La pasta tra i prodotti più colpiti dagli eventuali dazi sull'agroalimentare italiano

L’export irpino negli Usa vale 100 milioni di euro. I dazi di Trump mettono a rischio vino e pasta delle Aree interne, a cominciare da quelli prodotti in provincia di Avellino. Non solo il Grana Padano, dunque, ma anche la mozzarella di bufala campana, la pasta, il vino, l’olio e le nocciole irpine sono in questi giorni nel mirino del Presidente americano Trump, determinato ad applicare pesanti dazi all’export agroalimentare italiano. Se confermati, i dazi comporterebbero non solo un tracollo dell’economia interna, ma alimenterebbero anche le frodi alimentari e l’effetto “italian sounding”. Per questa ragione, una delegazione di Coldiretti Avellino ha preso parte ieri al blitz promosso dall’associazione nazionale al Quirinale per accogliere il Segretario di Stato americano Mike Pompeo muniti di Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Prosciutti di Parma e San Daniele, Extravergine di Oliva, pasta, conserve di pomodoro, Prosecco, Chianti ed altri vini.

L’incontro tra il Premier Giuseppe Conte e il Segretario di Stato americano, Mike Pompeo

Gli agricoltori della Coldiretti hanno manifestato con cartelli e bandiere la preoccupazione per i rischi dei dazi Usa che potrebbero colpire i prodotti tipici dell’agroalimentare tricolore le cui esportazioni valgono 4,2 miliardi negli Stati Uniti e che rappresentano il principale mercato di sbocco fuori dall’Unione Europea. L’esponente della Casa Bianca intanto, è stato acclamato da cartelli con le scritte “Don’t kill the italian food”, “Mr Pompeo we are friends”, ma anche “A present for Trump”. In provincia di Avellino tremano i produttori di pasta e di vino, indicati dalle griglie Istat come i principali esportatori negli Stati Uniti, seguiti da olio, salumi e formaggi, che potrebbero subire una flessione dei consumi e quindi della produttività. L’agroalimentare irpino infatti, già lo scorso anno si era reso protagonista di una politica economica di rottura rispetto agli anni precedenti, caratterizzata da una crescita importante sull’esportazione dei prodotti di punta, espressione delle eccellenze territoriali. I dati Istat infatti, rivelano che l’export irpino è cresciuto del 35,5%, quantificato da Coldiretti Campania con un fatturato da 900milioni di euro e una riduzione delle importazioni di prodotti freschi del 25%.

IL DANNO IN CAMPANIA. L’export campano tocca circa il miliardo di euro di fatturato annuo. In testa alla classifica resiste la mozzarella di bufala, un prodotto celebrato nel mondo e oggetto di una intensa politica di tutela e valorizzazione. Segue la pasta, ovvero il prodotto più esportato dalle province di Napoli, Avellino e in misura minore dal beneventano. Il vino resta il segmento più delicato, in quanto oggetto di una intensa strategia di promozione e valorizzazione, espressiva della massima creatività delle aziende della Campania interna. “Nella malaugurata ipotesi in cui gli Stati Uniti riescano ad applicare i dazi si verificherebbe un raddoppio dei prezzi al consumatore, che troverebbero i prezzi duplicati sugli scaffali delle merci provenienti dall’Italia” commenta Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Avellino e Campania. “Così però avranno vita facile anche i prodotti cosiddetti tarocchi, che valgono nel mondo ben 100 miliardi di euro, ma rappresentano un furto d’identità destinato a incrementarsi se non si pongono rimedi”.

Il referente provinciale di Coldiretti ad Avellino, Salvatore Loffreda

L’applicazione dei dazi, e quindi l’aumento dei prezzi negli scaffali spalanca le porte alla concorrenza sleale, “che creerà pesanti ricadute sui territori e sull’intera economia provinciale e regionale” continua Loffreda. “Si verificherebbe un effetto a cascata sulle aziende agricole del posto che in questi anni hanno investito molto sulla qualità per essere più competitivi sul mercato internazionale. Lo spirito dei dazi è quello di scoraggiare gli acquisti di prodotti importati, per favorire l’aumento delle produzioni interne, ma così si fomenta la contraffazione del Made in Italy che penalizzerà l’intera economia. In questa guerra commerciale innescata dal Presidente Trump le vittime saranno soltanto i piccoli produttori, che con grande fatica hanno costruito le eccellenze del Tricolore” conclude.


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