Isaia Sales presenta a Montoro “Storia dell’Italia corrotta”

Appuntamento questa sera alle ore 19 presso la sede municipale in località Piano. I lavori saranno moderati da Renato Siniscalchi. Interverranno: Emilia Noviello, referente ad Avellino della Associazione «Libera» e il SIndaco di Montoro, Girolamo Giaquinto

Isaia Sales presenta a Montoro "Storia dell'Italia corrotta"

Isaia Sales presenta a Montoro «Storia dell’Italia Corrotta», edito da Rubettino e scritto a quattro mani con Simona Melorio, che parteciperà all’iniziativa. L’appuntamento è per oggi, 26 ottobre, a Montoro nella sede municipale di Piano a partire dalle ore 19. L’iniziativa è promossa dalle associazioni #chefare e «Officina del pensiero critico». I lavori saranno moderati da Renato Siniscalchi. Interverranno: Emilia Noviello, referente ad Avellino della Associazione «Libera» e il SIndaco di Montoro, Girolamo Giaquinto. «Come mai la corruzione ha così lunga vita nella storia del nostro paese? Come mai resiste ad ogni epoca e ad ogni regime politico? Come mai in questo campo non si riesce a trovare niente di veramente dissuasivo, niente che provi ad estirparla nel costume, nel comportamento, nell’atteggiamento degli attori coinvolti? A queste ed altre domande proveranno a rispondere Isaia Sales e Simona Melorio nella presentazione del loro ultimo lavoro, fondamentale per conoscere il lato oscuro della storia d’Italia», si legge nella nota diffusa dal moderatore Siniscalchi nell’annunciare l’appuntamento.

Storia dell’Italia corrotta di Isaia Sales e Simona Melorio. La copertina

Il libro ricostruisce alcuni dei principali scandali dal 1861 ad oggi, «partendo dal presupposto che non c’è altro comportamento criminale che scardina di più la percezione dello Stato e ne distrugge credenza e legittimazione, al punto da definirlo ‘reato di corrosione e di fragilità di Stato’, perché commesso da rappresentanti dello Stato su funzioni e compiti dello Stato», si legge nella presentazione dell’Editore Rubettino. I autori spiegano che la corruzione agli occhi di parte dell’opinione pubblica «ha assunto nel corso della storia italiana essenzialmente il volto delle istituzioni». In questo senso, «non è dunque un problema della morale singola del cittadino ma della concezione dello Stato di una parte delle classi dirigenti del paese, che hanno reso l’abuso e la profittabilità del loro potere un fatto consuetudinario e diffuso, una normale modalità di esercitare la funzione politica, burocratica e imprenditoriale. Si potrebbe quasi parlare di ‘banalità’ della corruzione in Italia».


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