Minacce al Procuratore aggiunto di Avellino D’Onofrio, solidarietà dall’Anm

L'Associazione Nazionale Magistrati esprime solidarietà e vicinanza al piemme impegnato nella inchiesta sul Nuovo Clan Partenio con il Procuratore Rosario Cantelmo, alla luce delle notizie di stampa circa una intercettazione ambientale risalente al 21 marzo 2018

Minacce di morte al Procuratore Aggiunto di Avellino Vincenzo D’Onofrio raccolte in una intercettazione ambientale suscitano preoccupazione nell’Associazione Nazionale Magistrati, che in una nota della Sottosezione di Avellino esprime la propria solidarietà. L’intercettazione ambientale risale al 21 marzo 2018, nel periodo in cui il magistrato indagava sulla criminalità organizzata a Mercogliano. La trascrizione rientra tra i documenti raccolti nell’ambito della inchiesta sul Nuovo Clan Partenio, venuta fuori dopo la vasta operazione dei Carabinieri della scorsa settimana, denominata “Partenio 2.0”. Vincenzo D’Onofrio è Procuratore Aggiunto di Avellino dall’estate del 2015. È approdato nel capoluogo irpino dopo dieci anni alla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, raggiungendo negli uffici guidati dal suo amico e collega di vecchia data Rosario Cantelmo, a capo della Procura di Avellino. Dal 2005, anno del suo ingresso nell’antimafia napoletana, D’Onofrio si è occupato di varia criminalità, toccando per un periodo anche le zone di influenza dei clan irpini, i Genovese, di cui ha seguito anche alcune fasi processuali, i Cava e i Graziano. Ad Avellino è rientrato il primo luglio 2015, anche se l’insediamento vero e proprio c’è stato solo il primo settembre dello stesso anno. Tra le tante inchieste seguite dal Procuratore aggiunto figura il filone dell’usura, particolarmente sviluppato nel solofrano serinese. Di seguito il testo diffuso dall’Anm.

Vincenzo D’Onofrio, Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Avellino

Anm: solidarietà ed affettuosa vicinanza al collega D’Onofrio

Documento della Associazione Nazionale Magistrati Sottosezione Avellino | Presidente Gaetano Guglielmo; Segretario Monica D’Agostino

Il Tribunale di Avellino

La Sottosezione, con riferimento alle notizie diffuse dalla stampa circa le minacce di morte profferite nei confronti del Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Avellino, Dott. Vincenzo D’Onofrio, da parte di uno degli indagati sottoposti a custodia cautelare in carcere nell’ambito dell’indagine della Dda denominata “Clan Partenio 2.0.”, in relazione ad una precedente inchiesta condotta in tale veste dal collega D’Onofrio, esprime a quest’ultimo la propria incondizionata solidarietà ed affettuosa vicinanza. Ancora una volta magistrati impegnati nella trattazione di delicati procedimenti sono destinatari di gravissime intimidazioni, che certamente non potranno compromettere la serenità e determinazione del Collega nel suo quotidiano impegno di affermazione della legalità e condizionare l’azione dei magistrati che, come sempre, continueranno ad esercitare la propria funzione a tutela dei cittadini per il contrasto ad ogni forma di criminalità.

La Sottosezione è altresì certa che le Autorità competenti sapranno adottare ogni cautela idonea a garantire la personale incolumità del Collega e chiede che venga intrapresa con urgenza da parte dei responsabili istituzionali ogni iniziativa necessaria al fine di rafforzare la sicurezza di tutti gli operatori del Palazzo di Giustizia di Avellino, spesso costretti a trattenersi in ufficio sino a tarda sera, senza le necessarie garanzie a tutela della propria incolumità. La magistratura irpina continuerà a fare il proprio dovere, senza farsi intimidire da alcuna forma di minaccia, ma nel contempo ribadisce l’invito a tutte le Istituzioni ad assicurare le condizioni indispensabili per l’esercizio della giurisdizione e quindi a garantire con ogni mezzo la sicurezza personale dei magistrati e di quanti si occupano di indagini e processi relativi a gravi fenomeni criminali».


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