Lanza : “I capannoni inattivi tornino all’Asi o la Zes salta”

INTERVISTA A SINDACO DI FLUMERI ANGELO LANZA COMPONENTE DEL DIRETTIVO CONSORTILE. Alla vigilia dell'incontro a Roma per la convocazione del Mise sulla vertenza di Industria Italiana Autobus, il primo cittadino auspica un incontro con il Ministro Di Maio e rilancia sulla necessità da parte dell'azienda di cedere i terreni non utilizzati all'Asi

Angelo Lanza sindaco di Flumeri è uno dei protagonisti del nuovo corso della politica industriale di Valle Ufita, caratterizzata da un forte spinta ad azzerare l’esistente per consentire di ripartire in un’ottica commerciale che guarda alle rotte del Mediterraneo piuttosto che a Berlino. Componente del direttivo dell’Asi di Avellino, è in prima linea per concertare l’apertura dello sportello dedicato ai nuovi insediamenti delle attività produttive e rendere efficace la Zes decretata dalla Regione Campania. Una posizione che spiana la strada a quel progetto politico annunciato da Ciriaco De Mita a Nusco sul protagonismo dei sindaci, incaricati di recuperare le maglie del dibattito politico e ricostruire le comunità.

Area industriale Valle Ufita

Sindaco Lanza lei è uno dei protagonisti della vertenza della ex Irisbus di Valle Ufita, che in Irpinia è il simbolo dello smantellamento delle grandi industrie di Stato, ma aspira a diventare anche il punto di rinascita del Mezzogiorno. A che punto siamo?

“Sono stato presente agli stabilimenti di Industria Italiana Autobus all’incontro di lunedì con le sigle sindacali nazionali e confermo che c’è una grande confusione sulla questione, perchè gli attori coinvolti – e quindi il Governo- non rispettano i tempi delle procedure da mettere in campo. C’è scoramento fra i lavoratori ma anche fra i sindacati e quindi tra le istituzioni locali. Ci assale il dubbio che si possa davvero ripartire”.

Quindi quali sono le sue aspettative sull’incontro del 18 luglio prossimo a Roma?

“Spero che sarà il Ministro Di Maio a riceverci. Pur avendo grande rispetto per l’ingegner Sorial, mi auguro che l’impegno arrivi direttamente dal Ministro, che dovrà darci dei tempi certi per andare avanti nella produzione. Spero che potremmo avere finalmente dei chiarimenti”.

L’insegna della IIA a Flumeri

Cresce l’attesa sul nome dell’imprenditore che dovrà impegnarsi nell’investimento e far ripartire l’ingranaggio messo in campo da Invitalia e dal Governo e riassorbire le quote della Karsan. Lei che idea si è fatto?

“I parlamentari locali che intervengono sulla questione si spendono per rasserenare gli animi, ma è tutto da vedere. L’azienda è chiusa da 8 anni, e io personalmente la seguo da quando sono stato eletto sindaco la prima volta, ovvero 7 anni fa. Se nel passato con il Governo del Pd pur avendo riscontrato non poche difficoltà nel percorso, siamo sempre stati accolti a Roma, oggi non abbiamo le stesse opportunità, e ci auguriamo un confronto un figure esperte in sede ministeriale che possano illustrarci con maggiore chiarezza come stanno le cose. Oggi la vertenza è avvolta in un certo pressapochismo: dal 6 luglio 2018 ad oggi sono state illustrate tante versioni differenti e le dichiarazioni sono state altalenanti”.

Lei resta fiducioso sul buon esito della partita?

“Io credo fermamente che si possa trovare una soluzione e non di circostanza. Le perplessità vengono alimentate dalla lentezza con cui si lavora a Roma. Un sito produttivo impegnato da 40 anni dalla Fiat di 100 ettari di terreno che non viene utilizzato interamente dall’attività, e che oggi la IIA potrebbe mettere a frutto, ma nulla si muove nemmeno di questo fronte”.

L’interno della IIA di Flumeri

Lei si riferisce alla possibilità di ottimizzare gli spazi della IIA e cedere l’eccedenza a nuovi insediamenti produttivi in vista dell’apertura delle Zes, per far decollare al meglio l’iniziativa di re-industrializzazione?

“Il sito produttivo della IIA ha un perimetro ben preciso, quindi il terreno non utilizzato può essere ceduto all’Asi, così da consentire all’azienda di fare cassa e reinvestire in macchinari o attrezzature utili all’attività”.

Il Comune di Flumeri è esposto in prima linea nelle manovre di re-industrializzazione, così come è fra i protagonisti del coordinamento dei sindaci guidati da Luigi Famiglietti nel protocollo d’intesa siglato fra Comuni, Regione Campania e Invitalia.

“Il Comune garantisce da sempre la sua disponibilità nel limite delle competenze attribuite, ovvero agevolare le imprese attraverso la fornitura della logistica e delle infrastrutture. Sono stato accusato di avere avvantaggiato Del Rosso, che però non ha portato benefici all’azienda, ma ho accolto con garbo anche Antonio Bene. Il nostro compito è di garantire lo snellimento e l’accelerazione delle procedure burocratiche: l’impresa è pubblica per 2/3, quindi il Comune può solo attendere direttive”.

La strada di accesso all’area ASI di Flumeri-Valle Ufita

L’assegnazione delle aree Zes intanto, ha già aperto un serrato dibattito all’interno dei comuni, ma anche fra gli imprenditori stessi: da una prima verifica è emerso che la disponibilità di capannoni è esigua. Un paradosso se consideriamo che sono abbandonati.

“La questione dei terreni e dei capannoni non utilizzati è già stata sollevata da tempo: la Zes ha senso solo se saremo in grado di rendere operativi i capannoni che sono in stato di abbandono, altrimenti è tutto vano. Nello stesso perimetro industriale di Flumeri registro diversi esempi di terreni e capannoni occupati e non operanti”.

I sindacati e le maestranze della IIA temono che il lotto dell’azienda possa essere in realtà ceduto in pasto alla Zes, con un indebolimento progressivo del progetto di rilancio del polo industriale degli autobus.

“Non vorrei mai che la IIA chiudesse e che vada infranto il progetto di produzione degli autobus: ho sempre sottolineato che l’insediamento dispone di svariate migliaia di metri quadri di terreno disponibile che può ospitare altre imprese. Le mie affermazioni sull’ipotesi di aprire delle sedi di Ikea o di Amazon sono sempre state tese a sollecitare la creazione di posti di lavoro, non a togliere spazio alla IIA”.

L’area industriale di Valle Ufita viene considerata una delle più appetibili in questo momento.

“Ci sono già diverse manifestazioni di interesse all’Asi da parte di imprenditori disposti ad investire da noi, e hanno chiesto le disponibilità degli spazi. In vista dell’apertura ufficiale degli sportelli per le Zes non potremmo certo mettere a bando spazi di 10mila metri quadrati, perchè i capannoni risultano tutti occupati”.

L’ingresso ai vecchi uffici avellinesi del Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale di Avellino, l’Asi

Allora come se ne esce?

“L’Asi non intende aprire contenziosi nei tribunali con i proprietari dei capannoni, vorremmo invece trovare degli accordi con i proprietari che dovrebbero spontaneamente cedere gli spazi al Consorzio di Avellino. Non credo che l’Asi sia disposta ad agire d’imperio e a fare la resistenza con anni e anni di battaglie legali. Per questo avevo suggerito a Del Rosso di ritagliare lo spazio necessario per la IIA e vedere l’eccedenza- un bosco inutilizzato- all’Asi per consentire di aprire un bando per la nuova assegnazione. Se ne può uscire solo in questo modo”.

Alcuni capannoni sono sotto procedura fallimentare. Si prevede di azzerare anche questo aspetto?

“Ancora qualche capannone è soggetto a procedura concorsuale, e non sarà nella diretta e immediata disponibilità dell’Asi. Non è facile comprendere la necessità di prevedere nuovi lotti per far decollare l’area. Ma se aspettiamo di rimettere prima in piedi la IIA e poi pianificare gli altri interventi rischiamo di non ottenere nulla. Il nostro obiettivo è di arrivare preparati alla grande sfida sul completamento delle infrastrutture viarie, dalla Contursi- Lioni- Grottaminarda alla stazione dell’alta capacità di Grottaminarda, che con la piattaforma logistica consentiranno davvero all’area industriale di Valle Ufita di ribaltare il proprio destino”.

A che punto è il protocollo d’intesa fra l’Asi di Avellino, la Regione e i comuni individuati come estensione delle Zes? Si attende il pronunciamento della Regione sull’approvazione definiva del decreto?

“La Regione Campania dispone di altri 300 ettari da assegnare come Zona Economica Speciale, ma non bastano ad accontentare tutti, così sta prendendo tempo. Il comitato direttivo dell’Asi intanto ritiene che l’area industriale di Solofra non possa essere esclusa da questa misura in quanto si tratta di un distretto di primaria importanza per l’industria irpina. Invece il coinvolgimento delle aree Pip dei comuni attigue alle zone industriali è il segno di una strategia vincente, che evidenzia la necessità di un lavoro sinergico”.

Quale sarà il ruolo dei Comuni in questa partita sulle aree Pip? Gli amministratori occuperanno le funzioni di broker?

“Come Unione dei Comuni Terre dell’Ufita ci siamo impegnati a rendere disponibile uno sportello Suap sovra comunale, la cui gestione è stata affidata ad una funzionaria del Comune di Flumeri per gestire la fase preliminare, e che dovrà occuparsi delle informazioni, agevolazioni e funzionamento. La cabina di regia è in capo all’Asi di Avellino, fermo restando che i comuni sono chiamati a monitorare il livello comunale a convergere nella rete comune”.

Ciriaco De Mita durante la sua relazione all’adunata per il Movimento Popolare

Gli amministratori locali mettono in campo anche la funzione dell’imprenditoria amministrativa, e come ha spiegato Ciriaco De Mita a Nusco, rappresentano l’ultimo baluardo della politica e sono i veri depositari del dialogo con la comunità. Lei condivide questo pensiero? 

“Condivido pienamente quanto affermato da Ciriaco De Mita a Nusco, dove peraltro ero presente. I sindaci e gli amministratori in genere hanno smesso di fare politica per dedicarsi alla ordinaria amministrazione. Mancano i partiti di riferimento, e la politica è diventata spirito di volontà personale. La discussione e il dibattito in consiglio comunale è sparito e si avverte la mancanza della politica sul territorio. E’ da qui infatti che bisogna ripartire”.

Lei sarà fra protagonisti di questo nuovo orizzonte politico?

“Farò la mia parte. Conto di prendere parte all’iniziativa e dare il mio contributo. Il recupero del dialogo con il territorio era stato annunciato anche dai 5Stelle alle politiche del 2018, che hanno avviato però un confronto su una piattaforma web, ma l’incontro fisico è tutt’altra cosa, ed è fondamentale per chi si candida ma anche per evitare la perdita del radicamento con la propria gente”.


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