Il Presidente nazionale delle Acli Roberto Rossini

Acli lancia un monito al governo e alle parti sociali da Bologna, dove è in corso il 52esimo «Incontro nazionale di Studi», quest’anno dedicato al tema più attuale ormai da mesi. “Mobilità sociale e democrazia”. «L’Italia è ferma, ripartire da istruzione, lavoro sostenibilità» è stato affermato in sostanza, offrendo al nuovo esecutivo guidato da Giuseppe Conte una agenda di forte impatto sociale da cui partire. All’Arena Teatro del Sole un evento patrocinato dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comune di Bologna, che «con dibattiti, discussioni e approfondimenti ha analizzato lo stato attuale della società italiana in cui, è emerso, le promesse di miglioramento associate all’istruzione e al lavoro sempre più spesso non vengono mantenute», si legge in una nota diffusa dalla sezione avellinese della Associazione.


«Incontro nazionale di Studi» delle Acli a Bologna sul tema: «Democrazia e mobilità sociale«

LE CONDIZIONI DI SCARSA MOBILITÀ SOCIALE DEL PAESE. «La tre giorni ha delineato il profilo di un Paese, il nostro, in cui nel migliore dei casi resti quello che nasci, in cui per un bambino di una famiglia a basso reddito ci vogliono cinque generazioni per entrare nel ceto medio, in cui il popolo sopravvive a fatica come bloccato in un ascensore dove l’aria è sempre più pesante e non dà ossigeno a sufficienza», si legge nel comunicato, riportando la preoccupazione generalizzata delle Acli, che lanciano però un segnale di ottimismo: «Le condizioni per salvare il Paese ci sono tutte». Nella sua relazione lo ha affermato il Presidente nazionale delle Acli Roberto Rossini, per il quale «è necessario abolire subito i decreti sicurezza e dare sostanza all’integrazione, ammettendo che nel 2019 non è più possibile parlare di emergenza immigrati; cambiare la mentalità verso il Terzo settore e rimettere al centro gli investimenti sulla formazione e sul lavoro, puntando su scelte strategiche che rilancino un’industria orientata alla sostenibilità».

Il Ministro del Sud, Giuseppe Luciano Calogero Provenzano

Ai lavori era presente ed è intervenuto Giuseppe Provenzano, Ministro per il sud e la Coesione territoriale, che ha convenuto sulla necessità di far ripartire l’ascensore sociale da troppo tempo bloccato. «Dare alle bambine e ai bambini la possibilità di costruirsi un futuro che non sia pesantemente condizionato dal loro luogo di nascita, dal censo e dal grado di istruzione delle loro famiglie non è solo un dovere morale, è per noi un compito che ci affida la Costituzione», ha osservato esprimendo un impegno. «La mobilità principale si inizia a costruire nelle aule scolastiche e già prima nelle scuole materne e negli asili nido». In questo dibattito ha offerto il suo contributo Ivano Marescotti, raccontando il suo ruolo decisivo della scuola nella sua vita: «sono un esempio di mobilità sociale» perché «provengo da una famiglia di braccianti agricoli da tre generazioni. Sono stato il primo a poter accedere all’istruzione ed è stata la scuola a darmi la libertà di scegliere il mio percorso di vita». L’Associazione di Avellino concludono spiegando che «Welfare e lavoro sono i diritti fondamentali che le Acli da sempre sostengono e promuovono con iniziative necessarie a garantirli a tutti i cittadini», si legge. Gli italiani «devono essere messi nelle condizioni di restare, perché la vera emergenza, oggi, è quella migratoria di chi se ne va e il Paese è stanco di perdere ancora il suo enorme potenziale di eccellenze, risorse umane e cultura».


INFORMAZIONI | https://www.acli.it


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