazione pregressa non consente alla sola buona gestione di risolvere i problemi strutturali che condizionano il futuro. Ciarcia ha rassegnato la situazione dell’azienda con realismo, confermando quanto già affermato nel corso della assemblea pubblica organizzata dal comitato per l’acqua pubblica nelle scorse settimane. Il debito di 140 milioni potrà essere affrontato solo immettendo risorse. È vitale ottenere il prestito dalla Cassa Depositi e Prestiti oppure, per salvare la gestione totalmente pubblica dell’acqua in Irpinia e Sannio, occorrerà fare ricorso alla ricapitalizzazione da parte dei Comuni. Al cospetto dei promotori della assemblea, il Comitato per l’Acqua Pubblica, l’amministratore unico dell’Alto Calore era stato molto chiaro sulla strategia da seguire: non c’è alternativa al Piano Pozzoli. Il salvataggio dell’Alto Calore è l’unica possibilità per evitare la gara europea, che l’Eic dovrà valutare nei prossimi mesi se l’azienda di corso Europa non avrà i requisiti finanziari per restare gestore, occorrerà la responsabilità diretta dei Sindaci. O metteranno le proprie garanzie al prestito con Cdp richiesto da Alto Calore, oppure dovranno ripianare il debito ricapitalizzando. La strada indicata dal Comune di Avellino differisce nella sostanza solo dal superamento dell’attuale vertice tecnico indicato dai Comuni soci e riconfermato nelle assemblee. Il 29 novembre Ciarcia incontrerà il Ministro Paola De Micheli, per sollecitare l’impegno del governo non solo sul possibile intervento di Cassa Deposito e Prestiti con un mutuo all’Alto Calore Servizi garantito dai Comuni, ma anche sul famoso riordino degli accordi idrici in Campania, che sfavoriscono Alto Calore rispetto a Acquedotto Pugliese e Gesesa.

DIALOGO NEGATO DAL COMUNE DI AVELLINO, SUL FUTURO DELL’AZIENDA VALUTERANNO I SOCI IN ASSEMBLEA. Nel corso dell’incontro Michelangelo Ciarcia ha chiarito che la porta del Comune di Avellino è stata chiusa nei suoi confronti. «Ho chiesto incontri mai accordati, evidentemente le decisioni erano state già prese in quell’ente», ha spiegato, lamentando scarsa conoscenza dei problemi al Comune di Avellino, dove nessuno si è preso la briga di confrontarsi con l’Amministrazione aziendale. Confermando di essere pronto in ogni momento a discutere, Ciarcia ha presentato un piano di riorganizzazione del personale e di riassetto dei servizi che, ha rimarcato, rende ora compiuta la nuova fase dell’azienda, per la prima volta con i conti in linea. Queste cifre, contenute nel Bilancio, saranno la base su cui dovranno valutare i soci, i Comuni. Nessun timore di essere sfiduciato, quello che accadrà dopo, eventualmente, non potrà mutare il percorso fatto. Ma ha avvertito: «Se chi mette in discussione il Piano Pozzoli punta comunque alla gestione idrica pubblica, allora non sa quello che fa», ha spiegato. Tra le righe l’Amministratore dell’Acs ha lasciato intendere che la prospettiva della gestione idrica pubblica è in pericolo nei fatti. In questo senso, ha chiuso la polemica riassumendo il frutto del suo lavoro: «Quando sono arrivato sul tavolo c’era la scelta di portare i libri in tribunale. Se oggi si parla di Alto Calore è per quello che è stato fatto sotto la mia gestione, che ha salvato i posti di lavoro prima che arrivassero i licenziamenti: i tavoli dopo spesso servono a poco». Ora la partita più importante resta il muto. Il Dossier Alto Calore per il Ministro resta l’ultima speranza per sbloccare l’intervento di Cdp.


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