Sì al concordato Sidigas: stop fallimento. Ma c’è il nodo dei beni sequestrati. Giallo sulla vendita di calcio e basket

Sospesa l'istanza di fallimento presentata dalla Procura della Repubblica di Avellino, dopo l'ammissione al concordato della azienda guidata da Gianandrea De Cesare. Entro due mesi è atteso il piano di rientro, ma nel frattempo torna in discussione la vendita della società sportive. Si attende la decisione del Gip, che dovrà pronunciarsi sulla convalida del sequestro di beni e conti per complessivi 100 milioni di euro

Sidigas ha superato indenne l’udienza fissata per l’istanza di fallimento presentata dalla Procura di Avellino. Dopo che il tribunale aveva già accettato il concordato, nell’udienza di oggi la procedura c’è stata la presa d’atto. Ma la dichiarazione di improcedibilità del fallimento non chiude tutta la partita. Resta il nodo dei beni sequestrati, tra i quali figurano le azioni delle società sportive. La Procura della Repubblica ha depositato mercoledì il fascicolo presso il tribunale, facendo decorrere i dieci giorni necessari per il pronunciamento sulla convalida. Il procuratore aggiunto di Avellino Vincenzo D’Onofrio ha depositato la documentazione con le motivazioni alla base del sequestro di urgenza eseguito su beni mobili, immobili e conti per complessivi 100 milioni di euro. Tra le contestazioni mosse dalla Procura della Repubblica di Avellino, mancati versamenti dell’Iva e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Il Gip dovrà valutare se confermare il provvedimento cautelativo alla luce della nuova situazione, che vede in campo tre commissari a garanzia del concordato, cioé il professore Nicola Rauscio e i subcommissari Tommaso Nigro e Rosario Prezzo, che affiancheranno l’imprenditore nel percorso di rientro.

La tribuna Montevergine dello Stadio Partenio di Avellino
Gianandrea De Cesare, patron della Sidigas, azienda concessionaria del servizio di fornitura di gas e metano nell’ambito Atem 146, che ricomprende la provincia di Avellino con il capoluogo capofila. La società è proprietaria del Calcio Avellino e della Scandone Basket

IL DESTINO DELLE SOCIETÀ SPORTIVE RESTA INCERTO. Nel frattempo, oltre al nodo del sequestro di beni per cento milioni di cui si attende la convalida, va verificata anche la voce secondo la quale l’imprenditore potrebbe rinunciare a cedere le società sportive, l’Us Avellino 1912 e la Felice Scandone Basket Avellino. Al di là dei 60 giorni a disposizione per la presentazione del piano, la proprietà su questo punto dovrà decidere molto prima, tenendo presenti i tempi delle stagioni agonistiche e, soprattutto, dovrà informare i giudici della Sezione fallimentare. La vendita delle società sportive non è più così certa. Dopo il passaggio di oggi avrebbe dovuto subìre una accelerazione almeno l’esplorazione di potenziali compratori, sia per la Felice Scandone Basket Avellino che per l’Us Avellino. Ma la questione sembra rinviata ai prossimi giorni. Nel caso di dismissione, i commissari indicati dal tribunale saranno i garanti sia per la tempistica che per la valutazione finanziaria della vendita, un aspetto questo decisivo anche per i compratori, oltre che per i creditori.

Crisi Sidigas

CONCORDATO ACCORDATO l’11 LUGLIO, SETTEMBRE DECISIVO PER IL GRUPPO. I giudici della sezione fallimentare del tribunale di Avellino avevano accolto giovedì la proposta di concordato in bianco, presentata dal collegio difensivo del titolare della Sidigas, Gianandrea De Cesare. Ci sono sei mesi per fronteggiare il debito contestato in sede di istanza di fallimento. Per ora si dovrebbero ritenere salvaguardati i servizi e i posti di lavoro della Sidigas, preoccupazione prioritaria per il sindacato, che nei giorni scorsi aveva chiesto l’intervento del Prefetto.


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