Antonia De Mita: un’accademia internazionale della musica nel nome di Gesualdo

INTERVISTA ALLA FONDATRICE DEL FESTIVAL IRPINIA MADRE CONTEMPORANEA. Alla vigilia del nuovo cartellone che sarà presentato in anteprima a Montemiletto con Adriano Giannini il 24 novembre, illustra il progetto per "una Ravello delle aree interne"

Antonia De Mita

Il principe madrigalista Carlo Gesualdo è il perfetto araldo della cultura irpina in Europa e nel mondo e, la sua figura si candida a rappresentare al meglio la straordinaria ricchezza storica e artistica di una intera provincia, costellata di castelli, opere d’arte e siti religiosi: una cifra a cui lavora da anni il festival culturale ideato e promosso da Antonia De Mita “Irpinia Madre Contemporanea”, e che oggi viene confermata dal Premio Campiello 2019 ottenuto dallo scrittore Andrea Tarabbia, autore del libro “Madrigale senza suono”. Oggiin tanti riscoprono il Principe di Venosa, mentre anche il Consiglio provinciale di Avellino e il suo presidente Domenico Biancardi, proprio in questi giorni, hanno varato una Fondazione per l’Irpinia del turismo nel segno di Carlo Gesualdo. La figura del “Principe dei musici” è stato protagonista delle tre edizioni del Festival culturale di Antonia De Mita, che ambisce a concorrere con la celebrata rassegna estiva di Ravello. La quarta edizione è pronta. Sarà aperta da Adriano Giannini con molti riferimenti al compianto Bernardo Bertolucci, che di Gesualdo non ha fatto in tempo a portare la vicenda sul grande schermo nei due mondi. Nell’intervista rilasciata a Nuova Irpinia infatti, Antonia De Mita presenta l’anteprima del 24 novembre a Montemiletto, e indica la rotta ad in territorio che finalmente si accorge di Carlo Gesualdo: va fondata in suo nome una grande scuola europea della musica, una istituzione di alta formazione, aperta al contributi delle maggiori università internazionali. Irpinia Madre Contemporanea intanto, continuerà a puntellare l’impalcatura della programmazione culturale della provincia di Avellino, per modellare una offerta turistica e culturale della Campania interna di pari interesse a quelle delle costiera e della città metropolitana di Napoli.

Antonia De Mita, l’ideazione del Festival Irpinia Madre Contemporanea nasce da lontano, frutto di contaminazioni esterne, studi e ricerche, oltre che di un sentimento profondo per questo territorio. 
“Fin da giovanissima mi sono interessata al giornalismo, in quanto ho avuto la possibilità di emulare esempi di grande spessore, di frequentare personaggi che contribuirono a raccontare la storia del Paese. Ho iniziato a scrivere con Pietro Calabrese, che era caporedattore della sezione ‘cultura’ de ‘L’Espresso’ che è venuto a mancare qualche anno fa, e ho subìto la contaminazione di gruppi di intellettuali di tutta Italia. Ho iniziato a collaborare nel settore ‘cultura e spettacoli’, e anche in altri settori, fino ad accorgermi però di essere particolarmente attratta dalla cultura, quindi ho continuato su questo settore fino ad approdare a Rai Educational con Giovanni Minoli”.

L’ensemble vocale EquiVoci in “Ritratto dell’amata”. Omaggio nelle “sue” terre per il principe dei musici, Carlo Gesualdo. Nella Chiesa di Maria Santissima del Carmine di Montaguto il Festival Irpinia Madre Contemporanea

Continui.
Mi sono accorta di avere un amore enorme per il patrimonio culturale e artistico italiano, dalle grandi città ai piccoli borghi. Di qui, l’idea di ampliare le esperienze e la conoscenza diretta di altri luoghi, ma soprattutto di provare ad organizzare qualcosa in quei comuni a cui sono maggiormente affezionata. Non sono cresciuta in Irpinia, ma sono profondamente legata a questo territorio, e la possibilità di averla vissuta in alcuni momenti della mia vita mi ha permesso di vedere le cose con altre lenti, quelle dello stupore”.

Antonia De Mita riceve la targa dal Centro Studi Francesco De Sanctis con gli apprezzamenti rivolti per il suo festival

Cosa rende così speciale questa provincia?
“Ha innanzitutto una ricchezza ambientale e naturalistica sconvolgente: chi arriva in Irpinia non può non cogliere l’originalità geografica, il clima, il verde dirompente. Si tratta di un posto unico, al netto delle criticità che può manifestare, così come accade in ogni altra realtà. Il patrimonio artistico e culturale varia dalla preistoria alle città romane come Compsa, Abellinum, Aeclanum e Abella. Qui le testimonianze culturali sono molto forti, senza contare la varietà dei castelli tutti di origine longobarda che però conservano le tracce e i segni del passaggio della storia successiva. Non solo. Ogni castello è legato a figure protagoniste della storia italiana, come Carlo Gesualdo, Federico II, ed altri. Ovunque, in ognuno dei 118 comuni è presente una traccia, capace di rivelare un itinerario”.

I castelli d’Irpinia sono tra i più preziosi tesori lasciati dalla storia alla provincia di Avellino. Quello di Gesualdo è tra i più apprezzati nel Mezzogiorno d’Italia

Di qui l’idea di allestire un palcoscenico e accendere le luci della ribalta nazionale sul territorio.
“Avevo fatto una ricerca incrociando i dati del Ministero dei Beni Culturali, quelli degli assessorati regionali al turismo, degli istituti di ricerca degli italiani all’estero a Parigi e a Londra. Senza trascurare una riflessione di Tullio De Mauro sulla analfabetizzazione a cui gli italiani stavano tendendo negli ultimi anni: l’italiano medio non legge i giornali nè i libri, si accontenta di dibattiti in cui si resta in superficie. Ma c’è un nuovo trend da considerare sui flussi turistici, sia italiani che stranieri: l’offerta culturale è determinante per catturare presenze. Oggi il turista non si accontenta soltanto di sapere cosa mangia e dove dorme, ma chiede molto di più”.

La corte interna al Castello di Gesualdo

L’enogastrononia resta però un pilastro del marketing turistico, accompagna il soggiorno alla scoperta dei siti culturali. In Irpinia brilla peraltro di una qualità riconosciuta…
“L’enogastonomia è infatti un pilastro dell’impalcatura, che dovrebbe essere cementata da una programmazione culturale, così come accade in altre realtà. Sì, l’Irpinia ha una produzione enogastronomica di altissima qualità, e i vini sono presenti agli eventi mondani della Casa Bianca, alla Cena degli Oscar, a Buckingham Palace e a tanti altri a cui sono stata presente. Coniugare i diversi aspetti e le molteplici risorse del contesto provinciale è proprio la sfida di Irpinia Madre Contemporanea. Non nascondo che ho scelto di ispirarmi infatti proprio al Festival di Spoleto, di cui sono una grande estimatrice e appassionata, e dove ho conosciuto Giancarlo Menotti: l’idea era quella di costruire un calendario nutrito di narrazioni culturali diverse. Dalla fotografia all’arte contemporanea, dalla musica sacra a quella polifonica e contemporanea, il cinema, i documenti, il giornalismo, la letteratura. In ogni edizione del Festival in Irpinia sono stati invitati protagonisti di rilevo internazionale e nazionale. Poi sono state le rassegne stampa degli addetti ai lavori a definire il nostro lavoro come ‘Festival della cultura’.

Irpinia Madre Contemporanea a Gesualdo

Perchè l’Irpinia è “Madre Contemporanea”?
“Guardo al territorio come ad un luogo accogliente, che avvolge proprio come una madre. L’Irpinia per me non è una matrigna, ma definisce l’appartenenza, che per ogni individuo è un elemento essenziale dell’equilibrio personale. E’ riferimento e nutrimento insieme: il territorio ci aiuta a collegarci con quella parte spirituale che ci appartiene. La contemporaneità invece, è la scelta di narrare l’Irpinia di adesso, che propone una visione differente rispetto a quelle del passato. Le interpretazioni infatti sono sempre soggettive, e il mio obiettivo è di promuovere un accostamento alle Langhe e al Monferrato, in chiave positiva. Una narrazione insomma che vada al di là di ciò manca, sebbene io sia consapevole del momento di grave difficoltà che stiamo affrontando; per questo chino il capo rispetto alla genialità di Fabrizio Barca, che ha inaugurato il dibattito e la progettualità sulle aree interne. Lo sforzo comune a cui tutti dovremmo ambire è infatti quello superare il dualismo fra l’osso e la polpa teorizzato da Rossi Doria, e ragionare come territorio regionale”.

Irpina Madre Contemporanea, un festival che si annuncia permanente

Mettere in luce il patrimonio “Irpinia”, fino a farne una meta turistica tale da pareggiare in fascino la celebrata costa campana, è uno degli obiettivi del Festival. In che misura la cultura fa politica?
“Vengo da una educazione, e quindi da una formazione culturale, per cui tutto è politica. Ho un grande rispetto per la parola ‘politica’ e la paragono spesso alla musica: se alcuni musicisti non sanno suonare non significa che la musica non abbia senso. Così è per la politica: ci appartiene ed è qualcosa da tutelare, e ci permette – dove se ne ha la possibilità – di contribuire a fare la nostra parte. So bene però, che le sfide sono molto complesse. La Regione Campania dovrebbe compredere che esiste la possibilità di creare un flusso di persone non solo attraverso al programmazione territoriale. Mi piacerebbe che si guardasse all’Irpinia come una delle altre mete turistiche possibili della Campania, indicata come luogo delle passeggiate, del mangiar bene, della tranquillità. Una rosa di caratteristiche determinanti che però devono poggiarsi su un progetto culturale forte, che ruoti intorno alla figura del Principe di Venosa”.

“Il perdono di Carlo Gesualdo” di Giovanni Balducci (1609) – Particolare che ritrae il Principe Carlo accompagnato dallo zio San Carlo

Irpinia Madre Contemporanea, con la programmazione di tre edizioni e una quarta in arrivo, ha puntato molto sulla figura di Carlo Gesualdo e sul Comune che porta il suo nome.
“In tre edizioni sono stati accesi i riflettori nazionali e internazionali sull’Irpinia, con rassegne stampa sulle testate nazionali, ma anche sulla testata ‘Vogue’ che ci ha segnalato come meta per week end glamour insieme ad altre località turistiche internazionali. Ha parlato di noi la BBC, interessata ai musicisti madrigalisti che hanno cantato in latino, senza contare l’interesse suscitato da parte degli esperti di musica polifonica, così come ha destato interesse anche la riapertura del Castello di Gesualdo dopo 400 anni. Ho offerto la possibilità a persone del posto di organizzare eventi differenti rispetto alle sagre, anche se non demonizzerei affatto il concetto di sagra in sè. Bagnoli e Montella sono esempi calzanti di come è possibile coniugare la valorizzazione dei prodotti con il rafforzamento delle tradizioni. Gesualdo è un riferimento profondo nella storia del nostro territorio”.

Antonia De Mita interviene accanto al Sindaco di Montaguto Marcello Zecchino per introdurre la serata dedicata all’omaggio del Festival Irpinia Madre Contemporanea a Carlo Gesualdo, con l’ensemble vocale EquiVoci in “Ritratto dell’amata” e omaggia nelle “sue” terre il principe dei musici, Carlo Gesualdo, nella Chiesa di Maria Santissima del Carmine

Cosa ritiene sia cambiato a Gesualdo?
“E’ stato tolto il timore agli amministratori e ai cittadini di scommettere su una musica così sofisticata ed elitaria come lo è quella gesualdiana: parliamo di un tipo di musica che è fra le più colte e complesse del panorama musicale, e oggi sorrido e gioisco nell’apprendere che sullo stesso tema sono state tracciate le linee programmatiche della Provincia di Avellino”.

L’Irpinia però potrebbe non essere pronta a questa sfida. 
“L’Irpinia non è impreparata. Al di là delle iniziative prese da chi ha ruoli istituzionali sarebbe opportuno investire sui centri di formazione, che dovrebbero essere a supporto dei baluardi culturali e che, se messi al centro di percorsi politici, potrebbero diventare risorse preziose per il territorio stesso. La formazione dovrebbe essere garantita dalle istituzioni, dalla politica: la figura di Carlo Gesualdo è un patrimonio artistico e culturale che deve diventare leva dello sviluppo del territorio, non un fiore all’occhiello personale. Mi auguro che questo avvenga in maniera corale e collettiva e auspico a Gesualdo un polo musicale di livello internazionale, realmente competitivo con Ravello. Il liceo musicale è un passo in avanti senza dubbio, ma bisogna rafforzare la formazione con un percorso stabile e aperto alle università internazionali”.

Il Festival Irpino Madre Contemporanea nella splendida corte interna del Castello di Gesualdo, ospite idealmente del Principe Carlo di Venosa

Lo studio e l’approfondimento sulla figura di Carlo Gesualdo è il tema predominante anche della quarta edizione del Festival, che apre i battenti anticipatamente rispetto alla cadenza primaverile.
“Ci sarà l’anteprima di Irpinia Madre Contemporanea il 24 novembre a Montemiletto e siamo molto contenti di avere ospite Adriano Giannini, figlio di Giancarlo Giannini che abbiamo avuto l’onore di ospitare a Rocca San Felice. Immagino che Adriano venga con serenità alla luce degli apprezzamenti positivi di Giancarlo, soprattutto sul cibo e sul vino. In questo momento Adriano Giannini è nelle sale cinematografiche con il film “Vivere” di Francesca Archibugi, che è stato presentato anche alla Mostra del Cinema di Venezia. Ha finito di girare un film di Nanni Moretti, ed è stato la voce di Joker interpretato da Joaquin Phoenix, ma anche del Joker precedente, di Heath Ledger. A Montemiletto Giannini leggerà un testo scritto alla memoria di Bernardo Bertolucci, parlando della possibilità di fare cinema in paradiso. E sarà protagonista indirettamente anche lo stesso Bertolucci, che stava lavorando ad un progetto cinematografico proprio su Carlo Gesualdo, e che ha dovuto interrompere a causa della sua malattia”.

Marco Berrini – foto Andrea Topi 2 Irpinia Madre Contemporanea
Antonia De Mita, ideatrice del Festival “Irpinia Madre Contemporanea”

Quali sono le novità proposte per questa edizione?
“Intanto saranno accesi riflettori sui monumenti di Morra De Sanctis, di Calabritto quindi di  Quaglietta, Castelfranci, Montaguto. Saranno con noi artisti come Sergio Rubini, Giuliana De Sio, il Maestro Berrini dei madrigali gesualdiani, e avremo una lectio di Fabiano Forti Bernini, che è un discendente dell’artista Gian Lorenzo Bernini ma anche di Francesco Caracciolo di Avellino. Sarà infatti l’occasione per promuovere e valorizzare siti e monumenti del Capoluogo irpino, come ad esempio la torre dell’orologio, l’ex Dogana, la figura di Cosimo Fanzago. Nuovi riflettori insomma, su quegli angoli solitamente poco illuminati. Irpinia Madre Conteporanea nella sua quarta edizione valorizza anche la romana e medieovale Avellino”.


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