La cicerchia di Frigento sfida la regina delle Marche. Patrick Salerno rilancia una eccellenza dimenticata

La cooperativa sociale Terra Mater in campo per il recupero di uno dei prodotti agricoli di punta del comune ufitano per caratterizzare la produzione tipica e costruire un brand territoriale, per fare concorrenza al piccolo comune in provincia di Ancona che al momento è riuscito a posizionarsi nella vetrina di Eataly. Dal 21 al 23 giugno intanto, si alza il sipario su "Cicerchiando"

La cicerchia di Frigento sfida la regina delle Marche. Patrick Salerno rilancia una eccellenza dimenticata. Mentre a Frigento in particolare la cicerchia veniva coltivata fino agli anni ’60, per poi cedere spazio all’industrializzazione, nella città gemellata delle Marche, il comune di Serra de’ Conti (Ancora) la cicerchia è presidio Slow Food, presente ad Eataly e venduta dalla D’Amico per la trasformazione delle conserve in latta. Oggi il comune di 3mila e 700 abitanti è un riferimento su scala nazionale della produzione e vendita di questo legume.

Seguire le orme dei gemellati marchigiani e declinare una versione Frigentina- e quindi irpina -da mettere sul mercato, è l’ambizione di Patrick Salerno, un artigiano fondatore della cooperativa Terra Mater che ha investito nel suo paese d’origine e crede fermamente di poter recuperare la produzione di uno dei prodotti di punta del paese, farne crescere il valore, costruire un brand e legarlo al territorio. La sua sfida è partita dalla ri-selezione del seme originario con il sostegno dell’Università di Portici, a attende di avviare la produzione su larga scala e coinvolgere altri giovani agricoltori a sostenere il progetto.

L’iniziativa promossa da Terra Mater a Frigento dedicata alla cicerchia

Nell’ottica di questo percorso, annuncia una tre giorni all’insegna della degustazione della cicerchia, con la proposizione del legume in tutte le sue varianti di gastronomia locale, affiancato alla promozione di altri prodotti tipici che è possibile acquistare soltanto a km zero. Tutto l’insegna del buon cibo e della convivialità per offrire una narrazione del territorio. “Cicerchiando” è il tema dell’evento che si terrà dal 21 al 23 giugno, promosso insieme alla Pubblica Assistenza Rocco Pascucci di Frigento, la Condotta Slow Food Irpinia Colline Terre dell’Ufita e Taurasi, l’associazione di promozione sociale Svicolando, il Comune di Frigento e l’associazione People Involvement, che intende catturare turisti, appassionati, cultori del buon cibo e curiosi da tutta la provincia.

Tutt’altro format rispetto a quello della “sagra” insomma. “Realizziamo un evento mutuandolo da una pregressa esperienza realizzata fra il 1990 e il 2000, ma cerchiamo di introdurre diverse novità: portiamo a Frigento i produttori di materie prime irpine. Ci saranno degustazioni di olio, pasta, vino, patatine fritte con la buccia tipiche di Montoro, la crema alla nocciola di Avella. Vogliamo proporre una versione inedita di promozione dei prodotti, con l’allestimento di due aree, una per la degustazione e l’altra dedicata allo street food irpino in Borgo san Rocco con momenti musicali. La cicerchia in questo contesto è solo un espediente narrativo per raccontare il territorio; si tratta di un legume antico che non ha bisogno di irrigazione o altri particolari accorgimenti, ma cresce e si sviluppa in autonomia” spiega.

In agricoltura la coltivazione della cicerchia occupa spazi residui, ovvero quelli lasciati dall’intervento della meccanizzazione. “Lavoriamo per recuperare il seme originale, ma ci vorrà tempo e dedizione perchè si tratta di un legume che presenta difficoltà nella conservazione” continua Patrick. “Valorizzare il prodotto è una mission che mi sono imposto fin dalla nascita della cooperativa. Come Gesualdo valorizza il sedano e i pomodori secchi, e Paternopoli il broccolo aprilatico, così vorrei legare la Cicerchia a Frigento” argomenta.

“Guardo con grande interesse alle realtà marchigiane e alla nostra Città gemellata per riuscire a portare la produzione nella sfera di interesse dei produttori. Nessuno investe nel lavoro meccanizzato perchè non c’è sbocco commerciale del prodotto, e gli investimenti sono inesistenti perchè non c’è fiducia”. La produzione di quest’anno ammonta a 3-4 quintali e viene ricavata ‘senza sforzo’, per poter essere venduta a km zero.

Oltre allo studio del legume, l’artigiano di Frigento ha allestito un piccolo laboratorio conserviero impegnato nella trasformazione. “Sono un artigiano che compra prodotti dalle aziende agricole e ne fa una propria versione. In questo momento sono impegnato nella produzione dei ‘fiori d’aglio’ con una produzione che varia dai 500 ai 600 vasetti. Collaboro in esclusiva per delle aziende agricole che non hanno laboratori di trasformazione e sviluppo prodotti a marchio di loro proprietà”.

Terra Mater oggi vanta la trasformazione di cinque linee da frutta, sughi pronti, creme salate, prodotti sottolio, patè di broccolo aprilatico, e cipolla ramata di Montoro; stiamo testando il patè di olive ravece ma non è ancora in commercio. “Fuori dai confini provinciali l’Irpinia viene identificata con il terremoto del 1980, oppure nel migliore dei casi con le tre Docg dei nostri vini: non abbiamo ancora sfruttato le potenzialità dei nostri territori che meritano di essere raccontati fuori e di costruire una calamita in grado di attrarre qui persone” suggerisce.

“Dovremmo legarci al turismo già esploso in costiera e a Napoli, come offerta alternativa alla costa, puntare sull’accoglienza di tipo familiare che è la nostra carta vincente. L’inclinazione emotiva che custodiscono i piccoli paesi e le famiglie che vi abitano è un valore aggiunto da non sottovalutare. In questo momento sull’offerta turistica navighiamo a vista e dobbiamo darci delle regole, pur preservando l’autenticità”.

Altro nodo dolente delle cooperative è la difficoltà di accesso al credito. “L’istituto di credito che ha investito nel mio progetto è stata la mia famiglia, ma soltanto perchè la cooperativa ha una piccola dimensione, altrimenti non sarebbe stato sostenibile” rivela Patrick. Ripopolare Frigento e consentire ai tantissimi giovani che sono partiti per cercare lavoro altrove è l’obiettivo morale della sua attività. “All’inizio non c’era una grossa spinta motivazionale a intraprendere questo percorso, ma ho incontrato le persone giuste che mi hanno incoraggiato, a partire dai giovani come me e dalla nuova generazione di ristoratori con cui mi sono confrontato alle fiere di Parma, Colonia, Bologna, al Salone del Gusto di Torino”.


IL PROGRAMMA DELLA MANIFESTAZIONE “CICERCHIAMO”

 

 

 

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