Vincenzo De Luca al centro, con a destra il manager dell'Azienda San Giuseppe Moscati, Angelo Percopo, a sinistra Enrico Coscioni, Consigliere del Presidente in materia di Sanità

Il Vice ministro all’economia Massimo Garavaglia ha anticipato ieri con una intervista al Corriere del Mezzogiorno che la Campania uscirà dal commissariamento. Ha spiegato che la richiesta del Movimento Cinque Stelle di “commissariare il commissario” De Luca non ha presupposti di legge, perchè i conti sono in ordine e i livelli essenziali di assistenza oltre il punteggio base di 160 punti. Non solo, ha detto di più. Anticipando che oggi, giovedì 11 aprile, è previsto il tavolo semestrale di verifica relativa alla attuazione del Piano di Rientro, ha aggiunto che il Mef, il Ministero di Economia e Finanza, si prepara a certificare l’avvenuto raggiungimento degli obiettivi del Piano di Rientro, cioè l’azzeramento del deficit e del debito.

Il Vice ministro Massimo Caravaglia

La posizione espressa dal Vice ministro spiana la strada ad un ritorno ai poteri ordinari che Vincenzo De Luca ed il consigliere delegato Enrico Coscioni hanno chiesto per iscritto, protocollando la richiesta il 18 luglio e ribadendola il 18 dicembre del 2018, .

OGGI I NUMERI FINALI DELLA CAMPANIA. Al tavolo tecnico interministeriale oggi il Governatore Vincenzo De Luca porterà il requisito che ancora mancava per l’uscita dal commissariamento, il superamento del punteggio minimo che misura la qualità dei Livelli Essenziali di Assistenza. Sarà certificato il raggiungimento avvenuto dei 163 punti, 3 in più della sufficienza. Al suo arrivo a Palazzo Santa Lucia, De Luca aveva trovato un livello di 105 e, va ricordato, è stato nominato commissario soltanto nel 2017 da Paolo Gentioni. Un balzo notevole. A questo si aggiunge il consolidamento del pareggio di bilancio da cinque anni, con l’avvenuto riassorbimento del debito che nel 2007, anno del commissariamento deciso dal governo presieduto dal Premier di Centrosinistra Romano Prodi, ammontava a 9 miliardi di euro.

Nello spiegare come si è conseguito in 12 anni l’azzeramento del debito, il Governatore e attuale commissario Vincenzo De Luca di fatto dirà le ragioni per cui non è possibile tenere fuori dal regime democratico la Sanità in Campania.

Il risanamento si è conseguito attraverso drammatici tagli alla spesa, realizzati bloccando il turn over, cioè non sostituendo chi man mano andava in pensione, nè medici, nè infermieri, precarizzando le Aziende, a cui veniva imposto l’utile programmatico, a prescindere dal fabbisogno reale di assistenza. Oggi, mentre si inorridire a vedere antichi ospedali napoletani sgretolarsi, nessuno restituisce giustizia al sacrificio imposto al popolo campano, vessato da ticket alti e servizi bassi perchè le risorse destinate a prestazioni e investimenti venivano convogliate sul debito. Negli ultimi anni la tendenza si è invertita, con un piano ospedaliero che invece di tagliare trasversalmente le voci ha fatto delle scelte col risultato dello sblocco del turn over.

Al tavolo di verifica del piano di rientro al ministero dell’Economia il governatore e commissario alla Sanità Vincenzo De Luca illustrerà la situazione sollecitando la dichiarazione di uscita della Campania dal Piano di Rientro, in modo tale da consentire una ripresa degli investimenti per compiere un ulteriore passo: dal risanamento durato 12 anni, ora occorre passare al completamento della ricostruzione del Servizio Sanitario Regionale, alleggerendo nel contempo gli oneri a carico dell’utenza.

Un reparto dell’Ospedale di Avellino, l’Azienda San Giuseppe Moscati

“SBLOCCARE GLI INVESTIMENTI DEL PIANO OSPEDALIERO”. Il Governatore si attende anche lo sblocco degli investimenti previsti dal Piano ospedaliero. Mentre il Movimento Cinque Stelle lamenta problemi all’edilizia sanitaria e ospedaliera, in particolare a Napoli, si replicherà sollecitando il Ministero della Salute a rendere praticabile alla Campania di amministrare la piena attuazione del Piano Ospedaliero.

I GOVERNATORI ITALIANI A FAVORE DELLA USCITA DELLA CAMPANIA DAL PIANO DI RIENTRO. La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, nella riunione del 13 dicembre scorso aveva approvato un ordine del giorno con il quale si richiama il Governo al rispetto dei pronunciamenti della Consulta in materia di Sanità, in particolare chiedendo di condividere la decisione in quella sede sul futuro della Sanità in Campania.«Si ritiene necessario rispettare il pronunciamento che impone al tavolo convocato per il Patto della Salute la discussione sulla conferma o l’eliminazione del regime straordinario, portato avanti da quasi dieci anni, attraverso Piano di Rientro e commissariamento», si disse, esortando il Ministero «a prendere atto dei dubbi sollevati dai giudici costituzionali di fronte ad un prolungarsi della sospensione dei poteri ordinari, in luogo del libero esercizio della potestà democratica sottratta con il commissariamento agli elettori».

Il Ministro della Salute Giulia Grillo

IL M5S INSORGE. La situazione non piace agli esponenti del Movimento Cinque Stelle, a cominciare dal Ministro Giulia Grillo, che pensavano di acquisire il controllo della Sanità in Campania semplicemente con un passaggio in Consiglio dei Ministri, alla vigilia dell’attuazione di un piano ospedaliero che prevede 7600 assunzioni, con investimenti in edilizia, tecnologie e servizi, ma soprattutto alla vigilia delle nomine dei manager nelle aziende ospedaliere e sanitarie. Tuttavia, a 12 anni dalla sospensione dei poteri ordinari che la Costituzione assegna alle Regioni,.i presupposti giuridici e finanziari non ci sono più da tempo, sostiene il Mef.

La sede che ospita il Ministero della Salute a Roma nel quartiere Eur

LEGGI ANCHE:

Sanità, 7600 assunzioni nelle Asl e Aziende Ospedaliere della Campania. Concorsi al via

Ecco il Piano ospedaliero: Ariano Dea di I livello, la ‘Malzoni’ verso l’accreditamento

ARTICOLI CORRELATI