Camorra ad Avellino, smantellato il clan Partenio: 23 arresti all’alba

Operazione “PARTENIO 2.0” della Dda di Napoli eseguita da 250 Carabinieri del Comando provinciale di Avellino. Disarticolato il "nuovo Clan Partenio" egemone nella città di Avellino ed in altri comuni della provincia irpina. Ecco i nomi degli arrestati (18 in carcere, 5 ai domiciliari). Emessi 17 avvisi di garanzia. Perquisizioni nei confronti di indagati ritenuti il braccio economico finanziario del "Nuovo Clan Partenio". Tra i reati contestati: scambio elettorale politico mafioso, turbata libertà degli incanti, trasferimento fraudolento di valori e riciclaggio. Militari dell'Arma e Guardia di Finanza di Napoli in abitazioni, uffici e ditte collegate al gruppo delinquenziale

Camorra ad Avellino, smantellato il clan Partenio: 23 arresti all'alba

Camorra ad Avellino, smantellato il nuovo clan Partenio: 23 arresti all’alba eseguiti dai Carabinieri del Comando provinciale del capoluogo irpino. L’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Napoli contro i clan camorristici ha portato alla esecuzione di 23 provvedimenti di custodia da parte di 250 Carabinieri di Avellino. In 18 sono finiti in carcere 5 agli arresti domiciliari. Le accuse riguardano associazione per delinquere di tipo mafioso, usura, estorsioni, detenzione di armi ed altro, nei comuni di Avellino, Bagnoli Irpino, Montella e Monteforte. La misura cautelare è stata emessa dal GIP di Napoli in data 17 settembre 2019, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di quel capoluogo. “L’Operazione, denominata “PARTENIO 2.0”, ha consentito di disarticolare il “nuovo Clan Partenio”, egemone nella città di Avellino ed in altri comuni della provincia irpina”, si legge in un comunicato diffuso dall’Arma dei Carabinieri di Avellino. L’operazione della Dda di Napoli contro la camorra ad Avellino rappresenta la risposta dello Stato “dopo alcuni allarmanti epidodi che si sono recentemente verificati nella città di Avellino”, si legge ancora nella nota. Nel pomeriggio i Carabinieri del Comando provinciale di Avellino hanno fornito particolari, comprese alcune trascrizioni di intercettazioni ambientali e la denuncia presentata da una vittima. Presenti i magistrati della Dda di Napoli, con il coordinamento del Procuratore della Repubblica di Napoli, Giovanni Melillo.

PERQUISIZIONI DOMICILIARI AL COSIDDETTO GRUPPO DEI FORTE. Sono state effettuate circa 20 perquisizioni domiciliari, unitamente al Nucleo PEF della Guardia di Finanza di Napoli anche nei confronti del cosiddetto “gruppo Forte”, che i Carabinieri definiscono «dedito alla turbata libertà di incanti nei confronti di numerosi esecutati, con l’aggravante di agevolare il clan per cui si procede, nonché nei confronti di esponenti politici locali in relazione a ipotesi delittuose di scambio politico mafioso».

DAL CLAN GENOVESE AL CLAN PARTENIO: ORA C’È IL NUOVO CLAN PARTENIO. L’operazione di polizia giudiziaria, convenzionalmente denominata PARTENIO 2.0 prende il nome dall’evoluzione del Clan Genovese di Avellino, poi denominato Clan Partenio e successivamente, dagli odierni indagati ribattezzato NUOVO CLAN PARTENIO.

CAMORRA AD AVELLINO, INDAGINI AVVIATE NEL 2017. Le indagini sono iniziate nell’estate 2017, quando si sono cercati i riscontri alle dichiarazioni rese da Francesco Vietri (condannato il 24 settembre alla pena dell’ergastolo per l’omicidio di Michele Tornatore), durante un interrogatorio di garanzia presso il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino. A seguito di tali dichiarazioni, il Nucleo Investigativo dell’Arma ha avviato una serie di intercettazioni ambientali e telefoniche sul conto di diversi pregiudicati. Tra questi, Pasquale e Nicola Galdieri, Carlo Dello Russo ed altri soggetti già sotto osservazione nell’ambito di altro procedimento, così come Diego Bocciero e Elpidio Galluccio, già coinvolti in un sequestro di persona ad Avellino proprio per conto del citato Clan.

CONTESTO CRIMINALE UNICO: UN AUTOLAVAGGIO FORNIVA LA BASE DIREZIONALE DEL GRUPPO. Le intercettazioni telefoniche, ambientali e di videosorveglianza hanno confermato, spiegano i Carabinieri, l’appartenenza degli indagati ad un unico contesto criminale. In particolare, grazie alle intercettazioni ambientali e di videosorveglianza attivate nell’ufficio dell’autolavaggio di Carlo Dello Russo, a Rione Mazzini di Avellino, si riusciva a comprendere che lo stesso fosse il luogo di incontro tra tali soggetti ove venivano pianificate le attività illecite.

«REGISTRATO UN BACIO SULLE LABBRA, TIPICO DEGLI AFFILIATI». Peraltro, sempre grazie all’attività di videosorveglianza, nel corso di un incontro avvenuto tra due esponenti del gruppo criminale, si riusciva ad immortalare un rito antiquato ma tipico degli affiliati alle organizzazioni criminali di tipo camorristico, ovvero il saluto tra i due affiliati mediante un bacio sulle labbra. Questa scena è stata registrata per la prima volta il 7 settembre 2017 dalla videocamera di sorveglianza e si è ripetuta più volte nel corso della indagine. Le immagini catturate fornivano il primo inequivocabile riscontro a quanto aveva già raccontato da Ernesto NIGRO, durante una conversazione avvenuta all’interno della sua Audi A6 con un suo conoscente. Infatti, NIGRO Ernesto recitava testualmente le seguenti parole:

“…Quando arriviamo la in cima che stava tutta … là… si baciavano in bocca! Sai che vuol dire? Entra Carminuccio (ndr VALENTE Carmine alias caramella) con Pasquale il bacio in bocca, quell’altro ragazzo uh… eh… si baciavano in bocca! Quelli là per baciarsi in bocca Ferdinando…. tu lo baceresti una persona in bocca?…per baciarsi in bocca, ma la veramente c’è la fratellanza! E là non si sposta una pietra senza che quelli li sanno!ed oggi il perno principale! Il perno! neanche Carminuccio! prima era Carminuccio (ndr. Carmine Valente) ora Pasquale! (ndr. GALDIERI Pasquale)…”.

NUOVO CLAN PARTENIO IN AZIONE A MONTEFORTE IRPINO. Nel corso delle indagini, inoltre si riuscivano a ricostruire alcune vicende di notevole importanza che davano ancora una volta la conferma dell’esistenza del Nuovo Clan Partenio. In particolare, si segnala una grave vicenda estorsiva, di cui i Carabinieri forniscono dettagli di una circostanza precisa. La vittima, Antonio Scognamiglio di Monteforte Irpino, era stato portato al cospetto di Carlo Dello Russo, perché non aveva onorato un debito che aveva contratto con altre due soggetti compaesani. I creditori si erano rivolti a Carlo Dello Russo, consapevoli di chi fosse, per chiedergli di intervenire nella vicenda: volevano riavere il loro denaro. «Le parole pronunciate da Carlo Dello Russo, formalizzate nell’atto di denuncia presentata da Antonio Scognamiglio, fornivano, ancora una volta, la testimonianza del legame tra il DELLO RUSSO ed i fratelli GALDIERI», spiegano i Carabinieri. A titolo esemplificativo, in una nota riportano un passo dell’atto di denuncia presentato da Antonio Scognamiglio:

……omissis…. Dalla piazza di Monteforte, con la sua suddetta autovettura Fiat Grande Punto di colore grigio, quest’ultimo mi conduceva a Mercogliano presso l’abitazione del suddetto malavitoso di nome Carlo, il quale appena entravo in casa sua mi aggrediva mettendomi le mani alla gola urlandomi in dialetto: “PER STASERA SE NON PORTI I SOLDI A MONTEFORTE, TI TAGLIO LA TESTA E CI PISCIO DENTRO. QUA COMANDIAMO NOI, SE NON L’HAI CAPITO APPARTENIAMO AL CLAN, LI CONOSCI I FRATELLI PASQUALE GALDIERI E NICOLA. SE NON PAGHI TI AMMAZZO. NON MI INTERESSA SE HAI GIA’ PAGATO, VISTO CHE NON HAI FINITO DI PAGARE IL DEBITO A FRANCO E MARTINO, ORA NON DEVI PIU’ AVERE A CHE FARE CON LORO, MA SOLO CON NOI. CI DEVI DARE DI NUOVO TUTTO E CIOE’ DUEMILA EURO PER UNO E DUEMILA EURO PER L’ALTRO, DA VERSARE DUECENTO EURO AL MESE NELLE MANI DI FERDINANDO INIZIANDO DA ORA, DA QUESTO MESE DI OTTOBRE”.

CAMORRA AD AVELLINO, LA CONFERMA ATTESA. I Carabinieri concludono che le attività investigative hanno pertanto «dato piena conferma dell’esistenza dell’associazione per delinquere di tipo mafioso con principale interesse nel settore delittuoso dell’usura e delle estorsioni: vengono infatti contestati oltre al reato associativo, 14 episodi di usura per un giro d’affari di circa 1.000.000 di  euro, e 7 episodi di estorsione (tra queste due a danno di imprese edili), detenzione di armi.

ACQUISIZIONE DI IMMOBILI POSTI ALL’ASTA. Lo sviluppo investigativo ha consentito inoltre di accertare che Pasquale GALDIERI,, avendo appreso che la famiglia FORTE di Avellino aveva creato un’illecita attività relativa all’acquisizione di immobili posti all’asta, concordava con gli esponenti della famiglia FORTE, per il tramite di Damiano GENOVESE una percentuale del 50% sui ricavi derivanti da questa illecita e lucrosa attività.

SEQUESTRATI DAI CARABINIERI AUTORIMESSE, UN AUTOLAVAGGIO, DUE SOCIETÀ DI COSTRUZIONI E CONTI CORRENTI BANCARI. PERQUISITI ESPONENTI PROVINCIALI DELLA LEGA. I Carabinieri fanno sapere che è stata data altresì esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza di due autorimesse adibite a parcheggio autovetture, un lavaggio, due società di costruzioni e diversi conti correnti bancari. Inoltre sono stati notificati avvisi di garanzia e perquisiti per il reato 416 ter (scambio elettorale politico-mafioso) esponenti provinciale del partito politico della LEGA e Damiano Genovese, figlio del Boss Amedeo.

PERQUISITI STUDI LEGALI ALLA RICERCA DI DOCUMENTI. PRESENTI I MAGISTRATI DELLA DDA. OPERAZIONI COORDINATE DAL PROCURATORE MELILLO. Sono state effettuate anche perquisizioni con la presenza dei Sostituti Procuratori D.D.A. di Napoli Dott.ssa Simona Rossi, Dr. Luigi Landolfi, Dr. Henry John Woodcock e la collaborazione della GDF, presso studi Legali per la ricerca di documentazione utile a dimostrare il reato di turbativa d’asta nel settore immobiliare a carico del “gruppo Forte”. Contestualmente la polizia di stato ha proceduto ad una serie di perquisizioni ex art. 41 Tulps nei confronti di soggetti ritenuti contigui al sodalizio criminoso oggetto di investigazioni. Nella mattinata odierna tutte le operazioni sono state sovraordinate personalmente dal Procuratore della Repubblica di Napoli, Dr. Giovanni Melillo, «intervenuto presso la sede del Comando Provinciale dei carabinieri anche per complimentarsi con il personale operante».


I CARABINIERI HANNO FORNITO I NOMI DEGLI ARRESTATI. Elenco nomi degli arrestati:

  1. GALDIERI PASQUALE, NATO AD AVELLINO IL 28.05.1974;
  2. GALDIERI NICOLA, NATO AD AVELLINO IL 04.12.1975;
  3. VALENTE CARMINE, NATO A MERCOGLIANO (AV) IL 13.04.1970;
  4. BOCCIERO DIEGO, NATO AD AVELLINO IL 18.07.1988;
  5. GALLUCCIO ELPIDIO, NATO AD AVELLINO IL 29.07.1977;
  6. DELLO RUSSO CARLO, NATO AD AVELLINO IL 28.02.1977;
  7. CHIAUZZI FILIPPO, NATO AD AVELLINO IL 29.07.1977;
  8. NIGRO ERNESTO, NATO AD AVELLINO IL 10.01.1978;
  9. DE SIMONE LUIGI, NATO AD ATRIPALDA (AV) IL 09.06.1984;
  10. GENITO ANGELO, NATO A SANTA PAOLINA (AV) IL 08.06.1968;
  11. MATARAZZO ANTONIO, NATO AD AVELLINO IL 22.07.1989;
  12. MOSCARIELLO GIUSEPPE, NATO AD AVELLINO IL 16.01.1990;
  13. NITTOLO LUDOVICO, NATO AD AVELLINO IL 08.04.1967;
  14. ROSANIA MARIO, NATO A CASSANO IRPINO (AV) IL 19.08.1973;
  15. TACCONE ANTONIO, NATO AD AVELLINO IL 15.02,1993;
  16. BIANCO FERDINANDO, NATO AD AVELLINO IL 16.12.1974;
  17. BIANCO PASQUALE NANDO, NATO IL GERMANIA L’11.07.1972;
  18. VOLPE GIOVANNI, NATO AD AVELLINO IL 12.01.1987;
  19. NIGRO GIUSEPPINA, NATA AD AVELLINO IL 12.05.1982;
  20. DURANTE GIUSEPPE, NATO A NAPOLI IL 10.06.1979;
  21. AMBROSONE FRANCO, NATO AD AVELLINO IL 30.03.1963;
  22. DE FAZIO MARTINO, NATO A MONTEFORTE IRPINO (AV) IL 05.10.1956;
  23. BROGNA GIULIANA, NATA AD ATRIPALDA (AV) IL 06.06.1978.

IL 3 OTTOBRE SCORSO LA RIUNIONE IN PROCURA AD AVELLINO CON LA DDA DI NAPOLI DOPO GLI ATTENTATI DI FINE SETTEMBRE. IL DOSSIER CAMORRA AD AVELLINO. La Direzione Distrettuale Antimafia era stata ad Avellino per un confronto in Procura sulla città lo scorso 3 ottobre. Oggetto del summit la camorra ad Avellino. Una riunione annunciata da giorni per condividere informazioni e inserire i fatti criminosi accaduti nelle due precedenti settimane nel più generale quadro di riferimento provinciale dei fenomeni camorristici. L’occasione per leggere i mutamenti degli assetti della criminalità organizzata rispetto agli equilibri e alla distribuzione tradizionale, come la vasta operazione di oggi dimostra. Ad attendere i magistrati della Dda c’erano il capo della Procura di Avellino, Rosario Cantelmo e il Procuratore Aggiunto Vincenzo D’Onofrio. Nell’occasione il procuratore capo dell’Antimafia Giovanni Melillo e il procuratore aggiunto Luigi Frunzio, i procuratori del pool Simona Rossi, Luigi Landolfi, Henry John Woodcock, hanno messo a punto in quel momento una azione che in queste ore consente di smantellare il nuovo “clan Partenio”. Al centro del confronto alcuni episodi criminosi che avevano destato allarme in città, come la bomba piazzata sull’auto di un imprenditore, raffiche di kalashìnikov contro veicoli in sosta e una aggressione subita da un assessore comunale. Ma l’attenzione dei magistrati ha riguardato, evidentemente, soprattutto gli intrecci tra ambienti diversi tra il capoluogo ed altri ambiti. L’evoluzione di queste ore e i particolari resi pubblici dai Carabinieri dicono che in realtà i magistrati ritenevano la camorra ad Avellino presente e operante.


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