Contratti di Fiume, c’è la legge. D’Amelio: «Svolta nella Regione delle acque». In Irpinia via ai progetti per Ofanto e Sabato

LA SODDISFAZIONE DELLA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE, PRIMOFIRMATARIA DEL TESTO, CHE ORA CONSENTE LA PIANIFICAZIONE NEGOZIATA COLLEGATA ALLA TUTELE DELL'ECOSISTEMA FLUVIALE. La nota: «con la norma approvata la Campania» può «mettere a sistema esperienze già avviate o stimolarne altre, in una regione che vanta uno dei più grandi bacini idrografici e sorgentizi d’Europa»

I Contratti di fiume sono legge in Campania. Il Consiglio regionale ha dato il via libera al testo che vedeva prima firmataria la stessa presidente dell’Assemblea, Rosetta D’Amelio, che un mese fa l’aveva preannunciata durante una iniziativa a Torella dei Lombardi. Oggi la Presidente la Presidente D’Amelio ha accolto con soddisfazione l’avvenuta approvazione della legge regionale che regolamenterà i Contratti di fiume in Campania, consentendo agli enti locali, ma anche a imprese, associazioni e portatori di interessi diffusi, di promuovere iniziative economiche collegate alla tutela dei corpi idrici..

Per i Comuni, gli enti sovracomunali e i promotori della provincia di Avellino su tratta di una notizia attesa da tempo, da quando nel 2013 la precedente Giunta presieduta da Stefano Caldoro deliberò per la prima volta sull’argomento, lasciando campo libero a Commissioni e Consiglio per riempire di contenuti quella che allora fu la prima definizione di programmazione negoziata collegata alla tutela e salvaguardia dell’ecosistema fluviale.

In Irpinia la norma consentirà di dare il via ai progetti per Ofanto e Sabato, con il primo ormai pronto per essere messo in cantiere, mentre per il secondo è in corso la fase di ascolto e condivisione sui territori.

«Esprimo soddisfazione per l’approvazione in Consiglio regionale della legge sui contratti di fiume, di cui sono stata firmataria», ha commentato la presidente dell’assemblea regionale della Campania Rosetta D’Amelio, a margine dell’approvazione della Legge “Disposizioni per la tutela dei corpi idrici della Campania, per la valorizzazione integrata sostenibile dei bacini e sotto-bacini idrografici e la diffusione dei Contratti di fiume”.

Quello approvato oggi «era un provvedimento atteso che, recependo normative europee e nazionali, punta a valorizzare i corsi d’acqua e i laghi, ridurre l’inquinamento, incentivare un corretto uso del suolo e a migliorare la fruizione in chiave agricola e turistica dei bacini idrografici», spiega Rosetta D’Amelio. «Inoltre, con il testo approvato oggi individuiamo un primo finanziamento di 500mila euro finalizzato alla fase di start up e la possibilità di intercettare ulteriori risorse all’interno della prossima programmazione dei fondi europei, in definizione in queste settimane».

La Presidente D’Amelio ha ringraziato pubblicamente «per il lavoro svolto in maniera unanime, tutta la commissione regionale Ambiente con il presidente Gennaro Oliviero e il collega Franco Picarone, relatore del provvedimento per la maggioranza». Ora, ha concluso, con «il testo approvato la Campania» può «mettere a sistema esperienze già avviate o stimolarne altre, in una regione che vanta uno dei più grandi bacini idrografici e sorgentizi d’Europa».

In sostanza, il “Contratto di fiume” irpino, il primo che in Campania sarà realizzato tra quelli messi in cantiere, viene indicato come un esempio da considerare sotto i profili della partecipazione (al territorio, alle istituzioni, ai cittadini, ai portatori di interessi diretti e indiretti) e della responsabilità (attenzione per territorio ed equilibri ecologici). Nel caso irpino, c’è una governance istituzionale che ha progettato un Contratto (un insieme di obiettivi e regole per realizzare la tutela del corpo idrico con iniziative di sviluppo economico, sociale e ambientale) ritenuto dall’Osservatorio in grado di conseguire i risultati stabiliti in premessa.

Fiumi e corpi idrici rappresentano la maggiore ricchezza naturale della provincia di Avellino. Nella foto il Sabato

DALLA TUTELA DEI CORPI IDRICI AGRICOLTURA MULTIFUNZIONALE E SVILUPPO SOSTENIBILE LEGATO AL TERRITORIO. La salvaguardia delle acque è nel Contratto di Fiume la premessa degli investimenti in attività compatibili e sostenibili, dall’agricoltura multifunzionale al turismo, dalla zootecnia alla manutenzione forestale. Il Contratto di Fiume, in Italia strumento molto sviluppato nel Nord Ovest, in particolare in Lombardia, è un protocollo giuridico per la rigenerazione ambientale del bacino idrografico di un corso d’acqua. La sua definizione classica coincide con quella data nel corso del II World Water Forum: Il Contratto di Fiume si identifica con «un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale intervengono in modo paritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale». Queste regole rappresentano le basi di un programma di investimenti che pubblico, portatori di interessi diffusi, volontariato, associazionismo e privato, cioé imprese e attività economiche, realizzano in maniera completare e coordinata all’interno del perimetro ecologico riferito al corso d’acqua. Questo strumento di programmazione negoziata ha una storia relativamente recente in Europa. Sviluppato a partire dalla Francia nei primi anni ’80, si è poi sviluppato attraverso i Paesi confinanti (Belgio, Lussemburgo Paesi Bassi, Spagna e Italia). Nel modello francese conta soprattutto il coinvolgimento delle comunità locali, fermo restando i princìpi fondamentali che ne regolano la libera interpretazione pratica.


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