Il Governatore Vincenzo De Luca

Sulla Sanità della Campania è scontro totale tra il Governatore Vincenzo De Luca e il Movimento Cinque Stelle. È lo stesso Presidente della Giunta Regionale a spiegarlo, replicando ad una intervista rilasciata all’Huffington Post dal Ministro Giulia Grillo.

Il Ministro della Salute Giulia Grillo

“Io ci sto mettendo la faccia. E la Lega?”, ha detto il Ministro, sfidando apertamente il Carroccio, ma non citando il Ministero delle Finanze, per il quale i numeri oggi non consentirebbero di tenere sospesi i diritti costituzionali democratici in Campania, come ha già segnalato nell’ottobre scorso la Corte Costituzionale. “La gestione della sanità in Campania è indifendibile, mi aspetto che la Lega ci sia alleata. Non può barattare la salute dei cittadini con valutazioni di strategia politica. Io ci sto mettendo la faccia, il commissariamento non è una scelta comoda, anzi”, ha proseguito Giulia Grillo, scatenando la reazione del Presidente De Luca, che con altrettanta schiettezza accusa il Ministro di prestarsi alle mire del suo partito sulla Sanità in Campania.

“L’unica ragione per prolungare ancora il commissariamento della sanità campana è di squadrismo politico. Oggi non c’è più nessuna motivazione a mantenere il commissariamento della sanità, tranne che colpirci perché evidentemente facciamo paura”, scrive il Governatore della Campania De Luca sul suo profilo Facebook. “L’obiettivo è solo impedirci di dire che il lavoro di migliaia di persone ha consentito alla sanità campana di voltare pagina. Facciano quello che vogliono, noi andiamo avanti e non permetteremo a nessuno di fermarci”.

Vincenzo De Luca al centro, con a destra il manager dell’Azienda San Giuseppe Moscati, Angelo Percopo, a sinistra Enrico Coscioni, Consigliere del Presidente in materia di Sanità

De Luca è stato un fiume in piena. Intervistato dalla emittente radiofonica Crc ha sfidato apertamente il Ministro e il Movimento Cinque Stelle sul piano del diritto, spiegando che il problema non è nominare un commissario pentastellato alla Sanità, ma restituire i poteri ordinari dopo dodici anni in cui il popolo avellinesi, beneventano, casertani, napoletano e salernitani in Campania ha subìto un salasso finanziario per azzerare il debito, ora sabato. “Abbiamo risanato i conti e raggiunto e superato la soglia dei 160 punti sui Lea, livelli essenziali di assistenza, per uscire dal commissariamento”.

Per il Governatore il Movimento 5 Stelle non ha ragioni valide giuridicamente a sostegno della loro volontà di commissariare la sanità regionale.

De Luca promette una risposta tranquilla ma ferma e rigorosa. “Vorrei sfidarli ad andare avanti così faranno un’altra figuraccia e andranno a sbattere con la testa contro il muro”.

In questo contesto, ritenendo debolezza politica quella di un Ministro che tenta di far valere le sue ragioni su un giornale on line, cioè fuori dalla sede propria che è il Consiglio dei Ministri, il Governatore va all’attacco diretto e frontale, annunciando di valutare la querela per diffamazione nei confronti di Giulia Grillo. Nel mirino di De Luca una affermazione attribuita alla titolare del Dicastero della Salute: “Si è permessa di dire che il Piano ospedaliero della Regione prevedeva la chiusura di Sant’Agata dei Goti, che è una cosa assolutamente falsa”, ha concluso De Luca.

L’area dell’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia dell’Azienda Ospedaliera “Moscati”

IL CAMPO DI BATTAGLIA. Il terreno dello scontro, ad un anno esatto dalle elezioni regionali in Campania del 2020, è la gestione della Sanità sui territori. I giocatori di una partita che si disputa soprattutto a Roma, in prima battuta sono tre non due, in seconda coinvolge una platea più ampia.

Da una parte ci sono i Cinque Stelle che su Sanità e Rifiuti hanno costruito la piattaforma elettorale contro il Governatore in questi anni. Hanno già tentato sul tema ambientale di commissariale di nuovo la Regione, ma hanno dovuto fermarsi rinviando la questione a quando tra breve il Termovalorizzatore di Acerra andrà in manutenzione. Sulla Sanità il tempo è maturo, perchè tra poche settimane si dovranno rinnovare i manager delle aziende sanitarie e ospedaliere pubbliche. Entro l’estate i decreti commissariali stabiliranno le terne nelle cinque province per mandati triennali. Al momento è De Luca a guidare i procedimenti.

Dall’altra parte c’è la Lega, che ha l’obiettivo di arginare l’avanzata pentastellata in una Regione chiave per gli equilibri nazionali e dall’alto valore simbolico. Il Carroccio sembra puntare a lasciare inalterato l’attuale quadro, che potrebbe indurre il Governatore a non insistere sul ritorno ai poteri ordinari, che arriverebbero tra un anno, a elezioni celebrate. Soprattutto, come vedremo, la preoccupazione della Lega riguarda l’autonomia differenziata. La Campania ha presentato la stessa richiesta di Lombardia, Emilia e Veneto, mettendo in crisi ogni possibilità di commissariamento nelle materie regionali inserite nel progetto di federalismo differenziato, nel quale c’è la Sanità.

Terza parte è proprio De Luca che, al di là della sua stessa prospettiva elettorale, ha bisogno di ripristinare risorse sulla Sanità vera, quella delle prestazioni oggi gravate dal peso del regime commissariale. A De Luca non può bastare il ruolo commissariale, che lo sottopone comunque al controllo e ai paletti dei Ministeri vigilanti. Occorre convogliare l’intero monte spesa sui servizi, l’assistenza e l’ammodernamento edilizio e tecnologico. Ma per farlo questo capitolo del bilancio regionale, il 70 per cento del totale, deve tornare nella disponibilità democratica del Consiglio della Campania.

LE ALTRE PARTI IN CAUSA. La Conferenza delle Regioni, i Governatori di ogni colore politico, le parti sociali e, non ultimi, i giudici costituzionali, non vogliono che il commissariamento prosegua. La ragione è semplice: la sospensione dei poteri ordinari, la cui potestà appartiene ai cittadini, non può durare in maniera indeterminata. Per comprendere la dimensione dell’animale, basta enumerare i Presidenti del Consiglio che si sono succeduti a Palazzo Chigi da quando la Campania è stata commissariata: Romano Prodi, Silvio Berlusconi, Mario Monti, Enrico Letta, Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, Giuseppe Conte.

La sede della Consulta

IL CONFLITTO DAVANTI ALLA CONSULTA. La Sanità non è materia del Governo centrale, ma delle Regioni. La Conferenza lo ha sottolineato più volte, ricordando all’attuale Esecutivo e alla sua maggioranza che dovrebbero saperlo. La riforma costituzionale che riportava a Roma la competenza hanno contribuito a bocciarla al referendum del 4 dicembre 2016 i Cinque Stelle, schierandosi contro.


LEGGI ANCHE:

Sanità in Campania, pressing M5s sulla Lega per silurare il Governatore

 

 

 

ARTICOLI CORRELATI