“Task force contro l’inquinamento della Solofrana”

INTERVISTA AL SINDACO DI SOLOFRA MICHELE VIGNOLA. Fognature e depurazione restano i principali nodi da sciogliere per l'amministrazione comunale, determinata a rientrare anche nel progetto ministeriale del "grande Sarno" per la mitigazione del rischio idrogelogico. "Rientreremo anche nella Zes, ma questa provincia ci spinge a guardare a Salerno e non fa niente per riammagliare il territorio"

Guardie Giurate Forestali al lavoro sul Fiume Sarno. Rilievi a tappeto su tutti gli scarichi della città di Solofra. (Foto da Facebook)

“Task force contro l’inquinamento della Solofrana” e un “grande progetto” per il risanamento ambientale di Solofra. Il Comune con il Consorzio di Bonifica del Sarno, di concerto con Codiso e Uffici tecnici censisce ogni canale di sversamento, ogni potenziale fonte di inquinamento. Il sindaco Michele Vignola attende la ripresa di settembre per il via libera dalla regione Campania e dal Ministero dell’Ambiente ad interventi strutturali. Intervenendo recentemente nella conferenza nazionale a Roma sul Progetto Grande Sarno, l’assessore Guacci ha depositato un dossier, spiegando che  la Solofrana e il sistema degli affluenti del fiume rientrano a pieno titolo nella questione del fiume. È essenziale intervenire sulla sicurezza idrogeologica con la revisione degli assetti fognari, ha sottolineato in quella sede l’Assessore Guacci. L’obiettivo è separare i flussi fognari industriali da quelli civili, mettere in sicurezza i corpi idrici a cominciare dal torrente Solofrana, proteggere i pozzi e le altre sorgenti e fonti presenti sul territorio, preparando la svolta che arriverà con l’adeguamento e potenziamento del depuratore industriale presso il polo conciario. In questa intervista il sindaco rappresenta la situazione alla luce delle numerose attività in corso, tra le quali l’iter avviato per le certificazioni di eco- compatibilità nell’ambito urbano e industriale.

Michele Vignola, sindaco di Solofra, candidato alla Presidenza della Provincia

Sindaco le guardie ambientali e il Consorzio di Bonifica hanno avviato le verifiche sul fiume Sarno. Quali sono gli obiettivi che si aspetta da questa operazione?

“E’ stato avviato due anni fa il censimento delle attività produttive al seguito di un’assemblea con gli imprenditori di Solofra e di diversi sopralluoghi. Il Comune ha coinvolto il consorzio di bonifica dopo il vertice di Roma al Ministero dell’Ambiente, e lavoriamo gomito a gomito per la verifica degli scoli e degli scarichi presenti lungo il corso fluviale. Il Consorzio però, non è il solo a darci una mano: l’amministrazione ha creato una vera e propria task force per la Solofrana composta dalla polizia municipale, l’ufficio tecnico, il settore ecologia, la società Co.di.So.- Consorzio Disinquinamento Solofra- e le forze dell’ordine qualora se ne acclari la necessità”.

Di cosa si occupa?

“Riserviamo la massima attenzione all’acqua piovana e alle immissioni che vanno a finire direttamente nel vallone. I controlli ci consentono di verificare tutti i canali, tra cui insistono i canali di fondi agricoli che nulla hanno a che vedere con quelli industriali che potrebbero invece presentare tracce di inquinamento.

In che misura collaborano con voi le forze dell’ordine?

“Sia i carabinieri, che i carabinieri forestali sono stati informati della task force e ad ogni modo loro svolgono il loro lavoro indipendentemente dalla nostra attività. Accade che siano loro stessi a chiedere il nostro sostegno, e spesso accade anche il contrario. Di certo c’è una interconnessione.

La sede del Ministero dell’Ambiente

Solofra e la Solofrana intanto sono esclusi dal progetto del ‘Grande Sarno’. Lei ha posto delle richieste specifiche al tavolo nazionale?

“Io ho posto delle questioni al Ministro Costa in occasione del suo tour da Montoro a Castellammare di Stabia. Nel confronto è stata posta la questione del progetto Grande Sarno, da cui Solofra e la Solofrana sono ingiustamente esclusi. Il caso è stato affrontato anche con il vice presidente della giunta Fulvio Bonavitacola, che ha accolto e condiviso la nostra istanza: la Solofrana per noi rappresenta una delle principali preoccupazioni per il dissesto idrogeologico e le colate di fango dalla montagna. Le vasche di laminazione a Montoro non bastano. Le vasche di laminazione sono state contestate dai contadini e dagli agricoltori, perchè danneggiano l’agricoltura: con i fanghi trascinano anche inquinamento”.

Interventi a Solofra sono urgenti e necessari.

“Immaginiamo di costruire vasche sui valloni a Solofra per drenare le acque, i detriti e il fango: è tutto già pianificato nel progetto che è stato candidato al Ministero per mitigare il dissesto idrogeologico. Ad ogni modo continuiamo a fare pressione per modificare il progetto del Grande Sarno, e siamo in pressing sul tavolo tecnico allestito in Regione Campania, affinchè si possa riconsiderare il corso fluviale per consolidare gli argini e dragare il fondale”.

Il depuratore di Solofra intanto, resta il primo nodo da sciogliere per il Comune.

“Il depuratore e le fognature sono una questione di prioritaria importanza per noi. Abbiamo due impianti di depurazione collegati attraverso un collettore, da Solofra a Mercato San Severino, ma attendiamo anche i lavori di completamento della fognatura, che in questo momento raccoglie sia gli usi civici che industriali. Il nostro obiettivo è quello di separare gli usi ed evitare commistioni, completando il sistema di raccolta idrica”.

Uno scarico della rete attiva nella città di Solofra

Il sistema fognario dunque, è il principale responsabile degli sversamenti?

Le fognature industriali funzionano, ma il problema è che sono al limite dell’assorbimento e vanno incontro a problemi di perdite nelle condutture, e quindi a involontari sversamenti, che vengono etichettati come sversamenti illeciti da parte delle industrie. Il cattivo funzionamento delle fognature è dato semplicemente da un accumulo di sedimenti che ostruisce il passaggio.

Poi c’è il depuratore.

“Siamo in attesa dei lavori già finanziati, Il nostro obiettivo sono le certificazioni bio di eco-compatibilità”.

La depurazione di Solofra ha la stessa importanza sotto il profilo ambientale, del risanamento dell’Isochimica, ma i tempi della bonifica continuano a dilatarsi.

“Lavoriamo da tempo a questa questione, ma le lungaggini della Regione non ci consentono di accelerare il passo. Siamo di fronte a tempi elefantiaci e nonostante le nostre continue pressioni, siamo in attesa che la burocrazia faccia il suo corso e si adegui alle esigenze ambientali che abbiamo già sottoposto: fognature industriali e impianti di depurazione. Il problema è che mettere insieme gestori delle fognature e della depurazione non è semplice, e la convivenza spesso è problematica”.

Le operazioni di risanamento e adeguamento ambientale coincideranno con la classificazione di area Zes per Solofra?

“Sono convinto che rientreremo a breve nell’area Zes, in quanto Solofra ha tutti i requisiti previsti dal Ministero per farne parte a pieno titolo. Siamo stati esclusi con la motivazione che Solofra avesse già ottenuto la classificazione di ‘area di crisi complessa’, ma si tratta di una misura di sviluppo economico che non confligge affatto; anzi è uno strumento complementare alle Zes”.

L’area industriale di Solofra

Ad oggi la Regione è chiamata a distribuire gli ettari che avanzano dalle assegnazioni che ha decretato. Solofra rientra?

“Sugli ettari residui la Regione si è incartata, a causa delle tante richieste che sono pervenute. C’è stata da oche ore però una giunta regionale che ha formalizzato la richiesta al Ministero per l’ottenimento di ulteriori ettari di terreno da destinare a Zona Economica Speciale. Un altro modo per recuperare terreno utile agli sgravi fiscali invece, è lo scomputo dei depuratori e delle aree di parcheggio, che oggi sono incluse. Se così facessero, Solofra rientrerebbe senza dubbio, e oggi è la prima della lista in Campania per le nuove assegnazioni”.

Il Comune di Solofra però è stato convocato dall’Asi di Avellino per la firma del protocollo di sviluppo concertato dal Consorzio insieme alla Regione e ai Comuni. Non è un paradosso?

“Io stesso ho sollevato un’aspra critica nei confronti dell’Asi di Avellino: il protocollo dimostra che quando si vuole mettere tutto, ci si accontenta, ma si sbaglia. Ci vuole il coraggio delle scelte e assegnare ai territori una vocazione. Nella prima delibera dell’Asi non c’era Solofra, mentre è rientrata nella seconda. Purtroppo devo constatare che si fa davvero poco per riammagliare Solofra al contesto provinciale e irpino, e alla città di Avellino, spingendoci invece verso Salerno”.


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