Non dare scampo alla camorra ad Avellino, Franco Roberti in Procura ha incontrato il Procuratore Aggiunto di Avellino, Vincenzo D’Onofrio, per portare la sua personale solidarietà e quello del partito che rappresenta nel Parlamento Europeo, il Pd. L’ex procuratore Antimafia è impegnato dal giorno della sua elezione in una iniziativa politica e istituzionale presso l’Unione Europea, dove punta a realizzare una procura antimafia su scala continentale. In prima linea da magistrato contro tutte le mafie, a partire dalla camorra, e il terrorismo internazionale, individuando in questi due ambiti punto di contatto talvolta tattici altri strategici, Roberti ha stretto la mano al procuratore D’Onofrio, ringraziandolo a nome delle istituzioni e della gente per la dedizione che, personalmente e con la valente Procura di Avellino guidata da Rosario Cantelmo, sta portando avanti nella città di Avellino. L’europarlamentare ha è giunto al Palazzo di Giustizia accompagnato dal Commissario provinciale del Partito Democratico, Aldo Cennamo.

IL MONITO DELL’EX PM ANTIMAFIA: «LA POLITICA E LE ISTITUZIONI NON LASCINO SOLE FORZE DELL’ORDINE E MAGISTRATURA». Franco Roberti in Procura ha sottolineato la pericolosità dei clan che operano in Irpinia, ricordando i suoi trascorsi a Sant’Angelo dei Lombardi, ma anche anche la conoscenza diretta che durante i suoi impegni ad ogni livello in Campania e nel Paese ha maturato sulla situazione regionale. Nel portare il massimo sostegno a D’Onofrio, Franco Roberti ha assunto come rappresentante istituzionale e della politica una responsabilità. L’eurodeputato ha esortato le forze politiche a prendere coscienza delle insidie che la criminalità organizzata rappresenta per ogni ambito e settore della società civile, dell’economia, della vita quotidiana nelle città e nelle zone rurali. «Questo è un problema di tutti», contro il quale non si possono lasciare soli i rappresentanti delle forze dell’ordine o i magistrati, ha spiegato. Roberti ha invitato a riflettere sul perso negativo devastante che gli interessi criminali esercitano sulla economia sana, sulle speranze dei giovani di ottenere un lavoro e iniziare un proprio percorso di riuscita nella società. In discussione, ha concluso, c’è il modello di convivenza civile.

OPERAZIONE “PARTENIO 2.0”, DOPO 23 ARRESTI E 17 AVVISI DI GARANZIA L’INCHIESTA ANTI CAMORRA AD AVELLINO PROSEGUE. La visita di Roberti a D’Onofrio parte dalle minacce rivolte contro il Procuratore Aggiunto di Avellino, registrate attraverso intercettazioni ambientali nell’ambito della inchiesta Partenio 2.0, che ha portato nelle scorse settimane la Dda, la Procura di Avellino e i Carabinieri a infliggere un duro colpo al Nuovo Clan Partenio, come è stato ribattezzato. L’Operazione, eseguita da 250 Carabinieri del Comando provinciale di Avellino, ha disarticolato il “nuovo Clan Partenio” egemone nella città di Avellino ed in altri comuni della provincia irpina. Tra i reati contestati: scambio elettorale politico mafioso, turbata libertà degli incanti, trasferimento fraudolento di valori e riciclaggio. Militari dell’Arma e Guardia di Finanza di Napoli hanno poi perquisito abitazioni, uffici e ditte collegate al gruppo delinquenziale. Sono stati emessi 17 avvisi di garanzia nell’ambito di una inchiesta che sembra soltanto all’inizio.
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