"Riaprire alcuni Tribunali minori soppressi" nella riforma Bonafede bis. Ariano e Sant'Angelo dei Lombardi si mobilitano

“Riaprire alcuni Tribunali minori soppressi” rientra tra gli obiettivi della riforma della Giustizia, che il Ministro Alfonso Bonafede punta a varare entro fine anno con un nuovo ddl. Ariano Irpino e Sant’Angelo dei Lombardi in Irpinia, Sala Consilina in Campania, si mobilitano. In vista della modifica della geografia giudiziaria, che sarà corretta rispetto alla revisione operata dal Governo Monti con l’allora Guardasigilli Paola Severino nel 2012, il 21 ottobre a Roma riprendono le audizioni di enti locali e rappresentanze professionali presso l’Intergruppo parlamentare, presieduto dalla pentastellata Elisa Scutellà. Sono 31 i tribunali minori soppressi in virtù della legge Severino, ma non tutti potranno essere riattivati, per questioni di costi in termini di organizzazione e personale. Per questo sui territori si dovrà lavorare ai dossier in grado di ottenere il lasciapassare per un ripristino della sede nei modi e nelle forme che si determineranno nella stesura finale del ddl. Si è mossa a questo proposito la minoranza ad Ariano Irpino con Raffaella Manduzio, che ha chiesto e ottenuto la discussione in consiglio comunale di un ordine del giorno mirato a riproporre la candidatura del foro ufitano. L’assemblea cittadina sul Tricolle è stata convocata per il prossimo 10 ottobre alle ore 19. Si annuncia una analoga iniziativa a Sant’Angelo dei Lombardi e a Sala Consilina. In particolare in Alta Irpinia, il Sindaco Marco Marandino e la consigliera provinciale Rosanna Repole sono stati attivi nell’inverno scorso, quando hanno promosso un confronto con la Regione Campania nella persona dell’allora Assessore alla Sicurezza, l’ex pm amtimafia Franco Roberti oggi parlamentare europeo.

Il Ministro di Grazia e Giustizia Alfonso Bonafede

LA NORMA QUADRO. Riscrivere la geografia delle circoscrizioni giudiziarie, correggendo le criticità provocate dalla Legge Severino, è tra i punti chiave del nuovo ddl Bonafede, in continuità con il disegno di legge proposto in estate dal Guardasigilli con il precedente governo. La riforma della giustizia, presentata dal Ministro Alfonso Bonafede nel Consiglio dei Ministri il 31 luglio scorso, conserva nel nuovo disegno di legge concordato nella nuova maggioranza l’impianto di ordine generale. Oltre alla semplificazione e riduzione dei tempi nel processo civile e penale, alla riforma dell’ordinamento giudiziario con riferimento all’eleggibilità dei magistrati, (fatto salvo il capitolo del Consiglio Superiore della Magistratura, in approfondimento), affronta la revisione delle circoscrizioni. “…il Governo, al fine di incrementare l’efficienza dei tribunali ordinari e delle relative procure della Repubblica, è delegato ad adottare, (…), uno o più decreti legislativi, per riorganizzare le circoscrizioni giudiziarie nel rispetto dei principi e criteri direttivi previsti dal presente capo”, attraverso ” la ridefinizione “dell’assetto territoriale degli uffici di primo grado, mediante l’attribuzione di porzioni di territori a circondari limitrofi, secondo criteri oggettivi e omogenei”, con le opportune modificazioni “delle piante organiche del personale di magistratura e amministrativo”. In questo complesso contesto, per Ariano e Sant’Angelo dei Lombardi, così come per Sala Consilina, si aprono spiragli, anche alla luce della ripresa della criminalità organizzata ad Avellino, in queste ore al centro di un approfondimento presso la Procura del capoluogo con la Dda di Napoli. Il ripristino dei tribunali minori soppressi si ancora ad un rafforzamento della strategia di contrasto alla attività malavitosa organizzata soprattutto nel Mezzogiorno.

Riaprire i tribunali minori, l’audizione a Sant’Angelo dei Lombardi Comuni campani coinvolti nella riforma della geografia giudiziaria approvata nel 2012 dal Governo presieduto dal professor Mario Monti

NEL DICEMBRE 2018 A SANT’ANGELO DEI LOMBARDI L’ASSEMBLEA ISTITUZIONALE DEI FORI CAMPANI SOPPRESSI. Nella sala conferenze dell’Abbazia Goletana, le espressioni dell’avvocatura dei fori irpini, il presidente del Consiglio dell’Ordine di Avellino Fabio Benigni, il presidente della Scuola Forense Alta Irpinia Pino Trimonti, l’ex presidente del Foro di Sant’Angelo Bruno Salzarulo, e l’ex presidente del foro di Ariano Carmine Monaco. Fra gli interventi, anche la relazione di Giuseppe Restaino, espressione del Centro Studi Giuridici ed Economici dell’Impresa Irpina, che ha illustrato l’esito di una ricerca licenziata dall’Osservatorio e condotta dal Professore Luigi Lepore sulle ricadute socio economiche prodotte dalla chiusura dei tribunali. La chiusura e accorpamento delle sedi soppresse non ha comportato alcun risparmio per le casse dello Stato, ma ha prodotto un aumento dei costi della giustizia, il sovraccarico di lavoro per i tribunali ospitanti, l’indebolimento della percezione della sicurezza stessa dei territori, preda di scorribande e aggressioni della malavita.

Il sindaco di sala Consilina, Francesco Cavallone

IL CASO DI SALA CONSILINA.  La dimostrazione di quanto sua risultata dannosa la riforma Severino è fornita dalla delicatissima vicenda di Sala Consilina. Dei tre fori campani soppressi, il caso che ha suscitato lo sgomento e l’allarme delle istituzioni è quello di Sala Consilina, che nel dicembre scorso fu rappresentato a Sant’Angelo dei Lombardi dal sindaco Francesco Cavallone, durante l’assemblea plenaria delle autonomie locali e le rappresentanze professionali. “Il tribunale di Sala Consilina è stato soppresso e accorpato con Lagonegro, ma la giustizia tributaria e amministrativa resta nella sfera di competenza di Salerno- ha spiegato. Dopo la chiusura del tribunale la zona è stata accerchiata dalla criminalità calabrese e da quella dell’agro-nocerino- sarnese. Ma non è tutto: nell’ottobre 2015 è stato soppresso anche il carcere: così due regioni e due tribunali non hanno strutture carcerarie e mi dicono che non c’è benzina per portare i magistrati da una sede all’altra. Sala Consilina ha subito un ulteriore affondo: il provvedimento di chiusura è stato impugnato al Tar e al Consiglio di Stato: nel 2017 il Consiglio di Stato conferma le nostre ragioni con sentenza favorevole alla riapertura, ma ad oggi non è ancora stata data esecuzione. Così siamo andati al Ministero, ma pare che l’ostacolo questa volta sia la burocrazia. Non ci siamo arresi e abbiamo candidato le vecchie caserme per ospitare la sede degli uffici, con investimenti del comune, ma anche qui, il Ministero non si pronuncia”.


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