La sede del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a Roma

Al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti oggi l’atteso confronto tra Protezione Civile, Commissario ministeriale per la Pavoncelli bis, le Regioni Puglia e Campania e le rappresentanze dell’Aqp Acquedotto pugliese per definire tempi e modalità di entrata a regime della nuova galleria di valico. Il Ministero deve concordare l’affidamento della responsabilità di gestione della nuova infrastruttura che permette di migliorare l’efficienza e la sicurezza dei trasferimenti idrici tra le due regioni dalle sorgenti di Cassano Irpino e Caposele, a cuii si aggiungono i prelievi dagli invasi di Conza della Campania e Monteverde San Pietro Aquilaverde. Per il governo della Campania sara l’occasione di mettere al centro la questione delle regole e delle condizioni alla base dei trasferimenti idrici. Come ha avuto modo di preannunciare più volte in occasioni pubbliche, tra le quali una riunione distrettuale dell’Ente Idrico d’Ambito ad Avellino, l’Assessore all’Ambiente Fulvio Bonavitacola punta a ridefinire le stesse quote di prelievi dalle sirgenti e dalle fonti irpine, in cambio della completa cessione alla Regione Puglia delle prerogative gestionali sulla Pavoncelli bis. Se la Puglia ha urgente bisogno di entrare in possesso della Galleria Pavoncelli bis, la drammatica crisi idrica che da anni ha investito i territori delle sorgenti, l’Irpinia, il depauperamento delle falde irpine accertato dagli studi realizzati dalke autorità di settore, impone alla amministrazione di Bari la ridiscussione degli accordi sullo sfruttamento delle sorgenti irpine, come premessa all’utilizzo della nuova galleria di valico, le cui potenzialità impongono regole a tutela della salvaguardia ambientale. È noto soprattutto ai tecnici.

Luglio 2012. L’allora Governatore della Puglia, Nichi Vendola, alla inagurazione del potabilizzatore di Conza della Campania. Accanto a lui il Sindaco allora in carica a Caposele, Pasquale Farina

NEL 2012 L’ACCORDO FU PROPOSTO DALLA PUGLIA. Nel 2012 l’allora amministrazione Caldoro sembrò sul punto di migliorare la posizione dominante dei pugliesi, puntando in un gioco di accordi bilaterali ad aumentare i trasferimenti per Napoli dal Molise. Ma i sindaci e l’Ato irpino bloccarono il disegno. Con il completamento allora imminente del potabilizzatore di Conza della Campania, la Puglia presentò richieste di implementazione delle proprie quote, aggiungendo ai 4000 litri al secondo di portata massima da Cassano Irpino e Caposele i 1500 litri dall’invaso di Conza della Campania. Facendo propria la posizione allora sostenuta dagli enti locali irpini, l’amministrazione regionale guidata  da Vincenzo De Luca con il Vicepresidente Fulvio Bonavitacola chiederà alla Puglia di rinunciare ad una parte dell’acqua oggi prelevata dalle fonti del Calore di Cassano, compensando con un maggiore apporto dall’Ofanto, attraverso l’Invaso di Conza della Campania. Numeri e cifre a parte, contenuti negli studi elaborati da Assessorato regionale all’Ambiente e dall’Ente Idrico Campano, alle province di Avellino e Salerno occorre più acqua.

Tecnici dell’Acquedotto Pugliese a Caposele (Foto Aqp)

LA PIATTAFORMA: VERSO UNA INTESA TRA MIT, CAMPANIA E PUGLIA PER EVITARE L’AGGRAVARSI DELLA CRISI IDRICA IN IRPINIA E NELLE AREE INTERNE. Gli accordi sui trasferimenti idrici non possono produrre effetti se non hanno forza di legge. Il ruolo del Governo è decisivo per la ridefinizione degli accordi sulle sorgenti di Caposele e Cassano, sulla gestione della galleria di valico Pavoncelli bis, sugli invasi di Conza della Campania e Monteverde. Lo ha spiegato ad Avellino il Vicepresidente della Giunta regionale della Campania, Fulvio Bonavitacola, intervenendo ai lavori dell’Ente Idrico Campano, riunito con i rappresentanti del Distretto Calore Irpino, presenti il Presidente Luca Mascolo e il Direttore Generale Vincenzo Bongiorno. Ecco perchè il tavolo di lunedì non riguarderà solo percentuali di idroprelievi o ristori ai Comuni, altro tema che sara sul tappeto. Al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si metteranno sul tappeto innanzitutto le regole. La Campania intende garantirsi il controllo dell’effettivo transito delle acque attraverso la nuova galleria, considerando la penuria determinata dai mutamenti climatici, ma anche dalla riduzione delle falde registrata negli ultimi vent’anni per ragioni naturali e non. Non secondario sarà l’aspetto che riguarda invece il riequilibro delle fonti e delle quote. All’interno di questa partita anche il destino di Caposele, che sta conducendo una battaglia per rinegoziare i propri diritti riconosciuti da un regio decreto d’inizio secolo scorso, ceduti nel 2012 in base ad una convenzione oggi oggetto di revisione. Nessuna ostilità verso la Puglia. La Campania punta ad assicurare al governo regionale di Bari l’acqua necessaria, ma contemperando i diritti dei cittadini irpini, salernitani e campani. Se non si arriverà ad una intesa bilaterale bonaria, la Campania aprirà una vertenza nazionale nelle sedi dell’autorità meridionale.

Il Vicepresidente della Giunta Regionale della Campania interviene alla riunione dell’Eic ad Avellino

RIORDINO DELLE SORGENTI, POI LA NUOVA GOVERNANCE DEL SETTORE IN CAMPANIA. Se Bonavitacola lavora alla cornice politica nella quale si inseriranno i nuovi accordi interregionali del Mezzogiorno, con riferimento all’asse Napoli-Avellino-Bari, il Direttore Generale dell’Eic Bongiorno punta alla costruzione dell’ambito unico della Campania, con la suddivisione in distretti, preludio alla riorganizzazione della gestione idrica nei diversi ambiti, a partire dalla individuazione di una tariffa distrettuale unitaria fino all’affidamento del servizio idrico integrato.

La sede storica dell’Alto Calore spa, un tempo Consorzio Interprovinciale

L’ALTO CALORE CHIEDE LE RISORSE PER I CANTIERI. Nel frattempo l’Amministratore unico dell’Alto Calore Servizi Michelangelo Ciarcia, a capo della società attualmente titolare del servizio idrico in Irpinia e Sannio, seppur a titolo provvisorio, batte cassa. Chiede i soldi necessari d intervenire sulle reti, mentre il nuovo caldo sopra le medie stagionali ripropone la solita crisi idrica in Irpinia.

RISTRUTTURAZIONE DELLE RETI, SBLOCCARE SUBITO 20 MILIONI. L’Alto Calore chiede a Fulvio Bonavitacola di sbloccare dal plafond accordato di 60 milioni in tre anni (destinati a ridurre in maniera decisiva sulle perdite idriche attuali, stimate in oltre il 50 per cento dell’acqua canalizzata nell’acquedotto irpino sannita) un terzo subito.


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